Novaceta: centinaia di lavoratori appesi a un filo (di seta)

Chiarezza, dignità e lavoro. Sono queste le parole d’ordine che hanno spinto i lavoratori della Novaceta a trasferire per tre giorni il proprio presidio permanente dalla sede nel Magentino alla sede milanese di Unicredit, attuale proprietaria dell’area su cui sorge l’azienda.

Ad essere in gioco, insieme alla sopravvivenza di un’industria che costituisce un unicum nella produzione delle sete sintetiche, è il destino di 145 dipendenti altamente specializzati, che con il loro lavoro hanno fatto della Novaceta un’azienda leader a livello internazionale.

Minacciata dalla speculazione immobiliare che incombe sull’area (che ha un’estensione di centinaia di migliaia di metri quadri) e da un assoluto e inaccettabile disinteresse per il lavoro di altissima qualità svolto centinaia dipendenti, la Novaceta inizia a barcollare nel lontano 2003, chiudendo definitivamente i battenti nel giugno del 2008.

Ma i lavoratori non ci stanno e, consapevoli del fatto che la chiusura della fabbrica non è stata determinata da una crisi di mercato, ma da interessi immobiliari, proseguono la loro battaglia, raccogliendo il consenso di numerosi cittadini e attirando l’attenzione delle amministrazioni locali.

Il rilancio della produzione, però, tarda ad arrivare. Un torbido susseguirsi di cessioni e acquisizioni a scatole cinesi, di fallimenti prevedibili e di promesse non mantenute, continua a minare la dignità di centinaia di operai e delle loro famiglie.

E allora: «UniCredit, datti una mossa!». I lavoratori della Novaceta pretendono che sul tavolo delle trattative siano portate proposte valide per un effettivo rilancio dell’area e dell’occupazione.

«Siamo stanchi di essere presi in giro», si legge in un messaggio del Comitato Magentino Dignità e Lavoro, «il tempo è scaduto. Con i vostri affari ci avete tolto la dignità di vivere, vi siete appropriati dei nostri sogni e delle nostre vite. Sappiate che non abbiamo più niente da perdere!!!».

La loro dignità è la nostra dignità, per chi volesse “far visita” al presidio, l’appuntamento è fino a mercoledì prossimo in piazza Cordusio, davanti alla sede di UniCredit, dalle 9.30 alle 14.00.

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