Periferia est: sgomberato campo rom abusivo. Ruspe e abbandono.

Questa mattina intorno alle otto nella periferia est della città ha avuto luogo l’ennesimo sgombero di un campo Rom abusivo.

Lo sgombero, già preannunciato nei giorni scorsi, è avvenuto senza alcun incidente e senza alcuna resistenza da parte degli occupanti del campo;  presenti sul posto la polizia municipale e le ruspe del comune, nessun assessore e nemmeno l’ombra della protezione civile.

Nel campo, allestito in mezzo alle frasche che delimitano l’entrata in Milano all’altezza dello svincolo Forlanini, avevano trovato riparo undici adulti e un minore di pochissimi mesi.

Solo la famiglia con minore a carico ha ricevuto la proposta di una soluzione alternativa alla strada, sembra su iniziativa privata di uno dei vigili presenti, un posto  “in forse”  in via Barzaghi o una sistemazione  solo per madre e bambino in comunità, soluzioni  rifiutate  perchè non ritenute una valida alternativa dallo stesso nucleo familiare.

Sappiamo che i  posti letto nel dormitorio di viale Ortles sono attualmente tutti pieni e così anche quelli della Casa della Carità, riempitasi dopo gli ultimi sgomberi di altri campi avvenuti nelle scorse settimane, viene quindi da pensare che questo sgombero  sia stato prima organizzato  e  poi realizzato nella  più totale mancanza di soluzioni alternative per i nuclei evacuati dal campo.

Tutte le famiglie ora si ri-trovano in mezzo ad una strada alla ricerca di un altro pertugio nel quale potersi accampare e nel quale poter costruire un tetto da mettere sopra la testa in vista di un clima che peggiora di giorno in giorno , un luogo che sia lontano da sguardi che potrebbero di nuovo metterli a rischio di uno sgombero e dare così inizio ad una nuova diaspora attraverso i campi che delimitano la città.

Avevo visitato pochi giorni fa  proprio questo campo con il mediatore internazionale Paul Polansky ( noto per il grande impegno civile e sociale avente per scopo la salvaguardia dei diritti umani a favore del popolo Rom nell’est dell’Europa )  il quale era rimasto molto colpito dalle condizioni  in cui queste persone versavano e vivevano;  insieme abbiamo scattato delle foto per documentare la vita del campo, il piccolo nato da due mesi, gli anziani e le donne.

Siamo sicuri che i rom sgomberati questa mattina in qualche modo se la caveranno, troveranno un modo per stare di nuovo tutti insieme e ricostruiranno le loro baracche con tanto di stufe per l’inverno… in qualche modo, nel modo rom.

Il nostro modo “sgombero, abbandono e ghettizzazione” è un modo che i Rom che vivono in questa città da anni ormai ben conoscono e sanno come affrontare, perchè purtroppo, il nostro, è un modo duro a morire.

Restiamo umani.

 

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