Università Statale: gli studenti bloccano il Fuori Salone dell’ipocrisia

Nella brillante Milano dell’evento (da expo alla settimana della moda, del design etc..) emergono il “Salone del mobile e il “FuoriSalone”, di cui il secondo svolge il ruolo di attrazione turistica e vetrina dell’università.
Oggi pomeriggio, durante l’inaugurazione, un gruppo di studenti ha interrotto l’evento per contestare le aziende e i privati che colonizzano gli spazi della statale durante la settimana interessata dall’evento, Eni in primis che attraverso delle installazioni in “Eco Design” vorrebbe pulirsi la faccia per le atrocità contro la popolazione e le devastazioni ambientali commesse in Nigeria e in Libia attraverso l’estrazione petrolifera.
Il “FuoriSalone” viene contestato anche in quanto parte del processo di gentrificazione che caratterizza la “Smart City”.
Gentrificazione infatti si rivela infatti sinonimo di inaccessibilità per chi non gode di un certo livello di reddito e i giovani sono tra i primi a non potersi permettere i prezzi esclusivi di questa città come dimostrano le serie difficoltà ad acquisire indipendenza dal nucleo familiare e il conseguente diffuso disagio nel trovare soluzioni abitative adeguate.
Il “FuoriSalone”, ribadiscono gli studenti, non è tuttavia un fenomeno anormale ed estraneo rispetto all’organizzazione dell’istituzione universitaria, in quanto la presenza dei privati è strutturale. Essi infatti svolgono un ruolo egemonico all’interno del consiglio di amministrazione e la produzione culturale, l’informazione e la ricerca accademica sono subordinate al profitto e rifunzionalizzate socondo gli interessi delle aziende.
L’università stessa assume il ruolo di azienda e il sapere diventa la merce da cui estrae valore. L’offerta formativa e le lauree vengono vendute come un pacchetto pagabile in comode rate annuali che gli studenti potranno forse un giorno “spendere” per entrare negli ingranaggi del mercato del lavoro.

Le studentesse e gli studenti dell’Università di Milano affermano con l’azione di oggi di aver voluto “creare una frattura nell’immaginario della nostra generazione, oltremodo colonizzato dalle logiche del consumo e del profitto.
Vogliamo mettere in luce il conflitto e le contraddizioni economiche e sociali tra gli interessi degli studenti e quelli dei privati. Vogliamo rompere la vetrina che questo evento rappresenta. Fuori il salone dall’Università”

Hanno inoltre lanciato un appello a non far cadere nel vuoto ciò che è successo oggi in Università a continuare il discorso e l’opposizione alla presenza dei privati.

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