Conferenza stampa partecipata: presentazione dello sciopero!

8 febbraio, ore 11,30 @ piazza Duca d’Aosta, Milano.

Non Una Di Meno invita giornaliste e giornalisti e tutte le persone interessate alla conferenza stampa partecipata di presentazione dei temi e delle giornate dello sciopero globale transfemminista 2020!

Appuntamento sabato 8 febbraio alle h.11.30 in pizza Duca d’Aosta (ai piedi della “mela”).

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In Italia è in atto una strage silenziosa. Dall’inizio dell’anno sono state uccise dodici donne, in una sola settimana ne sono state uccise sei.

Silenziosa perché messa a tacere o strumentalizzata. Il silenzio di queste morti o delle vere motivazioni che hanno portato alla morte di queste donne è onnipresente. Vengono messe a tacere le voci che ci dicono che una donna viene uccisa ogni tre giorni e che 80% delle volte il colpevole è il compagno o l’ex compagno. Per riempire questo silenzio si parla di raptus, troppo amore, stupida gelosia, giganti buoni, follia del momento e non di quello che è davvero, l’unica ragione è la profonda convinzione da parte dello stato e della società che le donne siano una proprietà esclusiva degli uomini con cui stanno o sono state.

Allargando lo sguardo non abbiamo immagini più rassicuranti, ogni giorno nel mondo vengono uccise 137 donne.

Per questa violenza costante a cui siamo sottoposte, noi scioperiamo. Se le nostre vite non valgono, smettiamo di produrre. Se non siamo abbastanza, noi ci fermiamo e fermiamo tutto.
Non Una Di Meno si prepara in oltre 100 paesi del mondo e in oltre 80 città italiane al suo quarto sciopero globale transfemminista.

Scusate il disagio ma qui ci stanno ammazzando e noi scioperiamo.

Nel 2019, 4000 donne hanno denunciato di aver subito molestie sessuali e il numero non è sicuramente esaustivo, visto che è sempre difficile e doloroso denunciare.
Quindi scusate il disagio ma qui ci stanno molestando e violentando e noi ci fermiamo.

Sempre nel 2019, ogni mese sono state denunciate 4 aggressioni omo-transfobiche, altre sono accadute nel silenzio e nel timore (o certezza) che la società avrebbe giustificato i nostri aggressore.
Quindi nuovamente, ci perdonerete per il disagio ma ci stanno pestando, quindi noi blocchiamo tutto.

Nel mondo 40 milioni di persone sono ridotte in schiavitù, il 71% sono donne. Potrebbe sembrare un problema lontano da noi, eppure anche noi in Italia ospitiamo i nuovi lager e facciamo accordi con la Libia che tortura e stupra giornalmente.
Non è poi così lontano vero? Quindi come avrete intuito, ci scusiamo per il disagio ma qui ci stanno schiavizzando quindi smettiamo di produrre.

Per la stessa posizione lavorativa, una donna guadagna in media un terzo in meno rispetto a un uomo. A peggiorare la situazione ci viene chiesto di essere più disponibili, flessibili e sorridenti, anche quando ci chiedono di firmare le dimissioni in bianco o quando abbiamo paura di restare incinte per tutti i possibili ricatti a cui andremmo incontro.

Davvero, ci scusiamo per il disagio che vi stiamo recando ma questo sistema ci sta togliendo l’aria e ci costringe a farci sempre più piccole, quindi noi ci fermiamo e ci riprendiamo la nostra vita e i nostri spazi.

Oltre 1 milione di donne ogni anno afferma di aver subito qualche forma di violenza ostetrica durante gravidanza e parto, 7 medici su 10 in Italia si rifiutano di applicare la legge 194 mettendo a serio rischio il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza.
Scusate il disturbo ma ci stanno torturando e la nostra libertà di scelta viene costantemente negata quindi blocchiamo tutto.

Sui giornali e in tv ci chiedono di “fare un passo indietro”, e non smettono di raccontare favole fatte di “giganti buoni”, “raptus”, “amore criminale”, “troppo amore” e vestiti troppo succinti prima causa di violenza.
Quindi scusate il disturbo ma non possiamo non fermarci visto che qui ci stanno denigrando.

Gli spazi femministi, come la Casa delle Donne di Milano, subiscono attacchi costanti da parte delle amministrazioni cittadine e delle istituzioni di mercato e polizia.
Per questo, ci scuserete ma vogliono farci chiudere quindi ci fermiamo.

La cultura della violenza distrugge e ingabbia in ogni ambito le nostre vite.
Per questo, scusate il disturbo, 8 e 9 marzo scioperiamo, per tutto quello che il sistema ci infligge un giorno solo non bastava proprio.

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