Legge Zan – Non sarà uno stop pretestuoso a bloccare la nostra lotta!

Oggi, 20 ottobre, dopo più di 20 anni di attesa per l’approvazione di una legge che segna un cambio di passo rispetto alla ferma condanna dell’odio lesbo-omo-transfobico, in Parlamento avrebbero dovuto prendere il via le votazioni per la legge Zan, a integrazione della legge Mancino sull’odio razziale.

L’entourage che appoggia il folle slogan “restiamoliberi” ha fatto slittare, a data da destinarsi, le operazioni di voto.

La scusa starebbe nella condizioni di “isolamento” di alcun_ parlamentari causa Covid. Curioso che la modalità in remoto costituisca un problema proprio, per le nostr_ parlamentar_, soprattutto in un momento in cui anche le operazioni più delicate, relative ai più diversi ambiti lavorativi, vengono svolte a distanza.

Al di là del disagio tutto nostrano, per cui un_ lavorator_ in alcuni contesti può rifiutare di svolgere la sua mansione a distanza e in altri no, anche quando riguardano la legislazione statale, ancora una volta è evidente come la libertà che agitano le destre, e non solo, corrisponde di fatto all’oppressione che chi ha un privilegio che continua a esercitare.

Non sarà uno stop pretestuoso a bloccare la nostra lotta.

Per noi non è solo questione di “dirittipertutti” (slogan della “sinistra istituzionale” che rivela molto già a partire dall’uso onnicomprensivo del maschile plurale):
il nostro è un processo rivoluzionario che, legge o no, è già in atto e prima o poi esploderà in faccia a_ difensor_ dello status quo patriarcale.

La nostra analisi e la conseguente azione sullo stato di cose attuali prendono le distanze dalla logica giustizialista-repressiva che sottende il rispetto della legalità: la fine della violenza strutturale e del patriarcato non derivano dall’applicazione sanzionatoria di una legge, inserita, tra l’altro, in un sistema giuridico fortemente condizionato da logiche patriarcali.

Le discriminazioni e le violenze verso le donne e verso le soggettività LGBTQIA+ sono strutturali, non circostanziali, e nascono dalla necessaria concezione della società in termini di rapporti di dominio e creazione di subalternità,siano essi diretti a persone, o nei confronti dell’ambiente.

Il capitalismo si serve della mentalità oppressiva patriarcale per sopravvivere e il patriarcato si rigenera proprio grazie alla divisione gerarchica che il capitalismo impone.

L’intersezionalita è un punto fermo sul quale dovremmo costruire la società futura, accettare e permettere a ciascun_ la totale e completa autodeterminazione a prescindere dall’estrazione sociale, dal genere, dalla provenienza e dall’abilità.
Tuttavia, con tutte le criticità espresse, questa legge di fatto sancisce un limite giuridico non fraintendibile.

Si è aperta una crepa, dove insinuarci con fervore rivoluzionario.

Una crepa da allargare: il processo non è finito.

Saremo nelle scuole e negli ambienti in cui l’educazione alla sessualità e all’affettivita sarà primo presidio di prevenzione alla violenza, all’emarginazione sociale, alla discriminazione latente che trasforma la vita delle persone Lgbtqiap+ in un’esistenza di serie B segnata dallo stigma della vergogna; continueremo a combattere perché vengano aperti i centri antiviolenza per persone Lgbtiap+; lotteremo, perché nessun_ è sol_ a prescindere dalla differenze, che per noi sono una ricchezza e non certo motivo di divisione; rivoluzioneremo i nostri spazi di vita: dal lavoro, alla casa, ai comitati, ai centri sociali, perché siano luoghi attraversabili da tutt_; non ci fermeremo al raggiungimento di diritti civili come il matrimonio e le adozioni,ma pretenderemo una vita degna, reddito di autodeterminazione e permesso di soggiorno per tutte le persone…e molto di più…di Zan..ma non solo.

Sappiamo che questo sarà solamente un inizio. Dispieghiamo le nostre capacità immaginative al di là dell’ostacolo, per la libertà e l’autodeterminazione totale di ogni soggettività LGBTQIA+, di ogni donna e di ogni uomo non conforme alla eteronormatività, che sopravvivono alla o cadono per la violenza strutturale e di sistema.

Fino alla vittoria!

De Gener Azione

* Foto in copertina di Bruna Orlandi

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