#YoTeCreo – Presidio contro il sistema di potere economico e patriarcale

Lanciamo un appuntamento per poter gridare la nostra rabbia insieme e puntare il dito contro il violador, che non è la singola persona che stupra, ma il sistema di potere patriarcale, razzista e classista che aggredisce e viola tutti i giorni.

Siamo con la ragazza che ha avuto il coraggio di raccontare quanto è successo, noi le crediamo, non è sola.

Siamo con tutte coloro che non hanno avuto modo di agire in questo senso e che non trovano sostegno per uscire dalle situazioni di violenza. Sappiamo che chi subisce violenza ha bisogno di tempo per elaborare e trovare la forza di denunciare perché è sottoposta a visite invasive, perché non viene creduta, perché scavano nella sua vita fino a dire che ha assunto droghe e alcol e che in fondo se l’è cercata.

Non ci stupisce che La Russa abbia usato la propria posizione per screditare pubblicamente una ragazza che denuncia, mandando un messaggio a tutt3: “Non denunciate. Tanto non sarete mai credute”. Non ci stupisce ma fa ci fa incazzare.
El estado opresor es un macho violador!!!

Ci troviamo venerdì 14 luglio h. 18:30 in P.zza XXV Aprile, sotto l’arco. Faremo un ‘El violador en tu camino’ – portate se volete bende nere e dress code – a pochi passi dalla movida di c.so Como che alimenta la cultura dello stupro per i poteri economici di questa città. Vi aspettiamo!

Per saperne di più e approfondire
IL NOSTRO COMUNICATO ESTESO 

Leonardo Apache La Russa, figlio del Presidente del Senato Ignazio La Russa è accusato di violenza sessuale da una ragazza.

Eh sì, al Presidente del Senato diciamo che a stuprare non sono solo gli emarginati, i poveri o gli immigrati ma anche i bianchi padri, mariti e i rampolli di buona famiglia.

I partiti di questo governo fanno da sempre un uso strumentale degli episodi di stupro come sponda per attuare politiche fortemente patriarcali, razziste e fasciste.
Mai che si parli della violenza maschile sulle donne e di genere come violenza patriarcale basata su rapporti di potere, ancora più evidenti e aggressivi quando è coinvolto un ricco, figlio di un uomo potente, praticamente intoccabile.
Non ci sorprende il fatto che Ignazio La Russa usi il suo potere istituzionale e di maschio bianco, etero, ricco, abile per screditare una ragazza che ha denunciato suo figlio per la violenza e lo stupro.

Non ci sorprende ma ci fa incazzare.

Nonostante sia avvocato di lunga esperienza, sembrerebbe che non conosca la legge (L’articolo 609 del codice penale, così come modificato dalla legge 69/2019 – detta Codice Rosso – ha esteso da 6 a 12 mesi il tempo in cui una donna può querelare chi l’ha violentata, il doppio del tempo previsto per tutti gli altri reati) diffondendo falsità a livello mediatico (40 gg sono troppi) e alimentando di fatto la cultura dello stupro.

Sappiamo che chi subisce violenza ha bisogno di tempo per elaborare e trovare la forza di denunciare perché è sottoposta a visite invasive, perché non viene creduta, perché scavano nella sua vita fino a dire che ha assunto droghe e alcol e che in fondo se l’è cercata.
Il Presidente del Senato dalla sua posizione di potere lancia non sola alla sopravvivente ma a tutte le donne un messaggio preciso : “Non denunciate, non verrete credute”.

La nostra prospettiva ribalta la violenza delle parole di La Russa

Diciamo ‘Noi ti crediamo’ #yotecreo

Facile parlare di rispetto per le donne, di schiaffi ai figli violenti e di fare cortei di soli uomini contro la violenza di genere se poi manca l’ABC della cultura del consenso.

Non è tanto difficile:

A. Il sesso con una persona non presente a sé stessa né cosciente è stupro.
B. Il rispetto non è la galanteria da 4 soldi ma la tutela per l’autodeterminazione delle persone.
C. Ci vogliono fondi per i percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sostegno ai CAV, educazione sessuale e alla cultura del consenso nelle scuole e in tutti gli spazi pubblici.
D. Non si può inorridire se a stuprare è una persona non italiana e attaccare la sopravvivente quando si tratta dei “nostri” bianchissimi giovani.

Tutta l’ipocrisia di un governo che continua ad agire contro l’autodeterminazione delle donne e delle persone LGBTQIAP+, che attacca costantemente il nostro corpo, che attua una politica di subalternità e privazione dei diritti fondamentali nei confronti di chiunque esca dai parametri patriarcali, emerge in modo evidente.

Siamo con la ragazza che ha avuto il coraggio di dire cosa è successo, le crediamo, non è sola.
Siamo con tutte coloro che troppo spesso non hanno gli strumenti per agire in questo senso e che non trovano sostegno per uscire dalle situazioni di violenza.
Siamo con tutte le mamme che hanno perso l’affido dei figli dopo aver osato denunciare per violenza il loro ex compagno. Il messaggio che sta passando è ‘non denunciate o perderete i vostri figli?’

Lo abbiamo detto e lo ribadiamo
“El estado opresor es un macho violador”

Non Una Di Meno Milano

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