CNCA e Roma Social Pride: “Nelle tossicodipendenze il Comune di Roma favorisce gli amici e peggiora i servizi”
Presentato oggi al Senato il dossier “La cricca di Alemanno (e Rampelli)”,
un’analisi bando per bando dei finanziamenti nel settore droghe. Tanti sospetti e una certezza: l’Agenzia comunale per le Tossicodipendenze ha sbagliato tutto
“Qual è la priorità che guida il Comune di Roma nella destinazione dei fondi per le tossicodipendenze? L’aiuto alle persone in difficoltà o il sostegno alle organizzazione amiche?”. È questa la domanda che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), il CNCA Lazio e il Roma Social Pride hanno posto presentando oggi a Roma, alla Sala stampa del Senato, il dossier “La cricca di Alemanno (e Rampelli)”, un’analisi dettagliata, bando per bando, dei finanziamenti concessi dall’amministrazione in carica nel settore tossicodipendenze. L’iniziativa – a cui ha partecipato anche Vincenzo Palmieri, della Fondazione Villa Maraini – arriva dopo che è stato reso noto, pochi giorni fa, l’esito dei bandi per i servizi finanziati con i fondi del Comune.
“L’amministrazione – tramite l’Agenzia comunale per le Tossicodipendenze – ha sbagliato tre volte con questi bandi”, dichiarano don Armando Zappolini, presidente del CNCA e Carlo De Angelis, portavoce del Roma Social Pride, a cui aderiscono oltre quaranta organizzazioni del terzo settore romano. “Ha ridotto gli standard di qualità dei servizi comunali per le tossicodipendenze; ha abbassato il numero di servizi per le persone tossicodipendenti; ha investito una quota spropositata di fondi in una prevenzione generica affidata, in larga parte, a soggetti che non hanno esperienza nel settore delle droghe. E tutto questo mentre i fondi disponibili aumentavano. Si tratta di un danno profondo per la collettività e per le persone tossicodipendenti.”
Le organizzazioni promotrici hanno denunciato, ancora una volta, l’epurazione compiuta dall’Agenzia nei confronti delle associazioni e cooperative non allineate al volere e agli orientamenti dell’amministrazione, molte delle quali aderenti al CNCA: “Quattro enti appartenenti al CNCA hanno fatto la storia del contrasto alle tossicodipendenze a Roma: quasi nessuno in città può contare su un curriculum e competenze dello stesso livello. Per questo gestivano, prima degli ultimi bandi, 10 servizi per 1.700.000 euro di finanziamenti. Ora un solo servizio, gestito da un solo gruppo, per complessivi 105mila euro. E chi ha preso il loro posto? Molto spesso organizzazioni che non sembrano avere un’esperienza adeguata, ma soltanto le relazioni giuste.”
“Chiediamo”, concludono don Zappolini e De Angelis, “la sospensione degli affidamenti previsti dagli esiti dei bandi, in modo da poter verificare la trasparenza e correttezza delle gare, e la chiusura dell’Agenzia comunale per le Tossicodipendenze, ente inutile e dannoso, che assorbe il 20% del budget stanziato, uno vero spreco di denaro pubblico.”
Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa
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