Cronaca di uno sciopero generale
Già i giorni prima del 29M a Barcellona in ogni quartiere c’erano i picchetti informativi delle assemblee di quartiere, nate dal movimento degli indignados del 15 M, che la sera percorrevano in lungo e in largo le strade per informare “vecinas y vecinos” dello sciopero generale del 29 di Marzo.
Gli studenti preparavano il loro sciopero, anticipato di un giorno, la maggior parte delle facoltà sono state occupate il 28 Marzo, e sono stati fatti picchetti.
Le facoltà occupate e i picchetti notturni hanno animato la notte prima dello sciopero. Sono state bloccate le vie di entrata principali della città per varie mezz’ore, la polizia ha caricato e arrestato 6 persone, di cui tre quasi immediatamente rilasciate, si sono svolte svariate azioni, contundenti e non; alle 6 sono cominciati i picchetti nei quartieri, per invitare allo sciopero, per cercare di renderlo il più effettivo possibile. Camminando per le vie del centro nove negozi su dieci erano chiusi. Verso metà mattina ci si è riuniti in due picchetti unitari, che, dirigendosi verso la partenza del corteo hanno fatto varie azioni; lancio di spazzatura, poi incendiata, nelle sedi di svariate banche, un presidio permanente davanti al Corte Inglés, il più grande centro commerciale spagnolo, che ha chiuso, e molte altre, impossibile contarle e raccontarle tutte.
Quello che stupiva era come le diversità si componevano, come ogni persona trovava il suo posto.
Verso le due le prime cariche; un po’ di dispersione e via che si riparte in corteo, o meglio in due cortei, quello dei sindacati istituzionali, UGT e CCOO e quello dei sindacati anarchici, CGT e CNT, e delle assemblee di quartiere.
Previsto un altro corteo alle sei lanciato dalle assemblee di quartiere, ma la polizia già caricava intorno a Plaza Catalunya, non l’ha lasciato partire; da quell’ora in poi gli antidisturbios hanno fatto caroselli, hanno sparato proiettili di gomma all’altezza dei visi, gas lacrimogeni, hanno picchiato in una città letteralmente ardente. Ci sono stati 15 feriti gravi, e un ragazzo di 22 anni operato per essere stato colpito con un proiettile di gomma, uno ha perso un occhio, non si contano i contusi. Ma la gente non se ne andava. Era un correre e ritornare, correre e ritornare, in una Barcellona materialmente infuocata. Fino a mezzanotte si è rimasti in strada, per capire cosa succedeva, per fare sciopero, semplicemente per esserci. Ci sono stati molti arresti.
É stato un giorno di lotta, nel senso più materiale della parola, un giorno di sciopero effettivo.
Dagli iaioflautas, anziani che lottano contro i tagli alle pensioni, che hanno bloccato una via alle undici e nel mezzo dei caroselli, impassibili, hanno continuato a distribuire panini e bevande, a chi incendiava cassonetti.
Un giorno in cui adrenalina, paura, contentezza si alternavano con velocità, così come azioni, cariche, cori e canti.
L’80% dei lavoratori ha scioperato in Catalunya, e queste le cifre di chi può scioperare, a cui bisogna aggiungere i disoccupati, gli studenti, gli stagisti, quelli che stanno facendo un periodo di prova, che hanno fatto sciopero sociale e di consumo.
È stata una giornata che i media indipendenti, riunitisi sotto il nome di Agencia 29, hanno narrato minuto per minuto attraverso Twitter e una radio FM, contribuendo a coordinare e informare gli stessi manifestanti.
Per una cronaca della giornata: http://agencia29.net/ , su Twitterhttps://twitter.com/#!/agencia
Reportage fotografici:
di FotoMovimiento15M http://www.flickr.com/photos/a
di outofline_C del collettivo outoflinephotocollective www.outoflinephotocollective.o
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