Da Roma su Roma e fascisti

E’ la versione lugubre dell’estate «romana», una consuetudine inquietante
che segna la fine d’agosto e l’inizio di settembre da diversi anni.
Sicuramente dall’omicidio di Renato Biagetti, nel 2006. Come un rituale
vigliacco i fascisti colpiscono di nuovo, questa volta se la prendono con
decine di ragazzi e ragazze, quasi tutti studenti delle scuole superiori di
Montesacro e dintorni, che vogliono festeggiare gli ultimi scampoli
d’estate a suon di musica reggae, dub, drum’n’bass. Una festa aperta a
tutti, per autofinanziare la nascita di un nuovo collettivo studentesco.
Lunedi 10 settembre, finalmente una serata fresca dopo il caldo torrido
d’agosto. Il posto è bellissimo, parco di Aguzzano, periferia nord est
della capitale, al confine tra il municipio V e IV. Verso le due e mezza di
notte, mentre si smontano le ultime cose, appaiono in venti, caschi
integrali, mazze, catene e tirapugni. Puntano dritti verso un dj, lo
colpiscono da dietro mentre lui sta scappando. Inseguono ragazzi
giovanissimi, alcuni riescono a infilarsi tra i palazzi appena fuori al
parco, altri vengono accerchiati e colpiti, tutti urlano.Tre studenti
finiscono all’ospedale, dove vengono medicati con diversi punti di sutura
in testa, contusioni alle braccia e alle gambe. Più tardi si viene a sapere
di un quarto giovanissimo accoltellato alla gola che se l’è cavata per un
miracolo.

Il raid è durato pochissimi minuti, a dimostrazione di un’organizzazione
“militare” tanto infame quanto precisa. Gli studenti aggrediti non hanno
dubbi, parlano esplicitamente di Casa Pound e Blocco studentesco. Perché
un’aggressione squadrista nei confronti di una iniziativa sociale a pochi
giorni dalla riapertura delle scuole? Negli ultimi due anni la formazione
neofascista, insieme alla sua costola studentesca, sembrano in deciso
declino. La caduta di Berlusconi prima, le divisioni nel centrodestra, il
rapporto incerto con Alemanno e, soprattutto, l’assoluta marginalità
politica dentro la tempesta della crisi economica hanno messo all’angolo le
operazioni spregiudicate dei “fascisti del terzo millennio”. Lo spartiacque
della storia recente di Casa Pound continua ad essere la “battaglia di
piazza Navona”, ottobre 2009, quando il movimento dell’Onda decise di fare
piazza pulita degli amichetti della Gelmini. Da allora, Iannone e camerati
hanno tentato un percorso di consolidamento sociale, che però non è andato
a buon fine. Basta ricordare la cacciata forzata dal IV municipio dello
scorso anno, nonostante la complicità della giunta locale e del gabinetto
del sindaco, quando giocarono la carta dell’occupazione “abitativa” in zona
Prati Fiscali, a poca distanza dal quartiere “nero” di piazza Vescovio. Si
sentivano protetti dall’alto e confortati dalla collocazione geografica, ma
tutto questo gli è servito poco, davanti l’ostilità di tanti abitanti e la
contestazione dei movimenti di zona.

Il resto è storia recente: da una parte, la lotta intestina alle formazioni
neofasciste, a metà tra la contesa politica e quella per i traffici con la
criminalità organizzata; dall’altra, l’arroganza di una pratica violenta
che vive nella convinzione della perenne impunità. In questi contesti
avviene la gambizzazione nel 2011 di *Andrea Antonini*, coordinatore
nazionale di Casa Pound Italia e consigliere comunale del XX municipio, e
la condanna in primo grado a due anni e otto mesi per Antonio Palladino,
detto “Zippo”, dirigente di spicco di Roma, responsabile di una
pesantissima aggressione nei confronti del capogruppo municipale del Pd e
di alcuni giovani militanti.

E’ probabile che il raid squadristico di Aguzzano rappresenti la prova
generale dell’imminente campagna elettorale, il solito modo per provare a
pesare sul traballante tavolo delle alleanze – o delle convenienze
parallele – messo in piedi dal sindaco con celtica al collo. Al di là delle
schermaglie di facciata, in questi anni la segreteria di Alemanno, tramite
il ruolo chiave di Antonio Lucarelli (ex Movimento politico e Forza nuova),
ha sommerso di prebende e finanziamenti la creatura di Iannone. L’ultimo
regalo verrà discusso nei prossimi giorni in Campidoglio in occasione del
dibattito sul bilancio. Si tratta di una permuta immobiliare, per un
credito di circa 11 milioni di euro, che verrano investiti per
l’acquisizione della sede nazionale di via Napoleone III, nel cuore della
capitale. Per i movimenti e per le reti territoriali la sfida è complessa
ma obbligata: non cedere alla logica dello “scontro tra bande”, rilanciare
una campagna pubblica e trasversale per la chiusura delle sedi fasciste,
affermando allo stesso tempo una nuova capacità di autodifesa che sia
antitetica alla cultura squadrista. Per queste ragioni, nei prossimi giorni
torneremo in tanti al parco di Aguzzano, per una grande serata di festa e
di lotta. Avremo gli occhi aperti, ma non staremo più a guardare.

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