[DallaRete] #JESUISDIRIENZO! (impedito un dibattito femminista e lgbt*q allo Zucchi di Monza)

monza-il-consiglio-del-liceo-dice-no-stop-allincontro-con-il-collettivo-tr_aac7a35a-be72-11e4-a1c4-3720365d193d_998_397_big_story_detailAlla cortese attenzione
delle studentesse e degli studenti,
delle professoresse e dei professori,
delle lavoratrici e dei lavoratori,
del dirigente scolastico Vincenzo Di Rienzo

del liceo classico Zucchi di Monza

Alla cortese attenzione
del direttore coordinatore dell’ufficio scolastico provinciale di Monza e Brianza
dott. Marco Bussetti

#JESUISDIRIENZO!

Apprendiamo solamente tramite l’articolo di Monica Bonalumi, apparso sul quotidiano Il Cittadino in data 27 febbraio 2015 (http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/monza-il-consiglio-del-liceo-dice-no-stop-allincontro-con-il-collettivo-trans_1107425_11/) il motivo per il quale è stato respinto l’invito che le studentesse e gli studenti del liceo classico Zucchi di Monza avevano precedentemente fatto ad un rappresentante del collettivo Off Topic e ad una rappresentante del nostro collettivo Le Lucciole, ma avremmo preferito non venirne a conoscenza.

Sentiamo la necessità di fare chiarezza circa il nostro conto non tanto per delucidare Di Rienzo, ma soprattutto gli studenti e le studentesse che in quella scuola studiano. Le Lucciole sono un collettivo femminista e lgbit*q, composto da studenti e studentesse universitare/i, da laureati/e, da lavoratrici e lavoratori precari/e, da ricercatori dell’Università, da insegnanti, da disoccupati che collettivamente analizzano e si confrontano su alcuni temi e che si impegnano in alcune lotte sociali. Siamo donne, gay, bisessuali, lesbiche, travestite, transgender e queer e questo è l’unico curriculum che riteniamo valido per parlare di noi stesse e dei diritti a noi negati. Siamo molto incuriosite di sapere quali siano stati i parametri per valutare i nostri curricula, quali considerazioni il Consiglio di Istituto e il Dirigente scolastico abbiano fatto per vietare ad un nostro compagno di tenere un incontro nella loro scuola. Insomma, in un periodo in cui siamo un po’ tutti e tutte CharlieHebdo ci incuriosisce sapere in che modo la libertà di espressione venga concessa all’interno del vostro istituto scolastico. Dubitiamo fortemente che vi sareste permessi di non far entrare a scuola un giornalista, un professore, un medico o un avvocato, perché vi sareste accontentati del loro titolo di laurea o della loro iscrizione ad un albo come unico curriculum. Agli studenti e alle studentesse della scuola chiediamo allora di pretendere che il vostro Dirigente scolastico e che tutti i rappresentanti del corpo docenti vi mostrino i loro curricula prima di sottoporre loro i nomi di eventuali prossime relatrici e relatori ad un vostro incontro, perché questo è il risultato logico della cattiva lezione che vi hanno insegnato. Docenti e Dirigente hanno ritenuto che il rappresentante delle Lucciole non potesse tenere l’incontro perché non hanno ritenuto valide le sue competenze circa pinkwashing, pinkmarket, omonazionalismo, femonazionalismo, strumentalizzazione delle identità di genere, omonormatività e greenwashing. Di questo avremmo tanto voluto parlarvi. Evidentemente il Dirigente ha valutato che noi non siamo in grado di farlo. Il nostro amore per la cultura e il sapere ci impone di dirvi allora che non è importante a questo punto che a parlarvene siamo noi, ma l’importante è che voi veniate a conoscenza di questi temi. Temi che sono oggetto di corsi di studi delle maggiori facoltà europee, ma dei quali evidentemente vi può benissimo parlare il Dirigente o qualche docente rappresentante di Istituto, competenti di tematiche queer e di gender studies tanto da poter bocciare la nostra preparazione al riguardo.

Non chiediamo scuse per le porte chiuse in faccia, ma vogliamo solo far riflettere le studentesse e gli studenti su questo gesto. Di Rienzo dovrebbe chiedere scusa a voi tutte e tutti per quello che ha dichiarato in quell’articolo, perché mostra impreparazione e qualunquismo ad un livello che non ci aspetteremmo da un dirigente scolastico. Nell’articolo leggiamo infatti che dal Suo punto di vista “ non ci saranno problemi se vorranno parlare di possibili infiltrazioni mafiose nei cantieri, della tutela dell’ambiente, del cemento […]”. Insomma il dux , in senso etimologico, Di Rienzo decide su quali temi si possa parlare senza avere problemi, e su quali altri invece, evidentemente, un po’ di problemi, di conseguenza, se ne hanno. Vorremo poter vedere il curriculum di chi ha consegnato il liceo Zucchi nelle mani di chi si permettere di usare questo tipo di retorica. Sempre dall’articolo evinciamo un’altra considerazione, ossia quella per cui alcuni insegnanti e genitori abbiano espresso preoccupazioni sulla nostra presenza con l’omofobo consigliere regionale Stefano Carugo. A parte il soggetto in questione, che più volte si è definito “crociato” della famiglia, rattrista il fatto in sé, la necessità di chiedere l’aiuto di un intervento esterno, piuttosto che confrontarsi con gli studenti e le studentesse, chiedere loro delucidazioni e opinioni e semplicemente lasciare organizzare loro il momento assembleare, assumendosi ogni responsabilità circa i temi da trattare e gli inviti da fare. La dichiarazione del crociato nell’articolo però dice una cosa sensata (incredibile dictu!); non abbiamo nulla a che fare con l’Esposizione. Vogliamo rappresentare l’altra parte, la controparte. Sì perché forse, per chi ci si rivendica la libertà dei crociati, può sembrar difficile comprendere che la democrazia vorrebbe che qualcuno possa parlare a favore di Expo, e qualcun altro possa invece dire che con Expo non bisogna averne a che fare.

 Rimaniamo disponibili con le studentesse e gli studenti dello Zucchi per un momento di condivisione circa la tematica Expo e Genere, a partire dalle considerazioni che abbiamo sviluppato in collettivo e con le altre realtà nazionali della rete NoExpoPride circa la campagna Women for Expo e la strumentalizzazione delle identità lgbt a fini commerciali che normalizzano e opprimono donne e soggetti lgbit*q.

Per ora possiamo solo consigliarvi di visitare il nostro blog , quello della rete NoExpo e quello della rete NoExpoPride e di leggere l’abstract di presentazione del nostro lavoro su Expo e Genere inserito all’interno del ciclo di conferenze organizzato dall’Università di Otago, in Nuova Zelanda, durante il quale siamo state/i invitate/i ad intervenire (anche se forse qualcuno del vostro liceo potrebbe richiedere il curriculum del Rettore dell’Università di Otago, prima di dare valore alla suddetta conferenza.
http://www.otago.ac.nz/mfco/otago083716.pdf).
Collettivo femminista e lgbit*q Le Lucciole

Milano, 3 marzo 2015

http://lelucciole.noblogs.org/jesuisdirienzo/

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