[DallaRete] Parma – No Ogm, occupata la sede dell’Efsa, le “forze dell’ordine” aggrediscono gli attivisti

 

BjKV16zIAAAzw97_(1)Circa 100 attivisti dei centri sociali dell’Emilia Romagna, Marche e Nord Est per dire NO OGM sono riusciti ad entrare nella sede dell’ente scavalcando i tornelli interni, invadendo l’atrio e poi improvvisando un corteo interno, salendo anche alcuni dei piani superiori e interrompendo la proclamazione del direttore generale di EFSA.

Tutto senza particolari tensioni né con il personale di sicurezza né con gli impiegati che per lo più si sono limitati a guardare.

EFSA non è certamente un “luogo privato”. EFSA è un luogo pubblico per la sua natura di ente Europeo ma soprattutto perché riguarda la salute e la sicurezza alimentare e ambientale di tutti noi, e per questo ci è decisamente difficile ritenere illegittima la nostra azione di oggi.

Vi sono molte criticità, come spieghiamo diffusamente più avanti, nel processo con cui EFSA esprime la sua valutazione di rischio a proposito degli OGM. Da molto queste criticità sono state descritte, discusse, segnalate da scienziati e grandi associazioni ambientaliste, ma senza una risposta da parte dell’ente né, tantomeno, alcuna modifica alle sue linee guida.
A fronte dell’attacco massiccio che la lobby del biotech sta sferrando per allargare il mercato degli OGM in Europa, il nodo dell’EFSA diventa centrale per denunciare come non ci sia realmente una valutazione seriamente scientifica del rischio e della realtà delle sementi che poi vengono sempre iscritte a registro.
Del resto, come dice la stessa EFSA, le valutazioni di rischio sono solo uno degli elementi di cui la Commissione Europea tiene conto, “insieme ad altri”.
Ci piacerebbe sapere quali sono questi altri che, evidentemente, possono divenire variabili indipendenti dal rischio e dalla sicurezza.
Del resto, accade sempre che la Commissione Europea ignora il parere contrario di molti degli stati Europei per procedere all’approvazione delle richieste.
È evidente quindi, che EFSA e la Commissione Europea funzionano più da commessi del biotech che da istituzioni.

Per questo oggi siamo entrati nella sede della NOSTRA agenzia per la sicurezza alimentare.

E la reazione della Polizia è stata allucinante.

Dopo la dinamica interna descritta poco sopra, nel momento in cui tutti gli attivisti erano nel piazzale esterno e stavano parlando con il personale EFSA che era stato fatto evacuare  – tanto per restituire il calibro draconiano delle misure prese – le “forze dell’ordine”, arrivate in grande spolvero con polizia, carabinieri e guardia di finanza, hanno improvvisamente tentato di sbarrare le cancellate di accesso.
Prontamente gli attivisti sono corsi verso le medesime cancellate per garantirsi una via d’uscita e in quel preciso istante è scoppiata una follia di manganellate, in particolare contro le ragazze, calci, sputi, insulti di un livello indecente e persino una pistola (nota: che sia stata estratta, che sarebbe gravissimo, e poi persa o direttamente persa, ciò si configura come un errore sbalorditivo e gravissimo delle forze di polizia).
Dopo un confronto piuttosto duro gli attivisti sono riusciti a conquistare l’uscita e a non farsi rinchiudere, iniziando per protesta un corteo spontaneo, subito accerchiati da un numero spropositato di “forze dell’ordine”, in un clima pesantissimo di intimidazioni, provocazioni e oltraggi personali.

Per circa una mezz’ora, con altre cariche, manganellate sui volti e le teste, cascate addosso a un attivista schiacciato sul cofano di un’auto, il corteo ha attraversato la città per dirigersi verso il Municipio a chiedere conto a Pizzarotti, sindaco del movimento M5S, della democrazia nella sua città che si piega all’inceneritore e non si accorge delle strane dinamiche di EFSA sugli OGM, ma è prontissima a scatenare una repressione incredibile contro degli attivisti che non hanno fatto altro che portare fisicamente delle domande a EFSA.

Il corteo è stato bloccato in mezzo a un ponte chiuso da cordoni di polizia in assetto antisommossa, sotto il ricatto di acconsentire all’identificazione di massa o essere fermati in questura.

Nello stesso tempo le stesse “forze dell’ordine” invitavano i cittadini che assistevano ai fatti e che volevano essere informati ad allontanarsi. Alla faccia della partecipazione cittadina …

Gli attivisti hanno rifiutato sia di farsi portare in Questura sia di consegnare i documenti.

Chiedendo invece che fossero identificati il nome dell’agente Digos che ha preso la pistola, il nome del carabiniere che ha preso a cascate un ragazzo, il nome di chi ha manganellato in faccia una giovane ragazza.

Solo dopo ciò la situazione si è sbloccata consentendo agli attivisti di poter andarsene senza consegnare nessun documento identificativo.

Una giornata vergognosa per chi gestisce la città di Parma.

Una buona giornata invece per la riapertura di una campagna contro gli ogm, a partire dal fatto che non c’è alcuna Authority che, in questo campo, intenda seriamente garantire nulla a proposito di salute, ambiente e sovranità alimentare per continuare sui territori con un conflitto aperto e radicale contro i tentativi di introdurre queste colture sulla nostra terra.

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/parma-iniziativa-no-ogm-allefsa-la-polizia-provocatoriamente-carica-gli-attivisti-una-giovane-ragazza-colpita-violentemente-in-faccia/16745

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