[Re/digit] Eravamo tanti, ma non eravamo tutti!
Alle 19 la Grande Milano si muove veloce, la gente sembra fuggire dal luogo dove ha trascorso 8-9 ore della sua giornata e ora si avvia frettolosa verso una possibile casa più gratificante.
In piazza oltre 300 persone si muovono lentamente per rivendicare, sotto i palazzi dell’inutile potere della politica, il diritto elementare di essere ascoltati, di essere informati.
Della Via d’Acqua che Expo si è inventato come grande opera per esaltare l’Esposizione Universale è rimasta solo l’ipotesi di un “tubo idraulico” che ancora preoccupa per la sua inutilità.
L’attenzione dei cittadini che hanno costretto Expo a rinunciare alla devastazione che la Via d’Acqua avrebbe provocato nei parchi pubblici a Ovest di Milano, rimane all’erta.
E’ bello vedere e sentire la coscienza critica dei cittadini rivendicare con determinazione la politica del bene comune, il diritto alla partecipazione attiva alla sua difesa.
E’ bello sentire e vedere, dentro una città distratta, un corteo di cittadini con ceri accesi lungo la via Dante, annunciare ai passanti, con ragionamenti semplici, le ragioni della loro presenza.
Ed è soprattutto bello vedere e sentire l’entusiasmo di una presenza festosa che richiama attenzione e consenso di chi si ferma ad ascoltare.
Forse è solo una speranza, ma noi lo rivendichiamo come diritto: questa politica delle grandi opere, delle grandi speculazioni e della devastazione del territorio deve finire.
I cittadini in piazza non erano tutta la città, ma hanno voluto mostrare che è sempre possibile, anche contro poteri speciali come quelli conferiti ad EXPO, sconfiggere quella politica che privilegia gli interessi privati a danno del Bene Comune.
Forza! Ogni giorno ha il suo tempo e il suo spazio per incontrare persone “belle” con le quali condividere la speranza di un possibile cambiamento.
Comitato No Via d’Acqua