Vertice Arabo sulle crisi in medio oriente

 

Da http://nena-news.globalist.it/?p=18114

Roma, 28 marzo 2012, Nena News – I ministri degli esteri arabi definiranno oggi la bozza di risoluzione del summit in corso a Baghdad che verrà sottoposta domani all’approvazione dei leader. Stando alle indiscrezioni riferite dalla agenzia francese Afp, i leader arabi chiederanno al regime siriano di avviare colloqui con le forze di opposizione e la «fine delle violenze». Chiederà inoltre all’opposizione siriana di serrare i ranghi e di prepararsi ad un dialogo serio con le autorità di governo. La risoluzione inoltre esprimerà appoggio al piano in sei punti dell’inviato dell’Onu e della Lega Araba Kofi Annan, accettato ieri dal presidente siriano Bashar Assad. Verrà solo menzionata la questione dei palestinesi sotto occupazione israeliana. Poco spazio anche per altre crisi: Libia, Yemen e Bahrain.

Le pressione saudite e qatariote

E’ fin troppo evidente che la mano saudita e qatariota si è fatta pesante negli ultimi giorni per imporre che sul tavolo ci sia una sola vera questione: la Siria di Bashar Assad. L’Iraq (a maggioranza sciita), secondo la stampa araba, aveva cercato di porre l’attenzione anche su ciò che accade in Bahrain. Ma la minaccia di Riyadh di inviare una delegazione di bassissimo profilo a Baghdad ha frenato il premier iracheno Nour al Maliki (accusato anch’egli di autoritarismo e discriminazioni a danno dei cittadini sunniti), spaventato dall’idea di un fallimento del vertice.

Il governo al Maliki vuole mostrare un Iraq nuovo che non c’è

Al Maliki grazie al summit vuole mostrare il «volto nuovo» dell’Iraq dopo il ritiro delle forze di occupazione americane (che dietro però si sono lasciate un bel po’ di contractors e spie della Cia travestite da uomini d’affari). Baghdad è disseminata di aiuole ben curate, molte strade sono state asfaltate di recente, gli hotel sono stati ristrutturati e opere di abbellimento sono presenti un po’ ovunque. Lavori costati 500 milioni di dollari, ai quali se ne aggiungono altri 500 che Baghdad pagherà al Kuwait come riparazioni della guerra del 1991 e 408 in risarcimenti per i lavoratori egiziani costretti a lasciare il paese venti anni fa. Debiti con Egitto e Kuwait che Maliki ha accettato di pagare in tempi stretti proprio per non turbare la riuscita del vertice. Sforzi che tuttavia non cancellano l’immagine di un Iraq nel caos e dove sono ripresi gli attentati che in queste ultime settimane hanno fatto 300 morti e feriti.

Soluzione interlocutoria in attesa del secondo incontro degli «Amici della Siria»

Il vertice si concluderà con una risoluzione interlocutoria sulla Siria, senza chiedere, come avrebbero voluto Doha e Riyadh, al presidente Assad di dimettersi. L’Arabia saudita e il Qatar tuttavia proveranno ad assestare il Damasco domenica prossima in Turchia dove si terrà la seconda conferenza degli «Amici della Siria». A Istanbul si prevedono il taglio collettivo delle relazioni diplomatiche con Damasco e l’ampliamento dell’appoggio «non-militare» all’opposizione siriana. Le armi però clandestinamente già raggiungono i disertori. Nena News

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