Cop25 – Conferenza sui cambiamenti climatici sull’orlo del fallimento

Non sono bastate due settimane di incontri a Madrid.

La Conferenza sui cambiamenti climatici organizzata dall’ONU non era iniziata sotto i migliori auspici.

Il Cile, che avrebbe dovuto ospitarla, aveva rinunciato a seguito dell’ondata insurrezionale contro il presidente Pinera tuttora in corto.

La conferenza era stata quindi spostata a Madrid dove, dopo ben due settimane di trattative non si è raggiunto nessun accordo.

Non è un caso che la conferenza, che avrebbe dovuto concludersi il 13 dicembre si stia trascinando oltre il limite previsto nel tentativo di raggiungere un accordo in extremis.

Da quello che trapela non c’è mai stata tanta distanza tra le richieste degli scienziati e dei movimenti per la giustizia climatica che sono stati capaci di portare in piazza proprio a Madrid più di 500.000 persone e le posizioni dei politici. Se accordo ci sarà il rischio concreto è quello tipico della “montagna che partorisce il topolino”.

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Ma quali sono i punti su cui si sta arenando la trattativa?

Lo scoglio maggiore da superare è quello della definizione dei tagli alle emissioni di anidride carbonica. Questo è il vero punto focale.

Ci sono però altri due elementi di contrasto.

Il primo riguarda gli strumenti di supporto ai paesi colpiti da catastrofi naturali e climatiche. E’ evidente che in questo caso la frattura è tra paesi ricchi e paesi poveri. Con l’Africa e le isole che rischiano di essere sommerse nei prossimi anni a causa dell’innalzamento dei mari a recitare la parte dei vasi di coccio tra i vasi d’acciaio.

Il secondo punto è relativo al mercato del carbonio dove diversi giganti geopolitici come Brasile, Russia, Cina e India si stanno muovendo coi piedi di piombo.

Nonostante l’ottimismo di facciata della presidenza cilena il rischio di flop è alto.

Tanto è vero che Greta, nel suo viaggio di ritorno verso la Svezia, ha pubblicato un twit laconico che non ha bisogno di troppi commenti.

Staremo a vedere.

 

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