Covid19 – Non se ne parla…
10 marzo 2020
Abito in un paesino della provincia lombarda con mia moglie e 3 figli da 2 a 12 anni. Il 10 marzo mi sono ammalato: mal di testa e febbre bassa. Chiamato il medico di famiglia nei primi giorni mi sono curato con tachipirina e aspirina.
Vengo a farmi visitare?
Ah non si fanno visite?
Ma non saranno mica i sintomi del Covid?
No?
Ma si può fare un tampone?
Non se ne parla.
Senza tosse pare non sia covid…ma mi raccomando la mascherina, ah giusto la mascherina, in casa con 3 bimbi.
17 marzo 2020
Dopo qualche giorno la febbre si è alzata fino a 39.5, è arrivata la tosse secca ed è scomparso l’appetito: in accordo, sempre telefonico col medico, siamo passati ad un antibiotico particolarmente adatto alla polmonite. A questo punto le mie forze sono notevolmente calate al punto da non potere alzarmi dal letto.
Forse conviene fare una visita in ospedale?
Ah sarebbe meglio fare una lastra ai polmoni, ma vista l’emergenza Covid non è consigliato recarsi in ospedale capisco.
Ma fare un tampone?
Non se ne parla…ma il mio nominativo è stato inviato all’azienda sanitaria che mi chiamerà per farlo.
Sì i bimbi stanno bene, e mia moglie anche, no che non sono isolati, viviamo insieme e mi cura mia moglie…
Ovviamente in questi giorni abbiamo deciso, io e mia moglie, di non isolarmi dal resto della famiglia, sarebbe stato impossibile per la conformazione della casa, per la curiosità dei bambini di cui uno di due anni che dorme accanto a noi, e poi per non diffondere paura e tensione fra di noi. Intanto il medico di famiglia, in contatto telefonico quotidiano più volte al giorno, ci propone di monitorare l’ossigeno nel sangue con un saturimetro che acquistiamo in farmacia. Il livello normale di saturazione sarebbe 97/98. Quando dopo i primi giorni di antibiotico il valore è sceso a 89, la febbre ha continuato ad essere alta e la tosse sempre più forte abbiamo deciso di chiamare il numero d’emergenza nazionale il 1500: nessuna risposta…più volte durante tutta la giornata, nessuna risposta. Allora abbiamo chiamato il numero verde regionale e dopo svariati tentativi hanno risposto
Buongiorno, sono malato, ho febbre da una settimana, tosse secca, saturazione a 89, cosa posso fare?
Certo che ho chiamato il medico! Lo sento ogni giorno da una settimana, ma ora ci sembra necessario un intervento diverso…
La guardia medica? Dove abito? Ma che c’entra?
Ah così mi dicono loro cosa fare…
Magari mi fanno il tampone?
Non se ne parla.
Mi dà il numero…va bene…grazie mille.
Basito dalla consulenza ricevuta (ma cosa mi può dire la guardia medica in più del medico curante?) ho comunque chiamato il numero….inesistente! Allora incuriosito vado a cercare il numero della guardia medica e scopro che è cambiato da 6 mesi, ma a quel punto mi lascio andare allo sconforto e al riposo.
24 marzo 2020
Di fatto poi l’antibiotico comincia a fare effetto: la febbre scende, la tosse diminuisce e l’appetito ritorna.
Il medico mi dà dei ricostituenti e piano piano mi riprendo.
Ah dice che i sintomi a questo punto sembrano proprio quelli del Covid19?
Ma fare un tampone?
Non se ne parla
Ma almeno ai miei familiari?
Non se ne parla certo
10 aprile 2020
Dopo 30 giorni circa di malattia, posso dire di essermi ripreso, grazie all’assistenza quotidiana del medico curante e le cure di mia moglie.
In quei giorni alcuni vicini si accorgono che sono stato malato e mi chiedono come mai i bambini continuano ad uscire in giardino a giocare.
Ma in che senso? Io ho avuto una polmonite, i bimbi stanno bene…Covid? Non lo so, come posso saperlo? Fatto il tampone? Macchè, non se ne parla
Dovrei stare in casa io? Figurati se esco sono ancora convalescente…
E i miei familiari anche? Beh ma sono bimbi e vanno solo in giardino…
Potrebbero essere asintomatici?
Mmh ma allora anche tu potresti essere asintomatico?
Il virus resta sulle superfici? Anche all’aperto? Non si può più passare in giardino perché ci sono passati i miei bimbi!?
20 aprile 2020
10 giorni dopo ho l’opportunità di fare il testi sierologico. Chiamo per farlo, mi dicono che ne ho diritto solo se devo rientrare al lavoro e se ho parenti che fanno lavori sanitari, rispondo affermativamente, chiedo se anche i miei familiari ne hanno diritto, mi dicono che per ora non è previsto.
Faccio il test e dopo tre giorni un volontario mi porta i risultati: positivo! ho fatto il coronavirus! Gli esiti dicono che ho sviluppato le immunoglobine IGG e IGA, ma il medico mi dice che quelle che rivelano se sono positivo al momento sono le IGM.
Ma perché se il Comune spende 25.000 euro per offrire il test sierologico ai cittadini non rileva le IGM?
Forse perché la positività la dovrebbe rilevare l’azienda sanitaria?
Rientro al lavoro in rigoroso smart working, ma l’azienda giustamente mi chiede rassicurazioni rispetto alla mia condizione sierologica e cosa posso dire se non che: risulta che ho fatto il Covid19, ma non so se ora sono positivo o no…
27 aprile 2020
Alla fine i miei dati vengono inviati all’azienda sanitaria sia dal Comune che dal medico curante…e finalmente dopo 57 giorni dai primi sintomi mi danno l’appuntamento per fare il tampone.
Quando mi chiamano chiedo: ma il tampone per i miei familiari?
Non se ne parla…
4 maggio 2020
Proprio il giorno di inizio della fase 2 ricevo i risultati del tampone: risulto negativo, non sono contagioso. Posso tornare al lavoro.
E i miei familiari?
Non se ne parla…
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Sarebbe stato meglio fare il tampone molto prima