Covid19 – Tutti eroi…sugli striscioni degli altri

Un soleggiato week-end di fine febbraio, il solito brulichio di gente: c’è chi è rimasto in città, e chi è fuggito per godersi un po’ di azzurro e qualche raggio di sole in più.
Per chi è in città, dalle finestre dei cortili echeggiano sigle di tg e notizie contrastanti, la gente si chiede cosa stia accadendo lì fuori, ma c’è chi nello scorrere incessante delle folle e dell’economia, non se ne accorge nemmeno.
Si parla di virus, polmonite, o semplice influenza, zona rossa e tutti a casa dal lavoro: ovviamente fate largo alle parole, tutti opinionisti e chi più ne ha, più ne aggiunge…

E tu, la solita fuori dal coro, fai parte di quella categoria che lavora nel sanitario, nel sociale, in un servizio a detta dell’Ats, essenziale. Mentre tutto, o quasi tutto si ferma, tu sei lì accanto a chi è più fragile, e che mascherina o no, ha bisogno di un tuo sorriso per far splendere la sua giornata.
Dopo poche mattine, in cui sembra esplosa la catastrofe, tra silenzi perdifiato e sirene, ti svegli e ti ritrovi anche tu, a far fatica a tirarti su dal letto: dolore dappertutto, la temperatura del termometro è su di giri, e gli occhi bruciano e lacrimano senza sosta, e senza un perché.
Attimi di panico, se dai retta ai notiziari, provi a rassicurarti pensando “mi sarò beccata un malanno di stagione, passerà”.
Ma a dirla tutta, la temperatura il giorno successivo è ancora alta, contatti il medico di base, che ti consiglia di prendere della Tachipirina e di contattare il numero emergenza Covid19 regionale, ma anche il tecnico dell’assistenza, stessa risposta “stia tranquilla, prenda una Tachipirina, stia in casa ed eviti i contatti con altra gente”.

A distanza di giorni, la temperatura ha raggiunto un equilibrio non allarmante, ma che oscilla tra i 37° e 37,5°, infondendo ancora malessere fisico.
Dall’esterno e dalle notizie, si respira aria affannosa, e sirene senza sosta, e in preda ancora al malanno mi faccio strada da sola e con un telefono all’orecchio, alla ricerca di rassicurazioni e qualche notizia in più.
Inizia così il match di ping pong, tra il medico di base e il numero verde di assistenza Covid19: poche informazioni, la temperatura corporea non supera gli standard dell’attuale emergenza, e fuori c’è più caos che dentro, quindi…resti a casa e si prenda cura di sé stessa, che di tampone e di test, guai a nominarne…tanto dopo la malattia si rientra a lavoro, e se la temperatura corporea non supera il limite previsto, siamo tutti super-eroi…sugli striscioni degli altri.

Un’educatrice

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