Gaza_ Intervista a Sami dalla Striscia e aggiornamenti

Raggiungo finalmente Sami al telefono per un’intervista  da Gaza.

Quasi subito mi rendo conto che la linea è purtroppo disturbatissima, ma la comunicazione almeno in parte riesce.

“Ciao Sami, mi puoi raccontare com’è oggi lì la situazione  e come sta vivendo  la popolazione di Gaza queste ore?

“Paradossalmente oggi è una giornata relativamente più calma rispetto agli altri giorni che sono stati per tutti noi difficilissimi. Siamo sempre sotto bombardamento, anche oggi abbiamo avuto morti e feriti, ma diciamo, un filo di meno rispetto a ieri.

I cittadini di Gaza sono tutti chiusi in casa o negli ospedali con i feriti, feriti che  sono moltissimi e la maggior parte di loro versa in gravissime condizioni.

La popolazione è evidentemente traumatizzata, impaurita, sotto choc e molto arrabbiata.

Ci sono  molti giornalisti internazionali, ma anche loro sono rimasti chiusi e non sono usciti, principalmente la ragione per tutti è che è saltata la tregua e si continua a bombardare, siamo tutti in pericolo”.

“Sami, come mai la tregua non c’è stata?”

“”La tregua è saltata perchè le condizioni poste da Israele non sono accettabili, sono non-condizioni. Ci vorrebbero lasciare ancora sotto embargo economico e con i confini di nuovo chiusi, ( in questi giorni l’Egitto aveva infatti fortunatamente aperto il valico di Rafah ), il che equivale a ucciderci in altro modo, meno cruento, meno visibile e contestabile dall’opinione pubblica mondiale, ma con lo stesso valore ideologico  e che porta allo stesso risultato delle bombe che stanno lanciando in questi giorni sulla striscia.

Inoltre la parola di Israele non è ritenuta affidabile: l’ultima tregua concordata, non più di dieci giorni fa, è stata rotta proprio da loro e l’esito della rottura è questo conflitto. Se davvero vogliono discutere la tregua devono discutere delle condizioni.

Saluto Sami con la promessa di risentirci  per aggiornamenti, gli porto la solidarietà della redazione di Mim e aggancio, con la speranza di poterlo risentire davvero domani.

Dalla rete si apprende che si è concluso  da poco l’incontro tra il segretario di Stato Usa  Clinton e il presidente egiziano Mohammed Morsi, al Cairo.

I due hanno discusso delle “soluzioni per far diminuire di intensità la situazione nella Striscia di Gaza, raggiungere il cessate il fuoco e progredire verso una pace e una stabilità duraturi nella regione”.

Sempre la Clinton, questa mattina, aveva incontrato  il presidente dell’ANP Abbas, a cui aveva ripetuto la posizione statunitense in merito alla richiesta di riconoscimento della Palestina come osservatore all’Onu: gli Usa voteranno contro.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, arrivato al Cairo nel pomeriggio per incontrare Morsi, si è detto “scioccato” dall’attacco al bus di Tel Aviv, aggiungendo che nulla giustifica aggressioni a civili.

Posizione ben diversa invece quella del  segretario della Lega Araba che dopo aver dichiarato che  “i continui bombardamenti su Gaza rientrano tra i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità” ha chiesto che Israele venga giudicato dalla Corte Internazionale di Giustizia.

Intanto, anche se con minor intensità rispetto ai giorni passati, prosegue il lancio di razzi in risposta al bombardamento israeliano della resistenza palestinese verso  i territori meridionali dello stato ebraico, una bomba è esplosa in un autobus a Tel Aviv,  i feriti sono stati 23, nessun morto ( era dal 2006 che non avvenivano attentati di questo tipo); mentre la marina israeliana ha aperto il fuoco dal mare contro Gaza e prosegue con i bombardamenti dell’aviazione.

Nel panorama internazionale spiccano tra le altre le dichiarazioni dell’Iran.

Oggi un’agenzia di stampa iraniana ha  rivelato che il capo della Guardia Rivoluzionaria iraniana ha reso pubblico che il suo paese ha aiutato Gaza a produrre missili a lungo raggio e che l’Iran è pronto a combattere per Gaza.

La cancelliera tedesca Angela Merkel invece ha fatto  appello a mostrare solidarietà con Israele contro Hamas, aggiungendo che Tel Aviv ha il diritto e il dovere di difendere i propri cittadini dai lanci di razzi.

Sempre di oggi la notizia di un attacco hacker contro tutti i siti del vice ministro israeliano Silvan Shalom, postando un banner che riportava la scritta “Palestina Libera”.

NOTA:

L’Economist ha messo insieme i numeri della nuova guerra, aggiornati alle otto del mattino di ieri.

Ve li vogliamo proporre.

– Numero di israeliani uccisi a causa dei colpi da Gaza tra il primo gennaio 2012 e l’11 novembre 2012: 1

– Numero di palestinesi a Gaza uccisi da colpi israeliani nello stesso periodo: 78

– Numero di israeliani uccisi dai colpi provenienti da Gaza tra il 13 e il 19 novembre 2012: 3

– Numero di palestinesi a Gaza uccisi da fuoco israeliano, nello stesso periodo: 95

– Numero di persone sotto i 15 anni uccise a Gaza: 19

– Numero totale di israeliani uccisi da un razzo, colpo di mortaio o colpi anti-carro da Gaza a partire dal 2006: 47

– Numero di palestinesi a Gaza uccisi da fuoco israeliano tra il primo aprile 2006 e il 21 luglio 2012: 2.879

– Numero di persone morte a causa di incidenti aerei in Israele nel 2011: 384

– Numero stimato di siriani morti dall’inizio delle proteste nel marzo del 2011: 40mila

– Numero stimato di morti a causa del conflitto israelo-palestinese tra il 1945 e il 1995: 92mila

– Numero di obiettivi a Gaza colpiti da Israele, tra il 13 e il 19 novembre 2012: 1.350

– Numero di razzi sparati da Gaza verso Israele tra il 13 e il 19 novembre 2012: 848

– Numero di colpi che non sono caduti in “campo aperto”: 35

– Numero di razzi intercettati dal sistema di difesa di Israele “Iron Dome”: 302

– Percentuale di colpi identificati da Iron Dome e abbattuti, secondo l’esercito israeliano: 80 – 85 per cento

– Costo di un missile intercettore lanciato da Iron Dome: 62.000 dollari

– Costo stimato di un razzo Qassam costruito in Gaza: 800 dollari

– Costo di una batteria di missili per Iron Dome, ne sono state costruite cinque e completate saranno tredici: 50 milioni di dollari

– Area di Gaza: 365 chilometri quadrati

– Area di Israele: 20.700 chilometri quadrati

– Popolazione di Gaza: 1,7 milioni

– Numero di israeliani che vivono nel raggio di azione di un missile Fajr-5 usato da Hamas: 3,5 milioni

– Popolazione di ebrei che vive nei territori su cui Israele ha giurisdizione: 5,9 milioni

– Popolazione di non ebrei che vive nei territori su cui Israele ha giurisdizione: 6,1 milioni

– Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite di Israele nel 2011: 31mila dollari

– Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite di Gaza nel 2011: 1.483 dollari

– Giorni alle elezioni politiche in Israele: 64

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