Povertà a Milano: la Franca Rame sotto l’assessorato alle politiche sociali

Questo pomeriggio, 22 maggio 2020, la Brigata Franca Rame ha effettuato un’azione-denuncia sotto la sede dell’assessorato alle politiche sociali per contestare la gestione dell’emergenza della giunta guidata da Sala. I militanti e le militanti della brigata di solidarietà attiva denunciano il sistema di erogazione di buoni spesa che ritengono qualitativamente e quantitativamente insufficiente.

Vengno ritenute insufficienti le risorse messe in campo  (le cifre che si aggirano tra i 150 e i 300 euro per nucleo familiare) allo stesso tempo viene criticata il criterio della residenza necessario per il godimento del sussidio comunale, infatti, sottolineano i/le attiviste/i che migranti, occupanti, inquilini in nero non sono contemplati dalle misure di welfare comunale, in nome di una dicotomia legale/illegale che nel 2020 sa di naftalina. Ancora una volta le fasce più deboli della popolazione sono quelle meno tutelate. L’iniziativa è stata promossa dalla Brigata Franca Rame insieme alla Camera del Non Lavoro, L.U.Me, Rete Studenti Milano, il coordinamento precari della scuola auto-organizzati e A.D.L. Cobas Lombardia, di seguito il comunicato.

Brigata Franca Rame

 

IL PIATTO PIANGE, LA GIUNTA LATITA

Ogni rappresentazione allegorica è un modo di esprimersi.

Quando l’interlocutore rende sterile il dialogo, bisogna trovare nuovi modi di comunicare, nuove vie per restituire fiato a migliaia di voci spente.

È per questo che, oggi, 22 maggio 2020, l’immaginazione ci ha spinto a lasciare alcuni simboli sotto l’assessorato delle politiche sociali del Comune di Milano.

Carrelli e cassette, vuoti come le tavole e i piatti di decine di centinaia di milanesi, o come il nostro magazzino, se non fosse stato per un meccanismo auto-organizzato di spesa solidale. Moduli di erogazione dei buoni spesa compilati con storie e nomi inventati, ma allo stesso tempo reali; situazioni di fatto non riconosciute e addirittura criminalizzate perché fuori dai canoni della legalità o del diritto di (futura) proprietà.

Contestiamo, infatti, una poco comprensibile delibera della giunta Comunale, la 467/2020, che consente l’erogazione di buoni spesa qualitativamente e quantitativamente insufficienti. Innanzitutto, cifre che si aggirano tra i 150 e i 300 euro non sono degne ad assicurare un tempo di vita dignitoso per famiglie e singole persone in difficoltà. Ancora più grave ci sembra il criterio escludente della residenza: migranti, occupanti, inquilini in nero non sono contemplati dalle misure di welfare comunale, in nome di una dicotomia legale/illegale che nel 2020 sa di naftalina. Ancora una volta le fasce più deboli della popolazione sono quelle meno tutelate, le stesse che pagano il prezzo della crisi di un sistema di welfare indebolito da decenni di politiche predatorie. Spostare il centro del dibattito sui dati ci sembra infatti un’operazione degna del miglior Azzeccagarbugli.  Non abbiamo alcuna intenzione di fare le pulci ai numeri come vorrebbe qualche membro della giunta comunale, siamo qui per gettare luce sull’ennesima scelta politica miope e straordinariamente bipartisan.

Una pettorina gialla per simboleggiare il bizzarro tentativo, tramite la fornitura di qualche badge e qualche mascherina, di intestarsi il lavoro di centinaia di student*, precar* e disoccupati che hanno costruito straordinarie reti di mutuo soccorso. Una precisa scelta strategica, che punta sul capitale umano e sulla capacità organizzativa del tessuto associativo e degli spazi sociali per coprire le falle delle politiche sociali di un’amministrazione che si spaccia come progressista.

Ancora una volta ci troviamo a ripetere come la sfera del pubblico non sia più il luogo della mediazione sociale e del riconoscimento dei soggetti che vi partecipano, ma semplicemente lo spazio privilegiato della messa a valore della cooperazione sociale. Inoltre, come Brigata F. Rame, non possiamo evitare di spendere due parole sull’ennesimo stravagante video in cui si rilancia l’immagine di Milano nel mondo. Il simbolo della città per noi non è il Duomo, ma le strade e i quartieri che ci siamo presi in carico; Via Tracia, Via Preneste, Via Cogne e tante altre.

Non si può scegliere a cuor leggero di vedere solamente da un occhio, come quando ci si scaglia contro i/le giovani milanesi che escono a bere uno spritz sul naviglio, senza spendere una parola su Confindustria e la tardiva chiusura di molti siti di produzione. Questa deferenza verso i livelli di governo sovraordinati è il riflesso dell’orientamento politico dominante. La città d’altronde è solo il terreno più fertile per l’emersione dei pilastri della governance neoliberista: esclusione e controllo sociale. Torneremo in altri luoghi, ma oggi partiamo da qui: dall’assessorato alle politiche sociali, per chiedere un nuovo termine per l’erogazione dei buoni spesa, un aumento della cifra assegnata ai nuclei familiari e una contestuale estensione dei criteri per accedervi.

Le misure di sostegno non possono essere discriminatorie, riflesso di una solidarietà di facciata e svuotata di senso.

 #BrigataFrancaRame
Cdnl – Camera del Non lavoro
LUME – Laboratorio Universitario MEtropolitano
Rete Studenti Milano
Coordinamento Precari della Scuola Autoconvocati
ADL Cobas – Lombardia

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