Masseria Boncuri Hotel. Tornano i braccianti a Nardò, via alle trattative per l’accoglienza

“Accoglienza sì, accoglienza no”, questo il dibattito che si sta svolgendo da settimane tra l’amministrazione e le parti sociali a Nardò, dove come ogni anno ricomincia la stagione di raccolta delle angurie e puntuali sono già arrivate decine di braccianti stranieri per cercare lavoro.

Fino al 2009 i migranti che arrivavano a Nardò vivevano negli uliveti e nei casolari abbandonati, lontano dai centri abitati, senza che nessuno se ne interessasse. Le cose sono migliorate a partire dal 2010, quando un bando comunale metteva a disposizione la Masseria Boncuri – un casolare a due chilometri dal paese – per un progetto di accoglienza. Il bando, vinto dall’associazione Finis Terrae e realizzato grazie alla collaborazione con le Brigate di Solidarietà Attiva, prevedeva l’erogazione di servizi di assistenza di base, insieme allo svolgimento di attività di sensibilizzazione sui diritti del lavoro e pratiche di emersione del lavoro nero. Già, perchè a Nardò lo sfruttamento è feroce, anche se meno di molte altre zone: si lavora a 4€ l’ora senza alcun tipo di tutela, ecco perchè non ci si può permettere un affitto e si è costetti a vivere  nei campi, in completa dipendenza dal caporale.

Negli ultimi due anni dunque un esperimento lungimirante, che provava ad affrontare le problematiche dello sfruttamento dentro la sua dimensione quotidiana, andando a fondo nelle cause che lo determinano. Durante i 3 mesi di apertura della Masseria il campo ha ospitato in media 350-400 braccianti per giorno ed è diventato un ottimo osservatorio “interno” che ha consentito di delineare un quadro più che verosimile dell’entità e delle caratteristiche del fenomeno. Si sono svelate le dinamiche di organizzazione interna di un segmento di sistema produttivo che si regge sull’impiego di lavoro sommerso a basso costo e sull’intermediazione del caporale.

Lo scorso Agosto durante il secondo anno di progetto i braccianti ospiti alla Masseria Boncuri hanno avviato un deciso sciopero autorganizzato che ha portato alla precisa definizione dei punti nodali su cui occorrerebbe intervenire per scardinare il sistema dello sfruttamento. A partire dal controllo sui salari e sui contratti di lavoro, fino ad arrivare al confronto con le aziende che ricorrono al caporalato e all’attivazione di un appropriato sistema di collocamento pubblico, le rivendicazioni dei braccianti erano puntuali e chiare e non potevano più essere ignorate.  E infatti qualcosa si è mosso: prima la legge sul reato penale di caporalato (arrivata proprio a fine Agosto), poi – un mese fa – 16 arresti tra proprietari delle aziende, collaboratori e caporali.

Detto ciò, anche volendo cogliere i segnali positivi della vicenda stridono le dichiarazioni della politica neretina e si prospettano meno felici le intenzioni per quest’estate. Pare che ci sarà nuovamente un bando, ma ai tavoli di confronto F.T. e le BSA non sono state invitate. Ops, lo sciopero ha scoperto scomode contraddizioni? Cosa ne sarà della Masseria Boncuri quest’anno? Sono previsti fondi per la ristrutturazione? Ci sarà un nuovo bando? E se sì, per quale modello di accoglienza? “Ci auguriamo che la Masseria Boncuri non finisca gestita secondo un modello normalizzante e passivo, che fiacchi o addirittura ostacoli le giuste rivendicazioni dei braccianti” scrivono le BSA sul loro blog.

Mentre a Saluzzo (in provincia di Cuneo) i braccianti stanno già raccogliendo la frutta, in tutta Italia si rianima la stagione estiva e con essa gli spostamenti dei braccianti, 20.000 solo nel foggiano, dove gli “schiavi dei pomodori” lavorano per le grandi aziende di trasformazione.  Il fenomeno dello sfruttamento è diffuso in tutte le campagne del Sud e non solo, è radicato capillarmente nei territori e regge un’enorme fetta dell’intero settore agricolo italiano. Nardò potrebbe essere un piccolo esempio di sincera volontà di cambiare le cose, dimostrando come ha fatto negli anni passati di poter realizzare modelli intelligenti ed efficaci. I segnali però fanno temere tutt’altro…

Tag:

Una risposta a “Masseria Boncuri Hotel. Tornano i braccianti a Nardò, via alle trattative per l’accoglienza”

  1. […] di un insolito campo di accoglienza per lavoratori stranieri allestito nelle estati 2010 e 2011 a Nardò, una cittadina salentina in provincia di Lecce. Il video è un collage di riprese di autori vari […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *