MORIRE DI LACRIMOGENI

Da questa mattina le testate internazionali come Al Jazeera (http://www.aljazeera.com) parlano del devastante effetto (letale) dei lacrimogeni utilizzati nelle ultime 72 ore nella battaglia di piazza Tahrir.

Purtroppo notizie come questa non sono nuove, per chi si informa e si interessa di guerre, conflitti, di repressione e di violazione dei diritti umani.

Negli ultimi anni la ricerca e la sperimentazione sulle armi chimiche e sulle tecnologie di guerra hanno fatto passi da gigante.

Uno degli Stati più esperti nella creazione, produzione, sperimentazione e uso di armi di guerra sofisticate e di “ultima generazione” (e per questo, dagli effetti molto più devastanti), è Israele, in collaborazione con gli Stati Uniti.

La storia dell’ultimo secolo, quasi come fosse uno scherzo, è costellata di trattati, convenzioni, promesse di intenti e condanne pubbliche all’uso, alla proliferazione e alla vendita di tali sostanze: l’ultima convenzione addirittura, datata 1997 (Convenzione sulle Armi Chimiche -CWC), le ha messe completamente al bando, imponendone non solo l’arresto e il divieto di creazione, circolazione e utilizzo, ma anche la completa distruzione delle scorte agli stati.

Nessuno stato firmatario risulta aver completato la distruzione degli armamenti chimici nei tempi previsti dal trattato: secondo la fonte ufficiale (http://www.opcw.org/about-opcw) l’Egitto (insieme a Angola, Nord Corea, Israele, Birmania, Somalia e Siria) non ha mai firmato questa convenzione.

Risultano dunque assolutamente insufficienti gli sforzi della comunità internazionale (Nazioni Unite e OMS) per l’adesione ma soprattutto per l’efficacia dei trattati che essi stessi hanno promosso ma che non sembrano in grado, o in volontà, di far rispettare.

Le motivazioni possono essere cercate in molte direzioni: dal guadagno sul commercio delle armi, alla non volontà politica di far cessare conflitti e stermini, alla necessità di smaltire (o mantenere in produzione) sostanze vietate.

L’utilizzo delle armi non convenzionali, dal fosforo bianco alle mine anti uomo ( fino ad arrivare ai lacrimogeni mortali dell’Egitto in questi giorni),  è una delle più gravi, forse la peggiore, violazione dei diritti umani, ormai perpetuata frequentemente  in situazioni di conflitto (o preventivamente): nel silenzio e nella complicità dei nostri governi, che non esitano poi ad agitare lo “spauracchio” del nucleare per giustificare prossime, imminenti, guerre, come quella in programma contro l’Iran.

In Egitto contiamo decine di morti in soli tre giorni per l’uso di queste sostanze: cosa aspettiamo a fare qualche cosa prima che anche i nostri governanti incomincino ad utilizzarle sistematicamente contro di noi?

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