Scioperi per il futuro: atto II – Strike for climate
Il 9 ottobre si svolgerà lo sciopero nazionale per il clima per chiedere al nostro governo e all’Unione Europea di destinare le risorse previste dal Recovery Fund ad una transizione energetica il più possibile ecologica.
L’attuale piano prevede che gran parte dei fondi siano destinati a sviluppare progetti incompatibili con la crisi climatica, come metanodotti, impianti di biomassa e opere di urbanizzazione intensiva, che andranno ad aggravare ulteriormente la situazione.
La crisi climatica e ambientale sta peggiorando giorno dopo giorno, mentre le azioni proposte dai leader mondiali non sono minimamente commisurate alla gravità e alla frequenza degli eventi estremi che già stiamo vivendo oggi.
Abbiamo visto l’economia del petrolio crollare quando le petroliere erano costrette a girare al largo senza una meta perché non era rimasto spazio negli stoccaggi sulla terra ferma.
Abbiamo visto come il divario sociale si sia ampliato quando alle grandi imprese venivano dati sussidi mentre i lavoratori venivano sfruttati o licenziati, quando la ricchezza si è concentrata ancora di più nelle mani di pochi miliardari e il numero di poveri è aumentato vertiginosamente.
Abbiamo visto come da parte dei media non venga data copertura adeguata alla crisi climatica; al contrario di come è stato fatto per la pandemia.
Abbiamo visto le nostre istanze per la ripartenza ignorate a favore invece di un ritorno alla normalità, quella tossica normalità che ci sta portando ad un aumento di +4ºC entro fine secolo: un’inesorabile e sofferente estinzione.
Il 9 ottobre scendiamo in piazza largo Cairoli ancora una volta per ribadire che non staremo immobili a guardare mentre distruggete le nostre speranze di vita futura.
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