Un film da vedere

Infiniti dibattiti e recensioni sul film “Diaz” uscito recentemente nelle sale.

Ieri sera ho visto invece un film che, più che far riflettere le persone su avvenimenti o fatti “esterni”, indipendenti dalla propria volontà, addebitabili alla responsabilità di altri, spinge ad un altro tipo di riflessione. Inversa.

Il film si chiama “L’Onda” e no, non parla del movimento degli studenti universitari di qualche anno fa.

Parla di un professore di scuola superiore, giovane e tendenzialmente ribelle (“di sinistra” direbbe qualcuno), con la maglietta dei Ramones e la musica a palla in macchina, che, trovandosi a dover tenere un corso sui totalitarismi (“autocrazia”), decide di adottare un tecnica “partecipativa”.

Partendo dai concetti base della pratica autocratica e totalitaria (disciplina, ordine), passando per l’organizzazione degli spazi, dell’aspetto dei ragazzi, e arrivando fino alle dinamiche sociali di gruppo, appartenenza e identità, il professore riesce a fare sperimentare una “micro-esperienza” di dittatura, di consenso creato sul populismo e sulla demagogia, ma soprattutto, di rifiuto del dissenso, della diversità e dell’auto critica.

E’ un film estremamente interessante, non solo perché fa capire dal punto di vista emotivo, psicologico e sociale che cosa possa voler dire una dittatura, ma anche e soprattutto perché mette in luce di quali e quante componenti sia costruito il consenso, la massificazione, la demagogia, al di là di qualsiasi ideologia.

Impossibile non pensare, al di là di alcuni aspetti del film un po’ estremizzati, in quanti modi lo viviamo e lo stiamo già vivendo da tempo nella nostra vita.

 

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