Fedeli non ci compri!
“Formazione e lavoro: la sfida dell’occupazione”. Questo uno tra i temi trattati il 9 Settembre, alla festa del Partito Democratico a Viterbo. Peccato che, al posto di rivolgersi ad un effettivo servizio di catering, e quindi ad effettivi lavoratori regolarmente retribuiti, assicurando così un ‘altrettanto effettiva “occupazione” agli stessi, la ministra dell’Istruzione Fedeli abbia deciso di rivolgersi all’Ipseoa di Caprarola, richiedendo 10 ragazzi disponibili a lavorare nella data della manifestazione, “in cambio di crediti formativi”, propone l’iniziativa il professore Minciotti agli studenti.
Solo un altro episodio tra i tanti, dovuti alla Legge 107, di lavoro non retribuito, o meglio di sfruttamento, che dimostra ancora una volta la deriva verso la quale la scuola pubblica italiana è già avviata da diversi anni: promuovere l’introduzione degli studenti e delle studentesse nel mondo del lavoro, sottintendendo una progressiva normalizzazione dello stato precarietà, ed una noncuranza dei diritti dello studente e al contempo del lavoratore, trascurando una formazione critica e di qualità sembra essere l’obiettivo delle ultime riforme in ambito scolastico – dalla Buona Scuola, appunto, alla sperimentazione dei licei brevi.
E’ infatti l’Italia ad essere l’ultima tra i paesi europei che investono sull’istruzione, dato che però non sembra preoccupare il Ministero, che invece, annualmente investe 100 milioni per finanziare l’alternanza scuola – lavoro per far lavorare gli studenti… gratis.
L’istruzione, la scuola pubblica, dovrebbero favorire un percorso volto allo sviluppo della coscienza critica del singolo, e dovrebbero rendere protagonisti le componenti che la vivono ogni giorno. Anche questa volta, invece, agli studenti non è stata concessa la possibilità di scegliere, omettendo infatti che “la manifestazione” a cui erano chiamati a partecipare in quanto camerieri fosse la festa del PD.
Anche questa volta, sono stati ricattati, seguendo la logica che sempre più sta caratterizzando l’applicazione dell’alternanza, con dei crediti formativi per sei ore di lavoro.
La nostra opposizione a tale modello è più forte che mai: vogliamo essere liberi di scegliere di ribellarci al sistema imposto, senza temere provvedimenti che minino la nostra carriera scolastica, senza dover accettare crediti per aver svolto “bene” la nostra mansione, senza alimentare il meccanismo di sfruttamento diretto proprio dal partito di governo.
Ci vediamo nelle piazze il 13 Ottobre.
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