3 incontri su: Crisi, Diritti, Lavoro, Welfare e Reddito. 10 e 11 novembre @ Z.A.M.
Nel quarto anno dall’inizio della più grande crisi economica che il sistema capitalista abbia mai attraversato le possibilità d’uscita, all’interno di questo sistema economico e paradigma di governo del pianeta, sembrano nulle.
Tanto si è scritto, tanto si è discusso di quello che il mondo, occidentale in prima battuta, sta vivendo. Troppo poco si è formulato come proposta alternativa.
La pacificazione sociale imposta a suon di manganellate e atti repressivi dal governo Monti assieme all’assenza di una seria opposizione politica da parte delle strutture istituzionali, CGIL compresa, sta determinando gravissimi attacchi allo stato di diritto nel nostro paese. Nell’ultimo mese abbiamo assistito a botte distribuite a piene mani dai vari Reparti Mobili in tutto il paese: da Torino a Roma, da Milano a Riva del Garda. Vengono manganellati tutti, senza alcuna distinzione. Studenti, operai, ravers, migranti… La parola d’ordine è una sola: “Non disturbare il manovratore”. Ed il manovratore Monti, in accordo con Mario Draghi e con l’establishment economico-finanziario che lo sostiene dal primo giorno di governo, continua con le sue politiche di lacrime e sangue (sempre per i soliti ovviamente). Il mantra che ci viene ripetuto ossessivamente è: “Non ci sono soldi”.
Peccato che poi i soldi si trovino per comprare inutili caccia da guerra F-35 o per i cantieri di un’opera demenziale come la TAV.
La mobilitazione di 4 ore indetta dalla CGIL per il 14 Novembre, come tante altre degli ultimi anni, sembra più uno stanco rito formale che una vera iniziativa di lotta. Si tratta dell’ennesima iniziativa non costruita e preparata sui territori. Iniziative di questo tipo portano inevitabilmente a svilire ed indebolire il concetto stesso di sciopero e non solo la sua pratica. Sappiamo che la più grande confederazione sindacale italiana non è un corpo monolitico, ma vediamo sempre più come le sue parti più radicali siano messe ai margini e poste in condizione di “non nuocere”. La necessità di un’opposizione sociale composita capace di difendere e rivendicare diritti e futuro si scontra con le tristi esigenze della realpolitik.
Uno sciopero generale vero e al passo con i tempi, cioè distribuito nelle 24 ore di una giornata ovvero come è distribuito il tempo lavoro nell’epoca della precarietà diffusa, è una necessità, ed i sindacati dovrebbero tornare ad essere quello che erano diverse decine di anni fa prima della concertazione.
Se osserviamo il corpo sociale e parliamo con le persone nei luoghi di lavoro e nelle strade notiamo alcune cose.
C’è un livello di rabbia e disgusto crescente verso lo stato di cose attuale.
Un livello di esasperazione che però non riesce ad uscire dal silenzio e dall’apatia per trasformarsi in mobilitazione di massa.
Leggendo con attenzione le esternazioni sui social forum sembrerebbe di essere in un paese sull’orlo della rivolta.
Scendendo però nelle strade ci si rende conto che la situazione non è così.
Sui territori si organizzano mille lotte anche estremamente radicali, che però rimangono settoriali e parcellizzate, senza un fronte comune.
La rabbia, sul piano elettorale, si esprime con un livello di astensionismo di massa mai visto nella storia italiana e nelle attese messianiche e salvifiche verso Grillo ed i suoi. A destra, le praterie di consenso apertesi col crollo dell’impero berlusconiano, aspettano solo di essere colmate. Dopo 20 anni di disastri provocati dal berlusconismo si attende con impazienza un nuovo “uomo del destino”.
Purtroppo, la storia d’Italia, non ci lascia presagire bene da questo punto di vista.
Nel solco di queste oggettive difficoltà ZAM propone due giorni di discussione teorica su crisi, lavoro, welfare e beni comuni.
Vogliamo contribuire, nel nostro piccolo, al dibattito su questi temi giocando nelle contraddizioni che ci spingono tutti i giorni a muoverci per la città parlando con i soggetti più svariati, ma soprattutto vogliamo capire se e come un centro sociale può nel piccolo declinare modi d’uscita dalla crisi agendo micro-percorsi capaci di tutelare la propria comunità umana e politica e creare possibilità per la città ed il quartiere.
Forse siamo poco ottimisti ma riprendendo un vecchio motto che citava “pensare globalmente, agire localmente” proviamo a formulare ragionamenti ampi trasformando uno spazio liberato dall’abbandono non solo in un contenitore d’aggregazione, di cultura e di produzione di conflitto ma anche in uno spazio dove si pratica alternativa reale al sistema dominante.
Sabato 10 Novembre dalle ore 15:00:
Incontriamo Pino Tripodi per parlare con lui di welfare state. A dire il vero proveremo a capire cosa sono le teorie del non-lavoro, da dove nasce la critica a quello che è significato in Italia “stato sociale” a partire dagli anni ’70 ad oggi e provando a capire se immaginare una diversa declinazione di welfare state sia una cosa possibile per uscire dal paradigma capitalista o significa trovare un palliativo momentaneo e potenzialmente perdente.
Domenica 11 Novembre dalle ore 15:00:
Come gran finale domenica avremo 2 incontri.
Il primo sarà assieme ad Aldo Giannuli, docente dell’Università Statale di Milano. Con lui parleremo di geopolitica, meglio della geopolitica della crisi. Un misto tra economia, politica, conflitti sociali e non solo per provare a vedere cosa si muove sul/nel nostro pianeta e per capire se e come un’alternativa vincente può essere solo locale e si deve espandere.
Finiremo presentando il nuovo libro di Francesco Raparelli “ Rivola o Barbarie”, libro che parte dalla stesura de: “Fa la cosa giusta. 11 tesi sul conflitto che viene e sul mondo da inventare” dell’atelier autogestito di Roma Esc.
Insieme a Francesco per l’occasione ci saranno Christian Marazzi, Augusto Illuminati e Federica Giardini.
Uno sguardo d’insieme su crisi, economica, alter mondialismo, alternative e democrazia.
Proviamo a rallentare, a porci critici rispetto a scelte fatte anche da noi in passato, a rimettere al centro del discorso i movimenti in autonomia dalla politica istituzionale come strumento di mutazione del mondo in cui viviamo.
Proviamo a mettere a disposizione il nostro breve ragionamento iniziale e queste e iniziative per cercare di essere propositivi e non escludenti e magari aprire una discussione collettiva ampia e proficua.
Come diceva Joe Strummer “ Il Futuro Non E’ Scritto” sta a noi scriverlo, non ad altri.
Sabato 10 novembre e domenica 11 dalle ore 15:00 presso ZAM Milano, Via Olgiati 12.
Z.A.M.
Tag:
cgil crisi Giannuli manganelli mario draghi Raparelli riva del garda Rivolta o Barbarie roma torino welfare Z.A.M. zam
grandi! ottima iniziativa…non mancherò!
sia mai che mi aiuti ad avere qualche strumento in più per leggere quello che accade e l’augurio per tutti noi che sia un’altra occasione per ripensare a quello che facciamo e come lo facciamo.
ciao
stefi