I furti che ci fanno paura sono quelli in giacca e cravatta

Impazza la caccia al ladro. La Lega trema davanti all’ennesimo scandalo che colpisce i suoi vertici, la dinastia dei Bossi cade proprio oggi davanti ai suoi stessi colonnelli e nella roccaforte del regno padano, Pontida, inneggia lo slogan “Ladroni in casa nostra”. Matteo Salvini, non trova di meglio che approfittare dell’incendio, per altro non doloso, che ieri ha colpito il campo di via Bonfadini e dirottare su questo “covo di malviventi” i riflettori dei giornali.

Da quando mercoledì 4 aprile l’area di via Bonfadini è in gran parte bruciata, torna di moda tra le autorità cittadine l’emergenza Rom. Un’ “emergenza” che tra fobie, allarmismi, sgomberi, roghi e carità cattolica dura ormai da decenni, coinvolgendo migliaia di cittadini comunitari per anni rimasti inascoltati.

C’era bisogno di un incendio perché gli abitanti delle baraccopoli fossero finalmente chiamati a un tavolo di confronto con la Giunta portata dal “nuovo vento”. Una proposta arrivata con un ritardo inaccettabile, ma che ha comunque portato il capogruppo leghista di Palazzo Marino a guardare ancora una volta ai Rom come al suo bersaglio primario: «Altro che tavolo tecnico», ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata proprio in via Bonfadini, «i tavoli si usano a pasquetta per fare i pic nic». E ha aggiunto: «non solo l’amministrazione comunale ha bloccato gli sgomberi previsti dal piano Maroni, ma tollera anche le occupazioni».

Eh già. Peccato che proprio ieri, alla faccia di chi in campagna elettorale temeva che Milano con Pisapia si trasformasse in una “Zingaropoli”, l’assessore al Welfare, Majorino, abbia ripetutamente dichiarato che l’unico modo per evitare lo sgombero è che «il campo venga lasciato» e che su questo punto l’amministrazione «non è disposta a discutere». Quali sono quindi le alternative che la Giunta propone agli abitanti del campo? La proposta è sempre la stessa, un disco che gira a vuoto da anni a prescindere dai colori delle amministrazioni di Palazzo Marino, un’alternativa mai accettata da nessun nucleo famigliare e che prevede la presa in carico di madri e bambini in comunità protette, con una separazione di fatto da padri e mariti.

E peccato soprattutto, qualcuno lo spieghi a Salvini, che il Piano Maroni a cui lui si appella con tanto fervore – e che dichiarava lo stato di emergenza rispetto alla “questione Rom”, autorizzando così una serie di interventi tra cui sgomberi e schedatura degli abitanti dei campi – sia stato dichiarato illegale da una sentenza del Consiglio di Stato del 21 novembre 2011.

Chi sono, dunque, i fuorilegge di questo Far West?

Sempre oggi, in largo Treves si è tenuto un incontro tra gli assessori Granelli e Majorino, la Consulta Rom e Sinti, il Gruppo Sostegno Forlanini, la presidente di zona 4 Loredana Bigatti e alcuni rappresentanti del campo di via Bonfadini. Incontro che stando alle dichiarazioni rilasciate dall’ufficio stampa del Comune si è risolto così: “Il campo abusivo di via Sacile sarà smantellato per restituire l’area alla legalità e al cantiere della paullese dove finalmente i lavori potranno proseguire. Prima però procederemo col censimento degli occupanti e all’assistenza sociosanitaria dei minori e delle persone con difficoltà che si svolgerà con modalità condivise con le famiglie, le associazioni e volontari attivi nell’assistenza di queste persone. Stiamo lavorando alla definizione del piano Rom che riguarderà tutta la città che presenteremo alla fine del mese di aprile”.

Un nulla di fatto, quindi, rispetto alla risoluzione della questione abitativa, che lascia nella pratica dei cittadini – comunitari – per strada.

Chissà se  Salvini, alla luce degli scandali sul Carroccio di oggi, avrà ancora il coraggio di parlare di legalità ai margini del campo nomadi di via Salice – Bonfadini.

Rimane il fatto che ad indignarci è l’illegalità in giacca e cravatta.

 

di Anna Pellizzone e Karma Mara

 

 

 

 

 

 

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Una risposta a “I furti che ci fanno paura sono quelli in giacca e cravatta”

  1. Roberto Malini ha detto:

    Rogo di via Bonfadini: la pista ‘Ndrangheta

    Milano, 8 aprile 2012. Il Gruppo EveryOne ha inviato alle istituzioni nazionali e internazionali alcune deduzioni secondo le quali il rogo potrebbe essere stato appiccato dalla ‘Ndrangheta nell’àmbito di operazioni criminali connesse alle attività commerciali presenti nelle immediate vicinanze del campo Rom. Il testimone statunitense Paul Polansky ha rilevato autentica paura nelle famiglie Rom, cui qualcuno ha “raccomandato” di non parlare di incendio doloso, bensì di “incidente con una candela”.

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/03/27/news/l_ortomercato_si_ribella_ai_rom_cos_non_possiamo_lavorare-32255665/

    Rom a Milano. Appello internazionale per le famiglie colpite dal rogo di via Bonfadini

    Milano, 7 aprile 2012. Vi è grande indignazione in tutto il mondo per la reazione della autorità all’incendio del campo Rom di via Bonfadini, a Milano. Dopo che il rogo ha distrutto circa quaranta baracche e i beni personali di tante famiglie Rom, nessun programma umanitario è stato messo a punto dalle istituzioni. Il poeta e difensore dei diritti umani Paul Polansky*, che si trovava presso il campo, ha testimoniato l’episodio, rilevandone una possibile natura dolosa. “Ma quello che sorprende è la condizione della famiglie colpite dal rogo,” ha detto nel corso o di un intervista al network Milano in Movimento, “venti delle quali sono sono ora senza alcun rifugio. Il fuoco ha consumato ogni loro bene e le autorità non hanno provveduto neanche a fornire tende e soccorsi adeguati. Anziché soccorritori e personale sanitario, si vedono due auto della polizia ferme nei pressi delle macerie”. Il rogo di via Bonfadini è l’ennesimo che negli ultimi anni ha colpito la comunità Rom in Italia. Una recente mostra fotografica, intitolata Nel fuoco e nel ricordo** documentava i molti bambini uccisi dalle fiamme di incendi avvenuti in Italia, spesso di natura dolosa. Il Gruppo EveryOne e Nazione Rom hanno lanciato un appello alle Istituzioni nazionali e milanesi, affinché sia approntato con urgenza un piano di sostegno rivolto alle famiglie colpite dall’incendio. Finora, tuttavia, si segnala solo la reazione ostile da parte del Comune di Milano, che tramite un assessore ha definito in una mail lapidaria “idiozie al cubo” l’appello umanitario e la testimonianza del poeta Paul Polansky. “Ci amareggia e dispiace la reazione del Comune di Milano,” commenta il Gruppo EveryOne, “perché questo è il momento di cercare la verità e di essere solidali con le famiglie Rom di via Bonfadini, che non sono un ‘problema di sicurezza’ ma esseri umani in una condizione di grave emergenza umanitaria”. Lo storico attivista Rom britannico Grattan Puxon ha annunciato da Londra un’iniziativa a sostegno dell’appello umanitario promosso da EveryOne e nazione Rom: “Domani, domenica 8 aprile 2012, nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Popolo Rom, duecento manifestanti si raduneranno davanti all’Ambasciata italiana a Londra fra le 13 e la 14 per chiedere alle autorità scrupolose indagini riguardanti il rogo di via Bonfadini, a Milano, e un piano di sostegno per le famiglie che sono rimaste senza alcun riparo. Il corteo, che promuove la fine degli sgomberi e della persecuizone dei Rom, partirà dal Memoriale del’Olocausto in Hyde Park a mezzogiorno”.

    * http://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Polansky

    ** http://www.everyonegroup.com/downloads/Nel_fuoco_e_nel_ricordo_low.pdf

    La testimonianza di Paul Polansky:

    https://milanoinmovimento.com/milano/campo-rom-di-via-sacile-bonfadini-incendio-doloso-la-testimonianza-video-di-paul-polansky

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