Atm aumenta il biglietto, ma gli stipendi sono immobili
Un’antica tradizione italica vuole che la politica a volte approfitti della distrazione agostana per mettere in atto scelte indigeste per l’opinione pubblica.
E’ il caso della decisione presa poche ore fa di aumentare i prezzi dei biglietti per “adeguarsi all’inflazione”. Una scelta che dovrebbe riguardare solo i titoli di viaggio occasionali e non gli abbonamenti e che dovrebbe partire da ottobre.
Per Milano si parla di un prezzo del biglietto che dovrebbe raggiungere i 2,20 euro. Palazzo Marino scarica la responsabilità della scelta sull’amministrazione regionale, ma se fosse veramente così, in una situazione di carovita sempre più drammatica il Comune avrebbe comunque dovuto mettere le barricate di fronte a una scelta demenziale di questo tipo.
Il tutto di fronte a salari tragicamente bassi e fermi, al fatto che il “salto del tornello” sta diventando pratica sociale diffusa tra i più giovani, spesso delle periferie e in uno scenario europeo in cui paesi come Spagna e Germania decidono di intervenire direttamente sui prezzi del trasporto pubblico per tenerli bassi.
In aggiunta a ciò, in una fase di palese emergenza climatica sarebbe interesse di tutti rendere i mezzi pubblici fruibili alla platea più ampia possibile.
Tag:
atm biglietto carovita costi crisi climatica inflazione inquinamento rincaro salari stipendi trasporto pubblico