[DallaRete] Francia, il Front National si prende le città
Alle elezioni municipali francesi l’estrema destra bene come non mai. “E’ la fine del bipolarismo” giosce la leader nazionalista. Crollo socialista, vittoria della destra moderata. Parte il gioco delle alleanze per il secondo turno.
“Paura sulle città”. C’è scritto così sulla copertina di Liberation che va in edicola dopo il primo turno delle elezioni municipali di Francia. Due le chiavi di lettura inequivocabili: è una catastrofe per il presidente Hollande ed è un trionfo per il Front National di Marine Le Pen. Non ci sono percentuali di voto e non contano: si votava nelle città e in un sistema elettorale a doppio turno come quello francese molto conterà quanti sindaci ciascuno schieramento porterà a casa.
Certo è che il PS del presidente Hollande perde terreno in molti comuni importanti e che la punizione arriva dritta sulla scrivania del presidente. Chi sorride e parla di “fine del bipolarismo francese” è invece Marine Le Pen, il cui Front National elegge un sindaco al prim turno e porta al ballottaggio molti candidati in centri di media grandezza, specie al sud e nella roccaforte del nord-ovest. A Beziers, Perpignan, Tarascona, Frejus, Avignone gli elettori dovranno scegliere tra un candidato dell’estrema destra, finito in testa, e un socialista (o un centrista dell’UMP). A Henin-Beaumont, città mineraria del nord ovest, il candidato vince al primo turno. La pessima notizia per il PS è che in queste città la partecipazione – ovunque bassa – è molto sopra la media: gli elettori si sono mobilitati per il FN. La notizia relativamente buona per la sinistra francese è che in queste città a governare era la destra moderata: almeno qui si tratta di un voto che si estremizza ma non cambia di segno. La seconda buona notizia è che l’alta partecipazione al voto nei luoghi dove il FN trionfa è segnale che al secondo turno è la sinistra che può cercare di recuperare gli astenuti. La destra ha pribabilmente già fatto il massimo.
La grande novità dell’ottimo risultato del FN è il successo delle liste. La destra estrema – sebbene leggermente moderata da Marine rispetto al padre Jean-Marie, fondatore del partito – aveva già ottenuto risultati eclatanti in test nazionali. I più famosi sono il secondo posto di Jean-Marie alle presidenziali del 2002 con il 16,8% dei voti e il terzo posto di Marine alle presidenziali del 2012 che hanno eletto Hollande con più del 17%. Con i successi di lista il FN diventa – come ha detto la sua leader – “anche un partito locale”, ovvero si radica in alcune zone. L’idea di Marine è quella di smettere di essere un partito di opinione. I numeri di quesot voto le danno ragione.
Al PS va male perché perde molte città a scapito dell’UMP. Il partito di centrodestra dell’ex presidente Sarkozy vince senza fare nulla. E’ l’impopolarità del presidente a premiarlo. Il arriva secondo in molti centri che governava (Tolosa, Amiens, Limoges) e non riesce a conquistare quasi nulla. Si consola Martine Aubry, sconfitta da Hollande alle primarie socialiste, che finisce in testa nella sua Lille.
Il sistema elettorale prevede ora un doppio turno con due, tre o anche quattro candidati (basta aver superato il 10%). Tutti i partiti di sinistra hanno già detto che si ritireranno se il loro candidato è arrivato terzo e tra i primi due in corsa c’è un candidato del Front National. Come quando la Francia rielesse Chirac nel 2002, molti francesi voteranno chiunque pur di non far vincere il candidato sindaco di estrema destra. Il FN ha invece detto che ovunque potrà manterrà la candidatura. Certo è che in molte città ritirarsi significherebbe dare un buon vantaggio alla destra moderata. Viceversa, restare in corsa potrebbe voler dire dare una mano ai socialisti (i voti di destra si disperderebbero, quelli di sinistra resterebbero uniti). L’UMP manitene la linea né a favore né contro il FN nella speranza di stabilire alleanze a livello locale. Saranno giorni di trattative intense. E di divisioni in seno all’UMP tra chi vorrà sostenere i candidati di Marine Le Pen e chi pensa che votare la destra estrema sia tradire i valori repubblicani.
Nei socialisti, come se fosse una novità, si aprirà uno scontro all’ultimo sangue. Al momento non sembrano esserci leader capaci di insediare Hollande che non siano già facce note. La politica francese in generale ha un disperato bisogno di ricambio: a Bordeaux il sindaco è Alain Juppé per la prima volta premier nel 1995; a Lille dovrebbe venire rieletta Martine Aubry, ministro del lavoro nel 1991 e la trionfatrice della serata è la figlia e vice del fondatore del Front National dal 2003. Le uniche figure veramente nuove degli ultimi venti anni sono state forse il sindaco uscente di Parigi Delanoe e l’ex presidente Sarkozy.
Il voto francese è un segnale per tutti i governi in carica al momento in Europa. In tempi di crisi – e tranne in Germania – chi governa perde. Cameron è indietro nei sondaggi e Rajoy, pur in vantaggio, è in calo (cresce molto la sinistra di Izquierda Unida).
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quando la sinistra non è più sinistra!