3 anni di Lambretta! Striscioni sulle villette abbandonate di Piazza Ferravilla

11174923_10153359409613083_6491883057627778908_nSono passati tre anni dall’occupazione del centro sociale Lambretta in piazza Ferravilla.

E sono ormai passati otto mesi dallo sgombero di fine Agosto 2014.


Il Lambretta ha trovato una nuova casa in via Cornalia, dietro al nuovo complesso di Porta Nuova che con i suoi imponenti grattacieli è diventato il cuore della metropoli che tra pochi giorni vedrà l’inaugurazione di Expo. Lì sono ripartiti progetti ed iniziative.

Le palazzine di piazza Ferravilla di proprietà dell’ALER però giacciono ancora in stato di totale abbandono (per la gioia di qualche abitante del quartiere che evidentemente preferisce l’abbandono alla presenza viva degli occupanti).

Proprio in occasione del 3° compleanno del Lambretta, sono apparsi sulla villetta che si affaccia sulla piazza due striscioni che recitano. “Rientriamo quando vogliamo” e “Buon compleanno Collettivo Lambretta!”.


Il complesso liberty di Ferravilla/Apollodoro ha una lunga storia fatta recupero legato ad occupazioni politiche e degrado legato alla gestione pubblica. Le villette vennero infatti occupate una prima volta già nel 1977. Per molti anni poi, furono abbandonate al loro destino e lasciate letteralmente cadere a pezzi.

In quello stato furono trovate ai tempi della prima occupazione, nell’Aprile del 2012. Una volta entrati agli occhi degli attivisti si mostrò uno scenario fatto di degrado, sporcizia ed un tappeto sonfinato di siringhe.

Già nell’Estate di quell’anno ALER iniziò a fare pressioni per ottenere lo sgombero del Lambretta.

Sembrava che fosse una questione di vita o di morte e che sugli stabili di piazza Ferravilla ci fosse un progetto in vista di Expo.

Nell’Ottobre del 2012, l’Assessore alla casa della Regione Lombardia Zambetti, ovvero colui che materialmente premeva per lo sgombero del Lambretta, finì a San Vittore per ‘ndrangheta.

Si era al paradosso che coloro che chiedevano un intervento delle Forze dell’Ordine in piazza Ferravilla per ripristinare la legalità venivano travolti con accuse di illegalità infinitamente più gravi.

Nonostante ciò, a fine Ottobre 2012, il quartiere venne militarizzato e il Lambretta sgomberato.

Dei progetti di riqualificazione millantati da ALER neppure l’ombra… L’unico scopo concreto era quello di tentare di svendere il patrimonio immobiliare pubblico (di tutti noi) per darlo ai privati e tentare di fare cassa per ripianare i debiti mostruosi delle casse dell’agenzia regionale. Peccato che nessun privato sembrasse particolarmente interessato alle villette liberty di Ferravilla.

Pochi mesi dopo il Lambretta venne rioccupato riuscendo a resistere fino all’Agosto 2014.

Anche in questo caso, pressioni da parte della Regione e di un’ALER sempre più travolta da scandali e debiti e nuovo sgombero.

Ma anche in questo caso nessuna riqualificazione delle quattro palazzine, ma totale e desolante abbandono.

L’ennesima dimostrazione che spesso e volentieri, a Milano, l’azione dal basso riesce a sanare le ferite provocate da una scriteriata gestione dall’alto. Spesso e volentieri infatti, l’intervento diretto di coloro che vivono le difficoltà e le contraddizioni dei quartieri e dei territori in prima persona produce risultati migliori di scelte politiche calate da coloro che i territori li praticano magari solo alla vigilia delle elezioni come il recente caso di Gratosoglio sta a dimostrare.

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