Salvini vs. Gratosoglio
Ogni giorno nei quartieri delle nostre città ciascuna persona porta avanti la sua lotta.
Lotte singole, private, semplici eppure immense insieme.
Il lavoro che manca, l’affitto da pagare, la fatica per far quadrare sogni e speranze di giovani e anziani.
Dentro questo marasma di problemi e difficoltà, dettate sopratutto dalla situazione contingente di crisi e dal restringimento del sostegno pubblico, si delineano due figure.
Da una parte i cittadini che dal basso si riprendono le proprie vite e decidono di autogestire gli spazi, le vie e le piazze dei propri quartieri, collettivamente.
Dall’altra una figura eroica dello spazio politico, il campione della lotta alla casta, esempio padano da seguire in capo al mondo.
Stiamo parlando ovviamente di Matteo Salvini.
La sua visita al campo nomadi di Via della Chiesa Rossa, alla periferia Sud di Milano, a due passi dal quartiere Gratosoglio non passa inosservata.
O meglio, a noi e agli abitanti del quartiere certo non è passata inosservata né tanto meno gradita, ma dato che abbiamo contato più obbiettivi di telecamere e macchine fotografiche che esseri viventi, forse non risultava essere un’esigenza così sentita neppure per la base militante della Lega Nord…
Salvini “l’eroe”, già proiettato nella campagna elettorale per le comunali di Milano, si è presentato al campo rom edificato su decreto dell’allora Sindaco Albertini (della cui maggioranza faceva parte anche la Lega Nord), poco dopo le due di giovedì.
Dentro al campo fa poco o nulla, cerca uno scoop che non trova, bighellona tra le baracche cianciando di Imu, cercando uno scontro con i rom che, ben più furbi di lui, non gli danno nessun appiglio per creare il caso mediatico.
Salvini “l’eroe”, quello che ha alle spalle 20 anni di politica di partito ma nemmeno un giorno di lavoro “vero”. Vanta di essere vicino alla gente comune… A noi pare molto più vicino a quelli che annoverano nel proprio curriculum diversi mandati e incarichi istituzionali, da quelli nazionali a quelli europei, per i quali percepisce lauta ricompensa e proporzionata pensione.
Salvini “l’eroe”, che fa parte di un partito xenofobo e razzista. Un partito, la Lega Nord, che attraverso l’alleanza con CasaPound cerca di fidelizzare fascisti vecchi e nuovi per capitalizzare voti e appoggi nelle zone più complesse, assicurarsi servizi d’ordine alle iniziative leghiste e assomigliare sempre di più ai partiti di destra europei, tutti parimenti populisti, più o meno velatamente razzisti e anti-europeisti.
Salvini “l’eroe”, che visita i campi rom edificati dalle giunte comunali ma non mette piede nei quartieri popolari dove i porticati cadono a pezzi e l’amianto minaccia la vita di tanti. Di questi problemi l’eroe non parla, preferisce parlare della “piaga delle occupazioni” dimenticandosi che ALER ha un buco di 11 miliardi di euro generati dall’ex-assessore regionale Zambetti (esponente di una maggioranza di destra…).
Anche adesso che la Lombardia è roccaforte di un altro leghista, Maroni, continuano ad emergere scandali di mala gestione e corruzione all’interno di ALER. Un ente che ha per legge tre dei cinque componenti del direttivo eletti proprio dalla Regione Lombardia. Ma di questo Salvini preferisce non parlare…
All’eroe Salvini, che giovedì ci sembrava ancora più floscio e senza idee del solito, noi contrapponiamo un progetto collettivo.
Non ha un nome da sbattere in prima pagina sui giornali, né desidera essere un contenitore vuoto di claim da campagna elettorale.
Sotto le torri bianche del Gratosoglio, una delle periferie dimenticate da Comune, ALER e purtroppo anche dai giornalisti, incredibilmente vicino al campo nomadi di Chiesa Rossa, già da un mese si sta muovendo un progetto di autogestione e recupero del quartiere.
Un progetto fatto di giovani e meno giovani, disoccupati, precari, studenti, donne e uomini. Tutti ugualmente legati al proprio quartiere.
Un progetto che ha come obbiettivo la rinascita della zona, la sua cura e la sua tutela dall’ignoranza leghista e fascista, dagli impresari della politica così come dai funzionari dell’ALER.
Dopo aver risistemato autonomamente lo Skate Park ed aver salutato l’inizio dei lavori di ristrutturazione, richiesti da tempo ma ottenuti solo dopo aver direttamente iniziato il recupero della struttura, giovedì, dopo aver salutato Salvini e il suo teatrino inutile, si è continuato il lavoro, riqualificando l’aiuola davanti alla scuola di via Saponaro. Un’aiuola abbandonata da ALER da diversi anni come il resto del quartiere.
Naturalmente non ci fermeremo qui.
Settimana prossima verrà completata l’opera, piantando fiori e piante e ridando cosi decoro e colore alla piazza.
Sempre settimana prossima, dopo la conclusione dei lavori, faremo una nuova assemblea in quartiere, per tirare le somme del primo mese di iniziative e attività.
Tra i vari progetti è prevista anche la realizzazione di un campo da calcio autogestito, uno spazio sociale da aprire in quartiere per ospitare incontri, dibattiti e concerti.
Conoscersi, incontrarsi, discutere e lavorare insieme dunque.
Questo forse avrebbe dovuto fare il signor Salvini. Questo dovrebbero comprendere la maggior parte dei soggetti politici oggi.
Sono i cittadini che abitano il territorio metropolitano ad avere la forza e il potere di gestire le proprie vite e i propri quartieri.
Inutile fomentare guerre tra poveri e l’odio per il diverso.
Chi vive a Gratosoglio, come in tanti altri territori, conosce bene quali sono i problemi della quotidianità
Le soluzioni si costruiscono dal basso e collettivamente.
Collettivo Zam & cittadini attivi del Gratosoglio
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