No Expo MayDay – diretta foto e video
-20.00
Chiudiamo qui la diretta di oggi.
Abbiamo iniziato la giornata raccontando una piazza che si riempiva di 50mila persone, di spezzoni pieni di gente e colori che hanno portato per le strade della città capitale della crisi le ragioni del proprio no a Expo e al modello di sviluppo che Expo mette in vetrina.
Il modello della deroga ai diritti di tutti per tutelare gli affari di pochi, il modello dei soldi pubblici finiti nelle tasche delle banche, degli speculatori, delle mafie che si aggiudicano gli appalti e finanziano il sistema, che sono parte integrante di un sistema al quale da tempo opponiamo le ragioni di un no che è fatto di contenuti, di costruzione di reti e percorsi di lotta.
Expo è stato, è e sarà per i prossimi 6 mesi la sperimentazione avanzata di quanto di peggio questo modello si sviluppo produce: nasconde dietro a un logo colorato e a un claim accattivante il finanziamento delle peggiori speculazioni, la cementificazione di ampie aree un tempo agricole a ridosso della metropoli, l’utilizzo di lavoratori sottopagati, stagisti, volontari (!), che devono lavorare in fretta perché la grande macchina è in ritardo e lo spettacolo deve andare avanti, sacrificando i diritti, la sicurezza, le vite di fasce di popolazione che già stanno pagando duramente la crisi e la disoccupazione, la mancanza case, di lavoro e di un welfare davvero universale.
Expo finge di parlare di alimentazione sana e cibo per tutti e poi costruisce partnership con i peggiori divoratori del pianeta, con le multinazionali dell’agroindustria, le catene di cibo spazzatura, i peggiori responsabili delle disuguaglianze del Pianeta. Parla di aiutare i Paesi poveri e fortifica chi sfrutta le materie prime e i territori delle aree povere del mondo, depredando popoli e natura, salvo poi cercare di respingerli quando bussano ai nostri confini affrontando viaggi nei quali forse moriranno, perché quel forse è tutta la speranza che gli abbiamo lasciato.
I media mainstream alimentano da mesi un immaginario di scontri e devastazioni a tutela della passerella di vip e politici piazzati nella vetrina dell’inaugurazione a chiacchierare di solidarietà abbuffandosi a spese dei soldi pubblici e dei beni comuni che diventano affari di pochi.
Noi crediamo nella contestazione, nel conflitto, nella radicalità dei contenuti e delle pratiche associati all’intelligenza, alla costruzione di consenso intorno ai contenuti. Crediamo nel conflitto agito da tanti e tante, nella costruzione quotidiana di pratiche alternative nel modo di vivere, intessere relazioni, fare politica nel territorio e nel mondo globale, costruire economie alternative e sostenibili.
Ci siamo trovati costretti, nostro malgrado, a raccontare un corteo che, bisogna che siamo sinceri, non avremmo voluto così. E ci vedremo costretti a raccontare di spazi di agibilità che si chiudono, di fermi, arresti e repressione, e questo frenerà la riflessione fra gli attori del movimento e farà sì che non ci esprimeremo, perchè di fronte alla repressione poi smettiamo anche di ragionare in nome della giusta solidarietà a chi viene colpito.
Noi crediamo però che qualche ragionamento dobbiamo pure farcelo. Perché anni di lavoro sui contenuti, di condivisione e di lotte oggi sono stati letteralmente spazzati via dalla scena pubblica, e se la stampa e la comunicazione mainstream hanno gioco facile a far vedere colonne di fumo nero che si alzano nel cielo della città e roghi di auto e negozi, e vetrine tirate giù, beh, qualcuno ‘sto lavoro di demonizzazione glielo ha reso davvero facile, e non abbiamo davvero niente da guadagnare dal totale isolamento nel quale ci ritroveremo, da domani, a fare politica nella nostra città.
E non ci interessano i commenti dei politici di turno o delle personalità dello stato, ci interessa la distanza che con questo immaginario scaviamo fra il corpo militante e la gente comune, fra chi ogni giorno mette il suo tempo e la sua fatica al servizio della costruzione di percorsi condivisi che ambiscono a diventare maggioritari e quel pezzo di cittadinanza che continuerà a pagare il prezzo della crisi, abbandonata dalla politica istituzionale e che tuttavia non capisce il senso di certe pratiche ed è sempre più lontana dal nostro mondo.
Abbiamo ripetuto all’infinito che la politica delle alte sfere non ha niente a che fare con la vita vera delle persone in carne e ossa e continuiamo a non essere capaci di costruire la connessione sentimentale con quei pezzi del Paese e della società che dobbiamo invece imparare a capire e coinvolgere nelle battaglie che o sono di massa o sono condannate all’irrilevanza.
Non c’è riflessione a caldo che possa affrontare questi temi in modo approfondito e ampio, ma non possiamo chiudere questa diretta in un modo che sia diverso dall’esprimere la necessità di una riflessione sulle ambizioni, sulle pratiche e sugli immaginari, che già qualche tempo fa abbiamo provato a stimolare con un editoriale che aveva dato l’avvio a qualche ragionamento, e che dentro la redazione è tema di dibattito molto sentito.
Torneremo presto su questo tema con una riflessione più articolata, per oggi siamo davvero esausti, e chiudiamo qui.
La redazione di Milano in Movimento
-19,11
Nessun nuovo aggiornamento sui fermi (una decina). Il corteo che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone è terminato.
-18.15
Almeno due arresti confermati. Hanno appena fermato due persone in Buonarroti, in un momento tranquillo in cui non stava succedendo niente.
Iniziano ad arrivare voci di fermi e arresti, ma non abbiamo ancora conferme.
-18.00
La testa del corteo è adesso in piazza Amendola.
Non si sentono più rumori di scontri.
Decine di blindati di polizia e carabinieri fermi in Buonarroti.
“Io non lavoro gratis per Expo” – intervento dal camion di Scioperiamo Expo.
-17.30
La testa del corteo sfila verso Buonarroti e si avvia a Trenno dove ci sarà un’assemblea.
La polizia è entrata in Pagano.
Il corteo è spezzato in diverse parti, dietro continuano gli scontri.
-17.14
La polizia avanza all’altezza di piazza Conciliazione cercando di tagliare in due il corteo con fitto lancio di lacrimogeni. Scoppiano nuovi incidenti.
Vicino alla testa del corteo lo spezzone Scioperiamo Expo contesta le politiche europee sull’immigrazione che che hanno causato centinaia di morti e i lavoratori sfruttati da Expo.
-16.50
Tentativo da parte dello spezzone di Scioperiamo Expo di raggiungere la sede dell’Unione Europea alle Stelline. Massiccio lancio di lacrimogeni da parte dei Carabinieri per respingere il tentativo di avvicinamento.
Tensione all’angolo con Corso Magenta.
-16.40
Mentre la testa del corteo è ormai in Pagano, un’auto a fuoco e fitto lancio di lacrimogeni all’incrocio fra via De Amicis e corso Magenta.
-16.30
Scontri dalle parti di corso Magenta e di via Vincenzo Monti. Lancio di lacrimogeni verso i manifestanti. Una parte del corteo sta cercando di forzare verso il centro della città.
Ora la piazzetta all’angolo di corso Magenta è vuota di gente e piena di lacrimogeni.
Corteo spezzato all’altezza di corso Magenta.
-16.20
A sostegno dei contadini contro l’agroindustria e le multinazionali del cibo.
Dalla Val di Susa contro Expo, per la difesa del territorio e dei beni comuni.
-16.15
No Expo Pride in piazza con delle vagine giganti.
-16.10
Fuochi d’artificio vs idranti all’incrocio con Piazza Resistenza Partigiana.
-16.05
Idranti della polizia in azione contro i manifestanti.
-16.00
Azione di No Expo Pride.
-15.50
Mentre la testa del corteo passa a Sant’Ambrogio, lo spezzone Scioperiamo Expo mette in scena un’azione per ricordare Klodian Elezi, 21 anni, morto per Expo. Non aveva imbragature, ma i lavori andavano finiti in fretta…
– 15.40
Diverse decina di migliaia di persone in piazza. Mentre la testa del corteo è alle Colonne di San Lorenzo, la coda è ancora ferma in piazza, e lo sarà ancora per un po’, perchè c’è il mondo intero in piazza oggi.
Numeroso e colorato lo spezzone No Expo Pride, Scioperiamo Expo con migliaia di persone, anche lo spezzone sulla casa è numerosissimo. Lo spezzone Cub pieno di lavoratori migranti e lavoratori delle cooperative.
-15.20
Nutrire il Pianeta e poi fra gli sponsor c’è Mac Donalds: il video dell’azione che sanziona il fast food del cibo spazzatura e dello sfruttamento dei lavoratori.
-15.00
La testa del corteo arriva alle Colonne di San Lorenzo, ma moltissimi sono ancora in piazza pronti a partire.
Il corteo è partecipatissimo ed etorogeneo, tante le lotte rappresentate, c’è lo spezzone delle lotte territoriali, il No Expo Pride, la fabbrica recuperata Rimaflow, lo spezzone Scioperiamo Expo che da solo porta in piazza qualche migliaio di persone, gli studenti di Io Non Lavoro Gratis per Expo, i lavoratori di Expo guidati dalla bestia precaria.
Ecco una galleria dei tanti volti No Expo.
-No Expo Pride.
-Rimaflow: va in scena la fabbrica recuperata.
-Partiti!
C’è davvero tantissima gente. Alla testa del corteo la banda degli ottoni è già a metà di corso di Porta Ticinese, mentre in piazza XXIV Maggio continua ad arrivare gente.
-Senza stipendio non lavorerò: non lavoro gratis per Expo.
Lo spezzone Scioperiamo Expo arriva in piazza XXIV Maggio.
-Piazza XXIV Maggio comincia a riempirsi. Da ogni parte della città arrivano persone, gruppi e interi spezzoni.
Lungo il naviglio si avvia verso il concentramento lo spezzone Scioperiamo Expo: centinaia di persone partite da Zam.
-Da Zam lo spezzone Scioperiamo Expo in arrivo verso piazza XXIV Maggio.
-In piazza Resistenza Partigiana qualcuno monta le reti a chiudere il centro città.
-La banda degli ottoni verso piazza XXIV Maggio.
Ci siamo. A breve partirà da piazza XXIV Maggio la No Expo MayDay, terza delle 5 Giornate di Milano di contrasto a Expo, tappa di un percorso iniziato da molto tempo e che non si esaurisce con il 3 maggio, ma proseguirà per i prossimi sei mesi a costruire iniziative di lotta e critica al modello Expo.
Un corteo che si annuncia partecipato e di massa, che parlerà a tutta la città, che porterà in piazza i contenuti della protesta: la critica a un modello di città, di sviluppo e di uso del territorio e dei beni comuni che ha reso Milano una città invivibile e intollerante verso tutto ciò che non è compatibile con la logica del profitto e dello sfruttamento.
Expo è la vetrina di questo modello di città, non la migliora, non alimenta l’economia perchè riempie solo le tasche di speculatori e affaristi – legali o illegali che siano gli affari che fanno – devasta il territorio, offre poco lavoro, precario, sottopagato – se non gratuito! – senza diritti nè sicurezza.
La redazione di Milano in Movimento seguirà tutto il percorso del corteo, con video, foto e aggiornamenti in tempo reale dai diversi spezzoni della piazza. La stampa mainstream è impegnata da mesi nella demonizzazione del percorso No Expo, con titoli allarmistici, previsioni di scontri e devastazioni, paura alimentata e senza fondamento. Noi oggi vogliamo raccontare il corteo per quello che è davvero: una moltitudine di persone e lotte che si intrecciano e costruiscono reti di solidarietà e condivisione, una narrazione di contenuti, riflessioni, immagini di chi riesce a vedere, dietro alla patina dorata della città vetrina, il portato di affari e speculazioni, le colate di cemento sul territorio, lo sfruttamento delle persone nella città capitale della crisi, i soldi pubblici che finiscono nelle tasche di mafia, banche e speculatori. Siamo in piazza per alzare il velo ipocrita del claim Nutrire il pianeta, Energia per la vita e rivelare debito, cemento e precarietà che si accumulano dietro allo al luccichio delle inaugurazioni, e vanno a pesare, ancora una volta, sulle vite di chi da sempre sta pagando la crisi e le conseguenze di questo sistema di sviluppo.
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1 maggio corteo expo may day no expo no expo days no expo pride rete attitudine no expo
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