In dieci anni cala l’immigrazione, triplica l’emigrazione degli italiani (di Roberto Ciccarelli)
Istat. Nessuna invasione, semmai è un’evasione. Quando i dati smontano le “fake news” delle destre.
Nel 2016 è aumentata l’emigrazione dei giovani italiani, in particolare verso il Regno Unito. In maggioranza si tratta di diplomati (56 mila, +11%), mentre i laureati – alle cui spese è stata creata la narrazione della «fuga dei cervelli» – sono meno della metà: 25 mila (+9% sul 2015). Si va soprattutto in Inghilterra, poi in Germania (16,5%), Svizzera e Francia. Cresce l’emigrazione interna dopo tre anni di calo. Si tratta di trasferimenti di residenza che hanno coinvolto oltre un milione di persone, +4% sul 2015. Nel 76% sono trasferimenti tra comuni della stessa regione. A conferma del fatto che che l’odio razzista, le campagne contro fantasmatiche «invasioni» da parte dei migranti sono infondate l’Istat conferma una realtà completamente diversa.
Negli ultimi dieci anni le immigrazioni si sono ridotte del 43%, passando da 527mila nel 2007 a 301mila nel 2016. Le emigrazioni degli italiani, invece, sono più che triplicate passando da 51mila a 157mila. Il saldo migratorio netto con l’estero, pari a 143mila unità nel 2016, torna a salire (+8%) dopo aver registrato il valore più basso nel 2015. Anche se in calo, la dinamica migratoria positiva sta limitando il calo demografico (-142 mila). Il calo riguarda esclusivamente i cittadini italiani (97mila residenti in meno), mentre la popolazione straniera aumenta di 21mila residenti. Con 45mila iscritti la comunità rumena e’ sempre la più numerosa tra i flussi di immigrazione, seguono pakistani (15mila), nigeriani (15mila), marocchini (15mila), albanesi (13mila) e cinesi (12mila).
Le fake news che dilagano da «destra» alla «sinistra» sono prive di fondamento. Gli stranieri fanno la loro parte nel garantire la stabilità del sistema sociale e previdenziale degli italiani. Sarebbe il caso di riconoscerlo, a partire dai diritti, mentre invece si continua nell’operazione di denigrazione, stigmatizzazione e reclusione.
Roberto Ciccarelli
Dal Manifesto del 30/11/2017
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