La Tessera La Bandiera La Libertà
Martedì a Milano pioveva mentre arrivava la notizia che Niccolò Garuffi veniva scarcerato per essere condotto agli arresti domiciliari dopo 2 mesi di carcere a San Vittore.
Per molti di noi è stato un momento dove lasciarsi andare, magari con un sorriso o un abbraccio,un brindisi o un giro di sms tra gli amici di Nic, qualsiasi sia stato il gesto è diventato come un “bentornato”, una manifestazione d’affetto nei confronti di Nic che assapora ora un aria più salubre, ma che è triste ricordarlo, non gode certo di completa Libertà.
Ancora prima che il lungo attimo di “pace” sfumasse,girava in Rete una notizia che riguardava Nic direttamente e che ha lasciato senza parole molti di noi, stravolgendo un pò i nostri pensieri che in quel momento erano rivolti alla situazione dei compagni in carcere e di Nic, giunto a casa dei suoi genitori ma privato della possibilità di vedere gli amici e le persone a lui care.
Durante una riunione della sezione ANPI Vigentina, attraverso le parole di un esponente dell’ANPI Provinciale, si faceva riferimento al mancato rinnovo della tessera da parte di Nic, detenuto a San Vittore in quel periodo, e si raccomandava di non rinnovarla per l’anno a venire, come se si avesse a che fare con un mafioso o un criminale insomma, che poi se stiamo a vedere magari la tessera all’ANPI ce l’ha ancora Penati o qualche altro politico immanicato con i giri sporchi della BreBeMi o del Tav, ma a quelli non la nega nessuno.
Questa notizia ha subito evocato in me una serie di ricordi di un passato non troppo lontano e di una giornata, quella del 23 Aprile 2010 al Consiglio di Zona 5 in Viale Tibaldi, dove come ogni anno veniva svolta la Commemorazione dei Caduti Partigiani di zona ma che la maggioranza del CDZ 5 voleva impedire, proponendo come luogo alternativo una cantina dell’edificio stesso, impedendo così di fatto di svolgere il ricordo nella sala principale del Consiglio come da anni le sezioni ANPI di Zona 5 erano abbituate a fare.
La storia che vi voglio raccontare parte da Nic.
“Qualche sera prima ero stato alla riunione di Partigiani in ogni Quartiere per definire le ultime cose che riguardavano l’evento del 25 Aprile 2010 in via dei Missaglia,quella sera c’erano un sacco di compagni e cittadini che animano il movimento Antifascista Milanese.
Finita la riunione mi si avvicina Nic, mi dice brevemente che in zona da loro hanno rifiutato la sala del CDZ alla loro sezione ANPI e a tutte quelle della zona 5, che dietro ci sono quelli del PDL che hanno trovato una scusa banale per cancellare la memoria e il ricordo della Resistenza e che i cittadini sono intenzionati ad occupare la sala fina dal mattino così da poter svolgere la Cerimonia di Ricordo alle 20,30.
Lui sarà li, con suo padre Pippo, i compagni delle sezioni e tutti i cittadini, mi chiede se posso far girare la voce che serve gente perchè questo è uno scandalo e nessuno, ne autorità ne politici, sembrano volersene occupare e che quindi c’è bisogno di andare li motivati per riprendersi quanto, in modo meschino, veniva tolto all’ANPI.
Qualche giorno dopo arrivai lì con un pò di soci, c’erano un sacco di persone al CDZ che si alternavano dal mattino per presidiare la sala, molti erano anziani, operai o partigiani che faticosamente sostenevano una dura battaglia, fatta di attesa, seduti sulle sedie della sala.
Poi c’erano i compagni, le solite ” brutte facce” , quelle che quando hai bisogno ci sono sempre e mollano prima il lavoro dall’altra parte della città per esserci, non per cogliere l’occasione di fare casino come spesso pensa qualcuno, ma per portare la solidarietà alle persone che lottano per l’Antifascismo.
Le ore successive si svolsero in modo irregolare, prima ci fù una lunga e tesa discussione con i consiglieri di zona, una piccola parte era a favore dell’ANPI e si schierò in sala per coprire i posti mentre i consiglieri del PDL e della Lega insorgevano come pazzi, blaterando moniti contro i presenti e minacciando l’impiego delle forze dell’ordine per liberare la sala, forza che sopraggiunsero in fretta,oltre che in numero,e che come è solito per le Guardie misero mani ai documenti dei presenti per identificare gli “occupanti” della sala,tra cui gli stessi vecchi Partigiani presenti dal mattino.
Nic e suo padre non volsero mai le spalle a quelle scene indecenti e continuarono a ribadire ai Consiglieri e alla Polizia che quello che stavamo facendo era un diritto sancito dalla Costituzione Italiana nata con l’Antifascismo, che i gagliardetti cuciti sulle braccia dei carabinieri in assetto antissommossa presenti riproducevano la Bandiera Italiana per cui si erano sacrificati migliaia di uomini e donne che quel giorno dovevano essere ricordati in un luogo dignitoso e non nello scantinato del Consiglio di Zona, che non sarebbero stati a guardare immobili quel soppruso che impediva la riunione di quella parte della società civile in occasione della Commemorazione Partigiana.
Mentre la Digos cercava di comprendere quale pericolo per la Democrazia si era riunito in quella sala, dove tra vecchi e giovani si contavano un centinaio di persone, sopraggiungevano le voci e i passi di altri compagni, quelli dell’ANPI Barona, che irrompevano in sala con stile imbracciando i Tricolori delle Sezioni , con un sorriso sul volto che portava un messaggio di solidarietà.
La solidarietà fù un arma decisiva, perchè nessuno dei Consiglieri di Zona promotori di quel soppruso potevano immaginarsi che in quella sala, a sostenere il Diritto dell’Anpi di Zona di render omaggio ai Caduti, si potessero riunire tutte quei cittadini solidali.
Svolgemmo così le Celebrazione in un atmosfera forte, sostenuta da una solidarietà tangibile dai presenti, e decidemmo di uscire in corteo, passando per il piazzale occupato dalle forze dell’Ordine, per raggiungere la targa dei caduti in Viale Tibaldi e li, con forte animo in cuore, intonare Bella Ciao.
Nic mi sembrò contento e fiero di se stesso e di quanto eravamo tutti riusciti a fare, tempo dopo durante una passeggiata con i compagni a Lambrate, per unirci al corteo contro un raduno fascista, passammo con Nic nei pressi di un Hotel dove sventolava il Tricolore.
Non era lo stesso che sventolava in quella sala e nei nostri 25 Aprile, era il classico Tricolore, Nic si lasciò andare in un commento < io mi sento Patriota > e lo disse in modo serio e non sò se stesse scherzando oppure si riferiva a qualche situazione che aveva avuto in passato con la stessa Bandiera,sembrerà anche strano sentirla dire a Sinistra questa parola, ma per me fu una piacevole nota d’orgoglio.
Se dovessi un giorno spiegare a qualcuno che cosa vuol dire “Patriota”, quella parola per cui morirono migliaia di giovani nel Risorgimento e nella Resistenza per darci la Libertà e non quell’immaginario negativo e destroide dato a questa parola, penso che racconterò questa storia di Nic, perchè Nic ha sempre difeso la Resistenza,l’ANPI e la Libertà.
Oggi a Nic negano il rinnovo della tessera ANPI nella sezione Vigentina.
Da due mesi a Nic negano la Libertà,prima recluso a San Vittore e ora ai domiciliari.
Ma la Resistenza, dolce parola, non potrete mai negarla a nessuno.
La Sezione ANPI” Carla del Rosso” di Quarto Oggiaro, su esempio delle sezioni ANPI della Valsusa, riconoscerà a Niccolo ” Colonello” Garuffi la tessera d’iscrizione alla nostra sezione.
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