Fridays For Future – Prime denunce contro il movimento a Padova
Denunciati due attivisti di Padova per un die-in a Zara.
Quando pensiamo alle emissioni di CO2 subito ci appaiono in mente immagini di centrali fumiganti e cave gigantesche, ma quanti legherebbero il cambiamento climatico al tema del fast fashion?
Pochi ne parlano, ma l’industria del vestito “usa e getta”, a basso costo e bassissima durata, ha un impatto enorme sull’ambiente: la sola produzione di poliestere emette gas climalteranti pari a quelle di 185 centrali a carbone sommate, mentre ovunque nel terzo mondo fiumi e falde vengono corrotti dalle tinture. Tutto questo senza contare il costo sociale del mercato, con lavoratori del settore costretti a lavorare in situazioni di pericolo per una paga da fame.
Su questo enorme tema hanno fatto luce i ragazzi di FFF Padova che venerdì scorso hanno dato vita ad un pacifico die-in in un negozio Zara, sensibilizzando consumatori e media sui danni dell’industria della moda fast.
Nonostante l’azione sia durata solo pochi minuti con l’intenzione precisa di non arrecare danno alcuno, nonostante l’azienda stessa non abbia presentato alcuna denuncia, per la prima volta dei giovani attivisti sono stati denunciati.
Una decisione senza precedenti e sproporzionata, una denuncia per “violenza privata” a due ragazzi che si son semplicemente sdraiati per qualche minuto sul pavimento. Una denuncia che fa quasi sorridere per la sua inconsistenza, ma brucia se pensiamo che chi specula sull’inquinamento e il global warming non rischia mai provvedimenti neanche lontanamente paragonabili.
Esprimiamo solidarietà e ci stringiamo intorno agli attivisti con la convinzione che due denunce non basteranno a fermarci! Le nostre azioni proseguiranno sempre più determinate verso la giornata di mobilitazioni globali del 29 novembre!
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