-3 giorni alla chiusura del centralino della Brigata Lena-Modotti

Era marzo e in piena emergenza la Brigata Lena-Modotti attivava un centralino pronto a ricevere un mare di chiamate supportando i numeri di telefono già esistenti (in quei giorni le richieste d’aiuto erano migliaia) e girarle alle varie brigate in giro per la città. Questo numero è lo 0240705564. Ebbene, tra tre giorni, per l’impossibilità di sostenere la situazione senza ulteriori aiuti, il centralino chiuderà rendendo molto più difficile l’opera di aiuto alle fasce più deboli della popolazione che hanno ancora un forte bisogno di sostegno. Ospitiamo i comunicati delle Brigate Lena-Modotti e Franca Rame che spiegano più approfonditamente la situazione.


SOLIDARIETA’, MUTUALISMO, INCLUSIONE. DALLA GENTE, PER LA GENTE

Questi sono stati i valori sui quali è nata la brigata Lena-Modotti per i quali continuerà a lavorare nonostante la mancata collaborazione delle istituzioni.

Erano i primi di marzo quando il primo nucleo di ragazze e ragazzi hanno deciso di rimboccarsi le maniche ed attivarsi per far fronte alla crisi che si stava prospettando. Le iniziali spese per gli anziani hanno poi lasciato spazio alla consegna di pacchi alimentari gratuiti alle famiglie in difficoltà economiche, alla preparazione di pasti caldi per i senzatetto, alla distribuzione di kit igienici, mascherine, vestiti e libri per la scuola ai bambini.

Abbiamo attivato 340 volontari in zona 2 e 3 e creato un centralino con 94 volontari e volontarie formati/e, in grado di rispondere a centinaia di chiamate ogni giorno.
Chiamate di famiglie che non riuscivano a garantire due pasti al giorno ai figli, di persone che avevano perso il lavoro, che avevano perso famigliari, persone a cui era stato negato il buono spesa, persone invalide a cui era stato tolto l’accompagnamento sociale, persone che dovevano scegliere tra comprare le medicine o il cibo.

Un centralino a cui il Comune di Milano indirizzava le persone che non era in grado o che non voleva di aiutare.
11.000 famiglie aiutate anche grazie all’aiuto di moltissimi cittadini e cittadine che hanno ritenuto giusto che il prossimo andasse aiutato se in difficoltà e che noi volontari andassimo sostenuti per il lavoro che stavamo facendo.
Lavoro che non è stato invece supportato in alcun modo dalle istituzioni, è stato al massimo “sopportato” in silenzio visto che ogni nostra attività esisteva per colmare proprio le loro mancanze, le loro inefficienze ed incapacità.

Cittadinanza e volontari hanno unito le loro forze per far sì che nessuno venisse lasciato indietro e che non fossero le persone già in condizioni precarie a pagare il prezzo più alto.
Un lavoro così grande però non può basarsi solo su volontari, studenti e lavoratori e generosità dei singoli.

Le istituzioni , dopo essersi appoggiate a realtà autorganizzate dal basso, mutualistiche, come la nostra, non hanno fatto nemmeno il minimo indispensabile per permetterci di continuare a lavorare per aiutare chi ne aveva bisogno.
Sono stati chiesti rimborsi per la benzina per le consegne, spazi da utilizzare come magazzini, derrate alimentari, assicurazioni sanitarie, aiuto per i casi di particolare gravità, non gestibili solo con le nostre forze e non ci è stato dato niente.

Ci si spezza il cuore nel dover prendere questa decisione ma questa mancanza di sostegno economico ci costringe a chiudere il centralino. L’elevatissimo numero di richieste giornaliere e la complessità di certe situazioni sociali non è più sostenibile solo con i mezzi che noi volontari, studenti e lavoratori, possiamo mettere a disposizione. La cosa che più ci dispiace e ci fa arrabbiare è che questa chiusura comporterà la fine di un sostegno indispensabile per migliaia di famiglie, che dal 10 giugno saranno ancora più in difficoltà.
Pensiamo che se le istituzioni vogliono proprio metterci nella condizione di fermarci allora dovranno smettere di sottrarsi alle loro responsabilità e anzi iniziare ad assumersele, prendendo in carico il sostegno a tutte queste persone di cui finora ha ignorato le voci.

Non ci arrendiamo, non permetteremo che migliaia di persone tornino ad essere ignorate ed inascoltate.

Ci rivedremo in piazza per portare queste rivendicazioni, a partire dalla manifestazione del 20 giugno!
Vogliamo giustizia! – 20 Giugno sotto la Regione Lombardia!

A ognuno secondo i propri bisogni, da ognuno secondo le proprie possibilità: questo è il criterio con cui abbiamo deciso di operare dalla nascita della brigata.

La Brigata Franca Rame, vedendo l’aggregazione di sempre più volontari, ha speso negli ultimi due mesi sempre più energie per cercare di aiutare le famiglie in difficoltà, lasciate a loro stesse dalle istituzioni.
Questi due mesi hanno visto lavoro, fatica, solidarietà cittadina, ma nessun tipo di aiuto è arrivato dalle istituzioni né ai cittadini in difficoltà né alla nostra attività di mutualismo. Purtroppo questa condizione ci costringe a dover chiudere il nostro centralino, poiché incapaci di sostenere la richieste da un punto di vista delle risorse.
Le spese sospese, sulle quali il nostro magazzino si è basato per mesi, non raccolgono più le stesse adesioni di prima, molto probabilmente perché numerose persone, tornando alla normalità, credono che l’emergenza sociale sia finita. Ci teniamo a ringraziare tutti i cittadini e le cittadine che ci hanno supportato, rendendoci conto che la generale diminuzione di liquidità rende più difficoltoso donare ai più.
Purtroppo la crisi è appena iniziata. Ci sono ancora tantissime famiglie in difficoltà, che non vengono prese in considerazione dai vari livelli di governance e che si troveranno in situazioni sempre più critiche.

Per quanto riguarda il lavoro della nostra brigata, abbiamo deciso di continuare a ricucire il tessuto sociale, facendo leva sui legami che abbiamo instaurato in questi mesi sul territorio. La nostra idea è quella di portare avanti attività ricreative e culturali e lo sportello lavoro, che siano utili al territorio e che vadano ad instaurare un meccanismo di solidarietà tra gli abitanti, cercando di abbattere la sempre più diffusa guerra tra poveri. Ci siamo infatti resi conto della presenza di fratture all’interno di contesti cittadini più critici, che pensiamo possano essere ricucite.
Per fare questo ci servono nuovi volontari che portino le loro capacità e i loro interessi all’interno della nostra brigata, dando in questo modo sempre più valore a quello che facciamo.
La nostra attività mostra come la solidarietà e l’autorganizzazione dei cittadini sia il punto di partenza per costruire una società nuova, liberata dai dettami del capitale e in contrapposizione a quella imposta dalle istituzioni.

Nonostante l’impossibilità di andare avanti con le spese solidali, non lasceremo soli gli abitanti più in difficoltà, come continua invece ad essere fatto dalle istituzioni.
Non mancheremo di sottolineare questo inaccettabile stato di cose anche in piazza il 20 giugno: Vogliamo giustizia! – 20 Giugno sotto la Regione Lombardia!

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