Verso Lotto Marzo, parola per parola – “Confindustria”
Scegliere *Confindustria* come la parola di oggi può apparire stravagante.
Scegliamo di chiarire che cosa è questa istituzione perché nella divulgazione comune non viene mai spiegato.
Ci hanno fatto crescere con la falsa consapevolezza per cui partire dalle industrie e dagli industriali sia mettere al centro le lavorator_ e la dignità del lavoro.
Questo non può accadere in un sistema economico profondamente antisociale ( si veda la spiegazione di lavoro essenziale).
Innovazione e merito sono il falso slogan quando si parla di Confindustria.
Ma i volti di Confindustria sono altri: da una parte quello del servirsi dello spauracchio dell’Alta tecnologia e della flessibilità(aka precarietà) per predicare contro le arretratezze del Paese come i sindacati e il verticisimo politico, e dall’altra, quello che si struttura su base provinciale con una miriade di presidenti e vice-presidenti e professionisti del potere che rimangono saldi alle loro poltrone con criteri di raccomandazione e di familismo.
La Confindustria che difende i profitti della classe dirigente industriale con l’antico metodo dello sfruttamento sul lavoro, dell’abolizione delle tutele de_ lavorator_, che definisce obsolete, del salario minimo sempre più basso in nome del progresso economico.
È l’istituzione che in pieno lockdown ha messo a repentaglio la salute di migliaia di persone rifiutando la chiusura della fabbriche “essenziali” (Vedi lavoro essenziale), allargando questa definizione a produzioni che necessarie per la vita del paese non erano.
La posizione di Confindustria in situazione pandemica prende consistenza nella parola di Guzzanti, il Presidente di Confindustria Macerata.
“Le persone sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori, se qualcuno morirà pazienza”.
Sono le decisioni di Confindustria, la volontà di sbloccare i licenziamenti, la precarizzazione diffusa, la femminilizzazione (vedi la spiegazione su femminilizzazione del lavoro) ad acuire il solco tra classi sociali, tra chi è costrett_ a scegliere nel ricatto salute- lavoro, benessere – lavoro; diritti- lavoro e chi gode di tutti i diritti, che diventano il privilegio di poch_ in una situazione di povertà generalizzata.
Sono le decisioni di Confindustria e la pressione che esercitano ad avere contribuito in modo decisivo alla situazione per cui su 444mila persone che hanno perso il lavoro nel 2020, 312mila sono donne.
444mila persone.
101mila solo nel mese di dicembre.(99 mila sono donne).
Scegliamo quindi questa come parole verso lo sciopero del LottoMarzo, perché se ci fermiamo noi, i profitti di Confindustria si azzerano.
Profitti di cui non vediamo un centesimo.
Oggi saremo con e come Nudm Milano alle 14.30 davanti alla sede milanese di Confidustria per portare il nostro grido di battaglia. Ci sarà una conferenza stampa animata.
Vieni anche tu!
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