Occupazioni delle scuole. Il Ministero suggerisce denunce e sgomberi
A Roma, inaspettato, da un paio di mesi è partito un imponente ciclo di occupazioni di scuole superiori. Si è arrivati a più di 50 istituti occupati con numeri che non si vedevano da anni. Se un tempo una vicenda del genere avrebbe catturato l’attenzione dell’informazione oggi i media mainstream tacciono preoccupati di non intaccare la pax draghiana. Al Ministero dell’Istruzione invece di cercare di capire le motivazioni di studentesse e studenti, come sempre si preferisce la strada veloce della repressione suggerendo ai presidi di procedere con denunce e sgomberi.
Riprendiamo un comunicato del Collettivo Politico Manzoni sulla situazione.
A seguito delle cinquanta occupazioni studentesche che hanno interessato la città di Roma, non ha tardato ad arrivare la risposta del Ministero dell’Istruzione. Una risposta vergognosa, che sottolinea la mancanza di interesse da parte delle istituzioni per quelli che sono i bisogni di studenti e studentesse e le richieste che vengono avanzate da parte nostra. Il direttore dell’Ufficio Scolastico del Lazio Rocco Pinneri invita i e le presidi di Licei ed Istituti superiori della regione a “denunciare quanti più occupanti possibili” e a “richiedere lo sgombero dell’edificio”.
Apprendiamo la notizia a bocca aperta: com’è possibile che politicanti ed istituzioni rispondano unicamente con la repressione a centinaia di studenti e studentesse che chiedono un sistema scolastico più solido e adatto alle esigenze contemporanee, strutture in buone condizioni, garanzie per professori e professoresse?
Ancora una volta, come insegna la storia delle lotte studentesche, le nostre richieste non sono state ascoltate e, anzi, i nostri sforzi sono stati sminuiti e ridicolizzati da un paradigma di risposta che vediamo ripetersi anno dopo anno. Ribadiamo anche noi al caro Pinneri e al suo tono paternalistico che le scuole vengono occupate proprio perché non siamo mai riuscitə a instaurare un dialogo col Ministero dell’Istruzione.
Sarete mai in grado di rispondere veramente alle nostre richieste, di soddisfarle? Per quanto ancora dovremo vivere una scuola strutturata decine di anni fa, una scuola che segue paradigmi obsoleti, non più in grado di soddisfare le necessità di studenti e studentesse e prepararlə ad una vita consapevole e critica? E ancora, per quanto saremo costrettə a ricevere come unica risposta la repressione?
Non possiamo più sottostare a queste dinamiche sorde e cieche: la scuola è uno spazio che ci appartiene, gli studenti e le studentesse devono poterla vivere liberamente e devono poter avere un peso nelle decisioni che la riguardano. L’occupazione della scuola è un diritto e come tale va difeso.
È il momento di tirare fuori la rabbia che abbiamo e riversarla contro chi da anni deride un tentativo di avere più agibilità nello spazio che ci appartiene.
Collettivo Politico Manzoni
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