Donando vaccini in scadenza all’Africa
Lunedì 20 giugno la trasmissione Report ha rivelato quante dosi di vaccini ha comprato finora l’Italia, nonostante i contratti europei con le case farmaceutiche siano ancora secretati.
Secondo l’inchiesta troppe.
E questo significa che, oltre allo spreco ingente di soldi, molte andranno buttate a causa della loro scadenza.
Quindi che fare con i tanti vaccini in frigo, e perché si continuano a ricevere dosi che non si riescono a somministrare?
Report, tramite un accesso agli atti, è riuscito a scoprire il numero esatto di dosi acquistate dall’Italia.
Secondo un documento a firma del generale Tommaso Petroni, successore dell’ex commissario Francesco Figliuolo, per il solo anno 2022 l’Italia ha comprato quasi 138 milioni di dosi, che si sommano agli oltre 183 milioni del 2021.
Ma la campagna vaccinale è ormai da tempo in stallo: l’83% della popolazione ha già ricevuto la terza dose, al 93% è stata somministrata la prima dose. Al momento ne vengono somministrate giornalmente una decina e, sottolinea l’inchiesta, a questo ritmo per svuotare i frigo non basteranno tre anni, ma intanto la data di scadenza si avvicina.
“Considerando l’andamento della diffusione del virus adesso, probabilmente arriveremo a settembre-ottobre che la maggior parte della popolazione si è infettata e guarita e quindi non credo che si andrà incontro a una vaccinazione di massa con la quarta dose”, ha detto Andrea Crisanti, professore di microbiologia presso l’università di Padova.
E anche per quanto riguarda le mutazioni del virus e di sotto-varianti, se ci sarà una campagna vaccinale probabilmente verranno somministrati vaccini aggiornati.
Ma milioni di dosi restano per mesi nei frigoriferi dei centri vaccinali.
COME VENGONO SMALTITE LE DOSI IN ECCESSO?
A marzo, rivela Report, l’allora commissario straordinario Figliuolo, in una lettera alle Regioni, spiegava che buona parte delle dosi in eccesso sarebbe stata donate ai Paesi in difficoltà.
Per donare però, bisogna chiedere il permesso alle case farmaceutiche, il che fa allungare ulteriormente i tempi per procedere all’invio di vaccini prima della loro scadenza.
Ma, come ha chiarito Sara Albiani, responsabile salute Oxfam Italia, si tratta di un’operazione di falsa solidarietà, perché l’Italia sta donando vaccini con scadenze molto ravvicinate, tanto che, secondo i dati Unicef, solo nel dicembre 2021 circa 100 milioni di dosi donate sono state buttate e smaltite dai Paesi che li hanno ricevuti.
L’anno scorso, per esempio, l’Italia ha inviato alla Tunisia un milione e mezzo di vaccini, ma un’inchiesta del progetto giornalistico Follow the Doses citata da Report ha svelato che sarebbero scadute dopo appena due mesi. Una storia che si è ripetuta anche in Nigeria, dove il governo locale ha dovuto gettare in discarica più di un milione di dosi perché inutilizzabili.
Nonostante la poca trasparenza sul prezzo delle dosi di vaccino a causa della segretezza dei contratti tra Ue e Big Pharma, uno studio dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’università Cattolica ha messo insieme le informazioni disponibili ed emerge che:
“Per gli acquisti effettuati dall’Unione Europea i prezzi per dose del vaccino Pfizer siano stati in media pari a 15,5 euro (18,9 dollari) nella prima fase degli acquisti, per poi aumentare a 19,5 euro (23,15 dollari) per le forniture successive. Le dosi di Moderna avrebbero invece visto un aumento da 19,9 euro (22,5 dollari) per le prime forniture a 22 euro (25,5 dollari) per quelle successive. Il prezzo di una singola dose di vaccini AstraZeneca e J&J sarebbe rimasto invariato e pari rispettivamente a 2,9 euro (3,5 dollari) e 8,5 euro (10 dollari)”
Considerando che l’Italia, secondo il documento visionato da Report, solo nel 2022 ha acquistato 73,1 milioni di dosi Pfizer e 34,6 milioni di Moderna, ha pagato a Pfizer fino a 1,42 miliardi di euro e a Moderna fino a 762,4 milioni di euro.
Nonostante il potere d’acquisto, l’Italia – come tutti gli altri Paesi sotto contratto con i Big Pharma – non ha nessun potere sui “propri” vaccini. Anzi, vista la situazione ha bisogno di trovare strategie di smaltimento rapide, sia esternamente (e cioè continuando a chiedere il permesso ai Big per poter donare i propri vaccini in scadenza a Paesi africani che si accolleranno lo smaltimento) o internamente (magari inserendo un super iper Green Pass per la quinta dose).
Nassi LaRage
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Africa big pharma italia report ue vaccini
Sfortunatamente per mia esperienza personale sono a conoscenza di questa maledetta prassi. Per fortuna i “baluba” africani non utilizzano i vaccini in scadenza ; ma vorrei sapere se esistono enti e\o associazioni che possano frenare o controllare queste venefiche spedizioni. Quale commento? Noi esseri umani siamo la specie vivente piu’ cattiva del nostro splendido mondo.