MayDay_2017_orgoglio della classe precaria!

May Day 2017
Orgoglio della classe precaria.
“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”.

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Jurij è partito, ha visto la terra da lassù e ci ha ricordato quanto potrebbe essere bella.
Un pianeta senza confini, senza guerre, senza precarietà.
Idealmente per noi, la generazione precaria, Jurij è partito nel 2001 e al suo rientro la situazione è drammaticamente peggiorata.
La precarietà è diventata legge, una condizione naturale con cui tutte le nuove generazioni devono confrontarsi per sopravvivere e trasformarsi da contorsionisti della flessibilità a strateghi della sopravvivenza.
Nelle pieghe della nostra vita le ingiustizie sociali avanzano meccanicamente, e con esse razzismo, sfruttamento, populismo, repressione e così via. Dopo anni di crisi, l’orgoglio della classe precaria rischia di affievolirsi sotto i duri colpi della disoccupazione dilagante.
Le politiche di austerità caricano sulle spalle delle classi subalterne tutta la responsabilità: la devastazione delle politiche sociale, il furto costante delle ricchezza e dei beni comuni, l’annullamento della città pubblica, la mercificazione e la pace sociale sono gli strumenti di governo per rispondere alla crisi.
La città è oggi un laboratorio di speculazioni e politiche repressive, come il nuovissimo daspo urbano, un ottimo strumento per soffocare qualsivoglia tipo di contestazione.
Gli interessi privati e la speculazione la fanno da padrone, come nel caso degli scali ferroviari, migliaia di metri quadri a disposizione dei grandi speculatori, ben lontani dai desideri dei cittadini rispetto alla progettazione condivisa degli spazi di questa città.
Distruggono il territorio e militarizzano le nostre vite, vogliono chiudere gli spazi politici di dissenso.
Nelle nostre esistenze diventa strutturale la violenza maschile sulle donne, la disparità di potere, di classe, e le politiche di austerity non fanno altre che incrementare queste ingiustizie, restringendo lo spazio di autonomia dei percorsi delle donne.
L’imposizione culturale etero-normata e l’enorme solco della disparità dei diritti, minano quotidianamente la vita di tutti quei soggetti che non vogliono far addomesticare la propria identità e che non vogliono rinunciare ai propri desideri e ai propri bisogni.
Il restringimento politico di questi desideri si trasforma in matrice di violenze e discriminazione, dal web agli ospedali che ti negano il diritto ad una maternità volontaria, dal lavoro alla scuola, alle mura domestiche.
Una diversa forma di matrice discriminatoria costruisce il clima di intolleranza rispetto a tutta la grande questione delle migrazioni: il fenomeno delle emigrazioni di massa, effetto strumentale dello sfruttamento internazionale del capitale protetto dagli stati, produce conflitto all’interno della stessa classe innescando quella famosa guerra tra poveri, dove si smarrisce il vero responsabile delle disuguaglianze. Jurij è tornato da tempo, la sua vita è divenuta precaria, la gloria si è sopita.
Jurij però non ci sta, Jurij e i precari e le precarie di questo pianeta non hanno mai smesso di essere orgogliosi, un orgoglio di classe che ancora oggi demarca una sostanziale linea tra sfruttati e sfruttatori.
Non ci stanno le donne, che decidono di liberarsi delle differenze imposte dai processi culturali e politici, e che decidono di non accettare più alcun tipo di violenza, provenga essa dalla mano del padrone o da quella dell’uomo.
Non ci stanno i migranti e le migranti, che si auto-organizzano per ridare dignità alle loro vite, martoriate dal piombo del capitale o dal freddo sale del Mediterraneo.
Non ci stanno i poveri delle periferie, luogo di speculazione e sperimentazione repressiva.
Una persistenza mai sopita continua a cospirare nelle macerie culturali e politiche della nostra città.
Costruiamo una convergenza di soggettività sociali unite.
Chiediamo a tutte le studentesse e gli studenti, a tutte le precarie e i precari, a tutte le disoccupate e i disoccupati, a tutte le migranti e a tutti i migranti, ai lavoratori e alle lavoratrici, agli artisti e alle artiste di strada, a tutte le attiviste e gli attivisti di unirsi a noi per un grande Primo Maggio.
Orgoglio della classe precaria.
1 Maggio 2017 ore 15 P.zza XXIV Maggio Porta Ticinese.

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