28 maggio 2012 la polizia carica il corteo in ricordo della strage

“28 maggio 1974-28 maggio 2012. Nessuna giustizia nessuna pace”. Con queste parole d’ordine il movimento bresciano è sceso oggi in piazza in occasione dell’anniversario della strage fascista, di stato e della nato di Piazza Loggia. Centinaia di studenti e compagni hanno aderito, in mattinata, alla manifestazione indetta dal Kollettivo Studenti in Lotta e dal Centro Sociale Magazzino 47.

Obiettivo: ribadire le responsabilità dello Stato nella strage del 28 maggio, oltre che contestare le politiche neo liberiste del governo Monti, rappresentato in questa occasione dal ministro dell’interno Cancellieri, presente in città per le commemorazioni istituzionali.

Gli studenti, partiti da piazza Garibaldi, si sono inizialmente diretti verso il palazzo di giustizia, dove era prevista l’udienza per lo sfratto del magazzino 47, poi rinviata per il prossimo 25 giugno. Il corteo è successivamente ripartito alla volta di piazza della Loggia lungo il percorso che la stessa Questura, dopo un tira e molla di prescrizioni e divieti liberticidi, aveva autorizzato. In via Vittorio Emanuele sono però cominciate le provocazioni poliziesche per impedire alla manifestazione di proseguire normalmente.

Il cordone di celerini, che si trovava davanti ai manifestanti, rallentava l’andatura per far ritardare il corteo ed impedire che arrivasse nei pressi di piazza loggia mentre era ancora in corso la commemorazione ufficiale, dov’era atteso fra gli altri anche il discorso di Susanna Camusso, segretario Cgil, ma soprattutto dove si trovava il ministro Cancellieri.

L’agguato poliziesco è scattato pienamente nel centrale corso Matteotti, nel primo tratto, dove la via è stretta e senza negozi, quindi senza scomodi testimoni oculari. Poco prima dell’incrocio con via Bronzetti i celerini si schieravano in assetto antisommossa e bloccavano la strada; inutilmente è stato fatto presente ai dirigenti della questura ed al capo della Digos che stavano bloccando, in modo assolutamente arbitrario, una manifestazione autorizzata.

Gli studenti a quel punto avanzavano lentamente e quando sono arrivati a contatto con gli scudi i celerini cominciavano a manganellare le prime fila, accanendosi in particolare su alcune ragazze e donne del corteo. Studenti e compagni hanno comunque tenuto la posizione non indietreggiando per ribadire che in piazza Loggia, oggi, a 38 anni dalla strage, gli indesiderati non possono essere studenti, figli e nipoti di chi è morto a Brescia, ma i rappresentanti di quello Stato che continua ad insabbiare, depistare e nascondere.

Solo a questo punto, dopo una seconda carica, il corteo si dotava di una rete metallica presente nel cantiere di una casa in ristrutturazione, per frapporla alle manganellate dei celerini.

Attraverso radio onda d’urto, in piazza della Loggia si veniva a conoscenze delle cariche; appena un compagno, proprio durante il minuto di silenzio, gridando, avvertiva i presenti, gruppi di decine di persone – operai, compagni e semplici cittadini abbandonavano la piazza per raggiungere gli studenti e sostenere fattivamente il loro diritto ad esserci, in quella piazza.

Da corso Matteotti il corteo ha poi raggiunto una Piazza Rovetta, adiacente alla Loggia, blindatissima dalla polizia e completamente transennata per bloccare l’accesso dei manifestanti. In quell’istante dal palco stava facendo il suo discorso la leader della Cgil Susanna Camusso. Dopo un primo impatto per entrare in piazza, respinto dalle manganellate dei celerini protetti dalle transenne, cominciava una discussione tra manifestanti, dirigenti della camera del lavoro e responsabili della questura, tra i quali il famigerato dottor Emanuele Ricifari, quello delle cariche sotto la gru di via san faustino durante la lotta dei migranti per la sanatoria nel novembre 2011. Quegli stessi migranti oggi in piazza Loggia, in segno di solidarietà ai lavoratori e lavoratrici colpiti dalla bomba di stato quel giorno e consapevoli che, oggi come allora, è solo scendendo in piazza a manifestare che si possono ottenere i diritti negati.

I dirigenti della questura cercavano di scaricare la responsabilità sulla Cgil dicendo che se non c’erano obiezioni da parte dell’organizzazione sindacale i celerini si sarebbero spostati. In realtà nonostante fossero arrivati membri della segreteria della camera del lavoro i celerini restavano schierati a bloccare il passo. Allora per allentare la tensione, un gruppo di lavoratori del servizio d’ordine della cgil si poneva alla testa del corteo degli studenti per frapporsi tra questi e i poliziotti. Nonostante questo fatto, mentre il corteo avanzava lentamente i celerini restavano fermi facendo scoppiare così nuovi tafferugli.

I manifestanti a questo punto sfondavano il cordone poliziesco conquistando l’agibilita’ politica di piazza loggia, per poi ricompattarsi e al termine dell’intervento della segretaria cgil Camusso , raggiungere la stele posta in ricordo delle vittime della strage di 38 anni fa rendendole omaggio.

La lunga mattinata di lotta ha portato al ferimento di almeno una ventina di studenti e studentesse: in particolare, uno degli ragazzi del kollettivo studenti in lotta di 16 anni è stato trasportato in ospedale in autombulanza, mentre altre persone si sono recate con mezzi propri al pronto soccorso per le medicazioni.

Ps: la Questura di Brescia ha annunciato già per oggi i primi provvedimenti, fornendo una versione dei fatti totalmente estranea alla realtà. Ed i provvedimenti sono già arrivati: 11 antagonisti denunciati dalla Questura. Dovranno rispondere di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, lesioni, accensioni pericolose, in concorso tra loro. Martedì pomeriggio, alle 15.30, a Radio Onda d’Urto i movimenti antagonisti terranno una propria conferenza stampa con immagini e video in grado di ristabilire cosa sia accaduto realmente.

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