Il caso Jabil

Jabil è una società americana che si occupa della produzione di circuiti elettrici, offre servizi per la progettazione del design dei prodotti e segue le fasi relative al supply chain sino alla fase post – vendita.

Tra i clienti di Jabil ci sono Whirlpool, Philips, Xerox, Nokia e tanti altri.

Nokia, il principale committente di Jabil ha deciso di non commissionare più lavoro a quest’ultima.

Jabil lavorava male?..Sembra ci sia altro da dire…

Recentemente infatti, Jabil ha rifiutato un ottimo lavoro da parte di un grosso gruppo cinese. Non è strano? Una fabbrica che perde lavoro dal maggior committente ne rifiuta subito dopo un altro?

Andando più a fondo, si scopre che Nokia è proprietaria del terreno su cui sorge Jabil e su cui sono presenti diversi uffici Nokia con 700 impiegati, di cui solo la metà ha ricevuto la promesse di reinserimento…in un’altra area.

A questo punto  le domande sorgono spontanee…Perchè una fabbrica che potrebbe dare lavoro sta per chiudere? Perchè Nokia non è più interessata a lavorare sull’area in cui opera? E perchè il sindaco di Cassina de Pecchi nicchia alla richiesta di mantenere l’area come terreno industriale e non edificabile anche per il futuro?

Una cosa è certa. Jabil sarebbe una fabbrica operativa che dà lavoro e che può darne in futuro. In tempi di crisi economica e sociale il lavoro e la possibilità di lavorare dovrebbero essere preservati con ogni mezzo.

 

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