Foglie di gelso – la Palestina nei racconti di Al-Saifi

Aysar Al-Saifi è nato a Deheisheh, Palestina, nel 1988, quando ancora si respirava il vento della Prima Intifada e non troppi anni prima che iniziasse a soffiare quello della Seconda.

Aysar è un giovane scrittore, dire dove è nato non rientra nella banalità di una presentazione.

Deheisheh è un campo profughi sorto come conseguenza della brutale deportazione subita da milioni di palestinesi. Sorto sul massacro e su un’operazione di pulizia etnica iniziata bene prima del 1948, anno della nascita dell’illegittimo Stato d’israele.

Deheisheh nel ’48 era un accampamento, animato dalle tende che le persone avevano piantato nella convinzione che la loro condizione di profughi sarebbe stata temporanea.

Oggi, 72 anni dopo, il campo, Mukhaiam, ha l’aspetto di un paesino, arroccato su una collinetta alle pendici di Betlemme (la città vecchia è a 800 m di altezza), cresciuto verso l’alto, perché, nel suo chilometro quadrato di superficie, 15.000 persone non ci sarebbero state in nessun altro modo.

“Il campo è un luogo che ti permette di vedere il mondo con chiarezza” scrive Aysar in uno dei suoi racconti. Ed è così. Il Campo è luogo di verità, contraddizione, tragedia, felicità, oppressione ma libertà nel coraggio di Resistere.

Il campo è il luogo dove nascono le storie di cui Aysar parla nel suo libro “Foglie di Gelso”, una raccolta di racconti brevi dove tutta la ricchezza e il portato della Palestina viene rivelato racconto per racconto nella semplicità della narrazione di dettagli, episodi, parole.

E’ un libro magico, perché è una magia quella che fa: senza conoscere la storia dell’occupazione della Palestina o la storia del Piano Dalet con cui israele porta avanti da quasi 100 anni l’obiettivo di annullare la terra degli ulivi, chi legge può respirare tutto d’un fiato l’odore di za’tar, il sudore dei ragazzi che si difendono dall’esercito israeliano, il profumo di libertà che il popolo palestinese insegue ma non riesce ad afferrare.

Aysar ci fa capire come il suo popolo nonostante sia ingabbiato, oppresso, costretto, colonizzato abbia una vita “che non conosce confini” perché non ci sono barriere che tengano alla lotta per la Libertà e l’autodeterminazione.

“Foglie di Gelso”, racconti palestinesi, è un libro da leggere, rileggere e poi leggere ancora.

Edito da Prospero Editore nella sezione “viaggi e reportage” “Foglie di Gelso” è quella piccola porta che ci apre ad un mondo infinito, o meglio, senza confini.

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