Lo stato dello Stato Sociale

Lo Stato Sociale per Federico Aldrovandi

Quanto tempo è passato da quel giorno di dicembre in cui Lo Stato Sociale suonò per la prima volta a Zam? Era il 29 dicembre 2012. Non era la prima volta che suonavano a Milano. Erano già passati dalla Casa139, dal Miami, da Macao e dal Milano Film Festival. Suonavano una settimana dopo i 99 Posse, e davanti al poster dei 99 alcuni di loro si sono fatti fotografare. Le lancette dell’orologio sono girate verticosamente e i 5 regaz sono passati da Sanremo, arrivando secondi. Diventando un fenomeno mediatico. Tutti e tutte li vogliono.

Al Carroponte venerdì 8 giugno era pieno di giornalisti e giornaliste. Personaggi televisivi, dal Non Giovane a Melissa Greta Marchetti, e oltre 6.000 persone. “Il tempo e le occasioni cambiano le persone” ho sentito dire. Ho ascoltato chi diceva “vedi che non suonano più nei centri sociali”. Poi le luci rosse del Carroponte danno alla luce del giorno che si spegne lentamente una strana atmosfera di festa. Ma poi succede che durante una canzone festosa, come la maggioranza delle canzone de Lo Stato Sociale, i 5 regaz corrono sul palco, prendono delle grosse lettere e compongono una scritta: “Aldro Vive”. E sul ledwall dietro di loro l’immagine di Federico Aldrovandi, quell’immagine che l’infamia poliziesca ha voluto non sventolasse negli stadi italiani. Perchè non solo ammazzano un ragazzo, non solo vengono assolti, ma poi cercano di cancellare e bloccare la memoria. Dietro di me ragazze discutono di quella scritta, non sanno chi sia Aldro. Cercano su internet. Leggono la storia e commentano “che merde quelli che l’hanno ammazzato”.

Un gesto semplice, come quella volta che a Sanremo hanno fatto tributo a Roberto “freak” Antoni, dando il giusto spazio al suo enorme valore culturale. Semplice come dire che nella vita occorre essere liberi di scegliere e che non si può morire di lavoro, sul lavoro. Parole semplice che in un momento storico fatto di distuzione dei diritti e disciplinamento alla schiavitù lavorativa tramite l’alternanza scuola lavoro sono una potente fonte di disarticolazione del discorso dominante.

Un concerto de Lo Stato Sociale diventa qualcosa di più, un momento rubato alla norma che certamente gioca dentro le contraddizioni del capitalismo, che i cinque bolognesi ci tengono sempre a ricordare che “odiano” eseguendo Cromosomi come ultimo brano. Forse non è poi passato così tanto tempo, solo quello che serve a diventare maturi, grandi, mollare gli ormeggi e inventandosi un modo di essere e comunicare prendere il volo.

Andrea Cegna


Interviste di MiM allo Stato Sociale nel 2012 e 2014 

 

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