Manifesto del Trotto Bene Comune

trottoQuesto documento è un’ipotesi di lavoro elaborata da Off Topic per promuovere la scrittura collettiva di un “dossier di progettazione comunitaria” degli spazi del vecchio Trotto di Milano e delle sue Scuderie.
Il Manifesto, cui guardiamo come ingranaggio di un confronto “in progress”, è sin d’ora reso pubblico per essere letto, discusso, aggiornato, dal Comitato Trotto Bene Comune e da quanti vorranno contribuire alla sua diffusione.
Il 6 febbraio scade la possibilità per SNAI S.p.A. (proprietaria delle aree) di presentare le sue osservazioni contro l’apposizione del vincolo monumentale sui corpi di fabbrica, ci piace immaginare che in quella data anche il Comitato possa pubblicare una prima versione di questo dossier.

Il Manifesto

  1. Il Trotto e le sue scuderie rappresentano un bene comune sottratto alla comunità di riferimento e alla sua memoria storica, quella dei quartieri di San Siro e Quarto Cagnino in particolare, e al territorio della città metropolitana tutta. Questa sottrazione, in altre parole la negazione degli spazi, dei servizi, del verde che potrebbero ospitare, ha due responsabili: la proprietaria SNAI e il Comune di Milano.
  2. Il nostro riferimento lessicale al bene comune, concetto strattonato e poi svuotato di senso nella sua stagione di più larga diffusione, è un riferimento tutto politico e non retorico. Per la precisione quello che ci preme, a partire dal recupero degli spazi fisici, è la promozione di un fare comune: produzione di laboratori e pratiche per un’attivazione dal basso irriducibile alla sinuosa “progettazione partecipata” di matrice istituzionale. Ieri nessun consigliere comunale né di zona si è opposto al cambio di destinazione d’uso (illecito!) di cui oggi gioiscono gli appetiti affaristici, oggi non accetteremo alcun tavolo istituzionale che non contempli una chiara cessione di potere decisionale alla comunità di riferimento (rionale e cittadina, a partire da momenti di informazione e consultazione popolare) ed una chiara ammenda circa la sudditanza del soggetto pubblico agli interessi di SNAI.
  3. L’ippica milanese ha oltre 170 anni di storia: i primi biroccini, la piazza d’armi, il trotter e solo in tempi più recenti si è concentrata nell’area oggi conosciuta per lo stadio municipale. Nel 2004 il vincolo monumentale fu apposto ai corpi di fabbrica più antichi. Oggi, consapevoli del carattere ambivalente di questo strumento e della sua utilità tattica, apriamo la campagna per un “Trotto Bene Comune” con i seguenti obiettivi: impedire l’abbattimento e la successiva speculazione edilizia, per la bonifica dall’amianto, per denunciare la connivenza con l’interesse privato che ha ingenerato l’abbandono presente, per il diritto a riprogettare questo spazio negato alla cittadinanza, a tutte e tutti noi.
  4. In questa fetta di quartiere riconosciamo una piazza che, dalle docce pubbliche al barbiere, dalle stalle alle botteghe, rappresentava un crogiuolo di arti e mestieri simili a quelli che oggi scompaiono sul territorio sotto la mannaia della crisi. Qui possiamo fare a meno di scommesse sportive, gare apparecchiate, sfruttamento degli animali e gli altri affari della proprietaria SNAI (casinò online, macchinette mangiasoldi…). Qui, prima che altrove, desideriamo opporci al processo di semplificazione dei territori che passa per la chiusura degli esercizi di prossimità (dall’ortofrutta al cine-teatro, passando per la lavanderia) in favore di un modello concentrazionario che è quello dei mega-centri commerciali che proliferano nelle aree ex-industriali, un tempo popolate dalla media industria. Ancora qui possono germinare alternative all’impoverimento materiale e all’aumento dell’iniquità sociale. Riaprire i 15 corpi di fabbrica delle scuderie in particolare significa sperimentare la possibilità di ritessere una tela relazionale, economica, di reddito e rifiuto di un atteggiamento fatalista, nonostante e oltre la feroce metamorfosi in atto nella città pubblica.
  5. Qui ogni forma di trasparenza nei confronti di quanti abitano, attraversano, studiano e lavorano in zona è stata negata. Nel 2014 avremmo potuto e dovuto fare ricorso contro l’illecito amministrativo con cui una determina dirigenziale, bypassando il consiglio comunale, ha reso edificabile l’area. Avremmo potuto e dovuto tempestivamente fare istanza per l’apposizione del vincolo monumentale ma le cose non andarono meglio a causa della cortina di omertà e disattenzione che già si addensava dentro e fuori l’alveo istituzionale. Mille volte ci siamo interrogati sulla perdita di ogni differenza di merito e di metodo tra soggetto pubblico e privato. Questa governance territoriale fondata sulla partnership pubblico-privato, e sulla conseguente esclusione dei cittadini (destinati ad essere ascoltati o ignorati ma comunque privati di alcun potere decisionale), illumina la scacchiera in maniera dirimente, agevolando la distinzione tra soggetti alleati e soggetti artefici del processo di “valorizzazione”.
  6. Il progetto più recente per l’area prevede che le società calcistiche Milan e Inter si spartiscano una cittadella commerciale dello sport, la giunta sostiene l’ipotesi mentre SNAI è addirittura alla ricerca del soggetto sviluppatore. Perso il treno delle speranze malriposte di Expo, e giocando in maniera grottesca sul claim olimpico, ci stanno dicendo che il meglio in cui possiamo sperare per la zona sia un mix di centro commerciale, alberghi, gadget, panini e pizzerie, per chiudere il cerchio del business brandizzato del “calcio moderno” che ha già rinominato il capolinea della M5 in “mediaset premium”. Nuvole nere si affacciano parallelamente sul futuro del complesso de “La Maura” mentre le scuderie De Montel ed altri brandelli dell’ippica cittadina cadono a pezzi sotto i colpi di una colpevole incuria. L’inversione totale di rotta non può che passare dal restauro conservativo delle architetture, dal ripristino stilistico e cromatico dei corpi di fabbrica, dall’ammodernamento in chiave sostenibile di infrastrutture e utenze, dalla bonifica dell’amianto e da un progetto di transizione semantica degli spazi coperti e scoperti, dalla cura comunitaria del verde, dalla riapertura della piazza alla pubblica fruizione.
  7. La cassetta per la rigenerazione del trotto vecchio contiene diversi attrezzi: senso di comunità, autoformazione, cura per il territorio, resistenza, comunicazione, aggregazione ludica, assemblee popolari, condivisione di saperi. Qui si procede per sommatoria di culture ed esperienze, si rigettano fughe in avanti e indietro, si ragiona su campagne utili a confermare la vocazione pubblica e radicale del percorso. Si conferma la discriminante antifascista, antirazzista e antisessista che sta nel dna dei primi soggetti promotori.
  8. La prassi teorica neomunicipalista è il quadro di riferimento in cui ci stiamo muovendo. Il diritto alla città è la chiave interpretativa del nostro agire. Promuoviamo un innalzamento egualitario della qualità della vita per tutte e tutti, attraverso la permeabilità e comunanza del nostro spazio di vita. Senza un tetto, trasporti pubblici, parchi, spazi culturali, commerciali e servizi di prossimità, non ci sentiamo a casa. Resta da decidere se l’area del trotto vecchio potrà offrire un contributo in questa conquista o vedrà riconfermarsi la negazione di queste legittime aspirazioni.
  9. Questo documento ha l’obiettivo di offrire una cornice politica all’elaborazione collettiva del dossier di riprogettazione dell’area. Il dossier conterrà una sintesi del percorso e delle proposte emerse nei mesi di gestazione del Comitato, dei documenti fondamentali e delle planimetrie più utili. Attraverso la scrittura collaborativa in forma di wiki potremmo così ricomporre passato, presente e futuro auspicabile dell’intera area: sarà la Carta su cui costruire la nostra interposizione tra abbandono e abbattimento.
  10. La forza di queste parole risiede nella concretezza di un intervento irriducibile alla testimonianza ma utile a costruire un moto d’opposizione concreto e incisivo in grado di emancipare i modelli di vita dalle forme di sudditanza. Non vogliamo riprenderci la parola, vogliamo usarla per coinvolgere altre ed altri nella conquista dell’accesso all’informazione, della decisione e del progetto.

trottobenecomune.noblogs.org

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