Rapine, assedi, battaglie
La guerra nel Medioevo.
“La guerra nel Medioevo”, il libro di Aldo Angelo Settia pubblicato con Laterza, può essere letto come una fantasticheria guerresca, ma rispecchia attendibilmente la società medievale, ne delinea i conflitti militari e i drammi umani. Scorrendo le pagine del libro si capisce che, in quel periodo storico, la garanzia dell’ordine era basata sulla forza delle armi e degli eserciti.
C’é un elenco lunghissimo di razzie, assedi, saccheggi, distruzione di fortezze, castelli e villaggi. Tra assedi e opere di difesa cominciava ad acquisire importanza e prestigio il lavoro di ‘architetti’ e ‘ingegneri’ capaci di costruire le migliori macchine militari: trabucchi, mangani, torri mobili e testuggini.
Alcuni eserciti potevano contare anche sull’opera rudimentale di ‘medici’ e ‘chirurghi’ per curare ferite, sistemare fratture di ossa, estrarre dardi e frecce.
Veniamo a conoscere le pene inflitte ai cavalieri e fanti disertori; a chi abbandonava lo schieramento di battaglia e a quelli che non sopportavano il trauma psicologico della battaglia.
Numerosi erano gli scontri tra eserciti e milizie cittadine, ma al tempo delle messi e della vendemmia venivano raccolte le truppe armate per difendere i raccolti, mentre durante i rigori invernali le operazioni militari erano molto limitate; la neve, il freddo e la pioggia impedivano lunghi combattimenti.
L’autore illustra un quadro di guerra medievale dove soffrivano tutti: guerrieri, contadini e l’intera popolazione. Era il tempo in cui la Chiesa, i Re e i nobili comandavano il gioco della guerra.
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