Expo: universale ma blindata

(anche le statue della Statale si mettono le mani nei capelli)

(anche le statue della Statale si mettono le mani nei capelli)

Università: lat. Universitatem, complesso di tutte le cose, di un tutto, da Universus, tutto, intero. Comprendimento di tutte le cose; più concretamente tutto il popolo di una città; luogo di studio pubblico dove si insegna l’universalità delle scienze.

Questi sono i primi significati del termine università secondo il dizionario etimologico. Tutti questi significati, oggi, sono stati disattesi con la decisione del Prefetto, avallata dal Rettore, di chiudere l’Università Statale di Milano per tre giorni per motivi di sicurezza.

L’inagibilità della Statale deriverebbe non da una calamità naturale, come ci si potrebbe aspettare, ma “la decisione, condivisa con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – recita la nota ufficiale dell’ateneo di via Festa del Perdono – si è resa necessaria a tutela della sicurezza di studenti, personale e docenti, a fronte della manifestazione nazionale autoproclamata da alcuni centri sociali e dall’area antagonista”. Insomma, tre giorni di chiusura per un’assemblea e qualche iniziativa No Expo. Tre giorni di chiusura preventiva, che testimoniano di un’università impaurita dal confronto e dal dissenso.

L’università dovrebbe essere un luogo pubblico, aperto al dibattito e, anzi, in grado di stimolarlo, dovrebbe essere un luogo di arricchimento, di diffusione della cultura, che è fatta anche di scontri e di discordie (come ci insegnano le dispute medievali dalle quali l’università nasce). E invece oggi l’università è stata chiusa senza preavviso: studenti, lavoratori, professori e ricercatori si sono trovati le porte sbarrate. Vengono garantiti solo gli esami, come se l’ateneo fosse fatto solo di quello e non di biblioteche, aule studio, ricevimenti coi professori, ricerca che ha bisogno di testi e strutture. Non è questo, il non poter entrare, un disagio peggiore di un’assemblea indetta per sabato, giorno in cui l’università è aperta? In questa chiusura si vede il segno di un’università sempre più privatistica, esclusiva e lontana da quel ruolo civico che dovrebbe caratterizzarla, in cui, come ci insegnando le ultime riforme, contano solo i numeri – degli esami, degli studenti, degli anni di corso – senza spazi per la materia viva della cultura.

E poi, la Statale e i suoi amministratori non dovrebbero sapere che rinchiudersi nelle proprie mura è la peggiore risposta alle proprie paure? Attitudine No Expo ha, infatti, convocato un’assemblea nazionale aperta a tutti e tutte per parlare dei danni di Expo che sono sotto i nostri occhi: dall’omofobia al cemento, dalla precarietà del lavoro alla mafia. La Statale è partner di Expo, ma davvero a tutto questo vuole aggiungere anche la censura?

L’assemblea NoExpo si terrà lo stesso, domani alle 10.30. Appena sapremo il luogo lo comunicheremo.

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