Amazon non si ferma? Primi scioperi

L’inaffondabile corazzata Amazon, che in questi giorni sta lavorando a pieno regime con un aumento dei profitti notevole cercando di conquistare ulteriori fette di mercato nel mondo del commercio quasi completamente chiuso al pubblico, inizia ad avere i primi problemi.

E’ di ieri sera 16 marzo la notizia della dichiarazione di sciopero nel gigantesco hub di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, una delle zone nell’occhio del ciclone per l’emergenza COVID19.

Ne danno notizia le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl secondo le quali Amazon non sta rispettando in alcun modo il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro firmato pochi giorni fa tra le parti sociali.

I sindacati parlano di mancata distribuzione delle mascherine e della volontà di non rallentare i ritmi di lavoro consentendo così di rispettare le distanze di sicurezza. Distanza di sicurezza difficilmente rispettabile soprattutto in alcune zone dell’hub.

La dirigenza del colosso americano, già nota per una politica non propriamente amichevole verso i sindacati, rigetta le accuse dicendo di essere impegnata a rispettare le indicazioni del governo.

Resta il fatto che i corrieri di Amazon in questi giorni hanno più volte denunciato una situazione estremamente difficile e che la multinazionale continua a consegnare anche merci che è veramente difficile definire beni essenziali.

Oggi alcune consegne avrebbero subito dei ritardi mentre si segnalano molti problemi e blocchi nei centri logistici di SDA e GLS.

 

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Una risposta a “Amazon non si ferma? Primi scioperi”

  1. Canobbio loredana- zuccotti ha detto:

    Senza mascherine mi rifiuterei di fare consegne.
    Spero che gli ordini precedenti al giorno 21 marzo vengano evasi e restituiti eventualmente i soldi dei pagamenti già effettuati!

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