Deposti sindaci nelle città curde: HDP fa appello alla resistenza contro il golpe politico

La destituzione di sindaci curdi e l’ondata di arresti contro l’opposizione curda non sono rivolti solo contro l’HDP, ma contro tutte le forze democratiche, dichiara l’HDP e invita manifestare solidarietà.Nelle metropoli Amed (Diyarbakir), Van e Mêrdîn (Mardin) i sindaci sono stati destituiti dal Ministero degli Interni e sono stati sostituiti amministratori coatti. È già la seconda volta che amministrazioni comunali democraticamente elette vengono messe sotto amministrazione forzata. Nell’autunno 2016 circa cento sindaci curdi erano stati destituiti e incarcerati. Solo con le elezioni comunali del 31 marzo nei municipi delle città e dei comuni curdi sono tornati amministratori eletti.

I municipi di Amed (Diyarbakir), Mêrdîn (Mardin) e Van sono sotto assedio della polizia. Le forze dell’ordine hanno bloccato gli accessi con barriere lungo i municipi. In tutte e tre le città sono in corso perquisizioni e numerosi veicoli corazzati sono stati posizionati nei pressi dei municipi.

A Amed le forze di sicurezza dopo la nomina del governatore Hasan Basri Güzeloğlu come amministratore coatto hanno spaccato le porte del municipio alle 6 di mattina e iniziato le perquisizioni. A Mêrdîn il regime dell’AKP ha nominato amministratore coatto il governatore della provincia Mustafa Yaman. Nella retata al municipio di Mêrdîn sono stati posizionati idranti davanti all’ingresso dell‘edificio.

La polizia turca ha attaccato con idranti la folla che protestava davanti al municipio di Amed (Diyarbakir), diverse persone sono rimaste ferite. Il regime AKP/MHP ieri notte ha fatto arrestare centinaia di politici locali. Dopo l’attacco della polizia i manifestanti si sono dispersi nelle vie laterali.

Un’altra manifestazione iniziata davanti alla sede HDP è stata fermata presso il parco Koşuyolu. Il governatore della provincia di Amed, che da ieri ha preso in carico anche l’amministrazione forzata del municipio, ieri ha emanato un divieto generale di manifestazione.

A Mêrdîn, dove Ahmet Türk, destituito per la seconda volta dopo essere stato democraticamente eletto, ha denunciato questa situazione come apice dell‘illegittimità. “Non riconoscono più la volontà degli elettori e parlano lo stesso di democrazia”, così Türk. La noma di Mustafa Yaman a amministratore coatto viene definita dal co-sindaco destituito come prova migliore per la politica antidemocratica del Paese.

Per questa sera alle 18 in tutta Europa le associazioni curde inviato a manifestare.

Il Partito Democratico dei Popoli in una dichiarazione scritta chiama alla solidarietà:

“I sindaci del nostro partito eletti rispettivamente a Diyarbakir con il 63 percento, a Merdin con il 56 percento e a Van con il 53 percento sono stati destituiti su ordine del Ministero degli Interni con motivazioni mendaci e illegittime. Contro consiglieri comunali e collaboratori delle amministrazioni locali è ancora in corso un’operazione di arresti.

Questa misura è un nuovo golpe politico. Mostra l’atteggiamento ostile rispetto alla volontà dichiarata del popolo curdo. Il Ministro degli Interni con questo si rende il centro di un golpe con il quale vengono usurpati diritti e libertà e vengono prese decisioni che non mostrano alcuna traccia di democrazia.

Nel periodo delle amministrazioni forzate nelle tre metropoli interessate e in altri comuni sono state consumante risorse. Gli amministratori coatti nominati dallo Stato hanno lasciato un cumulo di macerie. Attraverso l’amministrazione forzata i municipi sono diventi centri di corruzione e ladrocinio.

Il governo non ha più alcuna legittimazione democratica

Il governo e il Ministero degli Interni vogliono impedire che le violazioni delle regole e la corruzione che si sono verificate durante l’amministrazione forzata vengano svelate. La burocrazia militare e civile locale ha sostenuto questa corruzione perché ne ha tratto profitto lei stessa.

Il governo non ha più alcuna legittimazione democratica. Per la coalizione AKP/MHP è diventata condizione normale contravvenire alla volontà popolare e modificare con la violenza risultati elettorali sgraditi.

La popolazione non accetterà questo modo di procedere e si schiererà con gli amministratori eletti e con il nostro partito.

Chi tace acconsente!

Facciamo appello a tutte le forze democratiche e ai partiti di opposizione perché manifestino solidarietà. La lotta contro questo governo con ogni mezzo democratico non è solo un diritto che non può essere messo in discussione, ma deriva dalla Costituzione e dalla concezione universale del diritto. La democrazia può esistere solo se tutte le forze democratiche lottano per questo insieme e con determinazione.

Il nostro appello è rivolto a tutte e tutti coloro che in Turchia il 31 marzo e il 23 giugno hanno usato il loro diritto di vito e lavorato perché la coalizione AKP/MHP perdesse e vincesse la democrazia. Non si tratta solo di un problema dell‘HDP e del popolo curdo, ma di un problema di tutti i popoli e di tutte le forze democratiche della Turchia. Non restate in silenzio, chi tace acconsente!”.

Fonte: ANF

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