Lombardia, Baffi (Iv) si dimette dalla commissione d’inchiesta

Patrizia Baffi ci ripensa: a soli tre giorni dalla prima riunione della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid in Lombardia, la presidente, di Italia Viva, eletta solo con i voti della maggioranza di centrodestra in Regione, si dimette. Lo ha comunicato lei stessa in una lettera al presidente del Consiglio regionale, Fermi. Una decisione presa per contribuire e ristabilire «un clima favorevole allo svolgimento del lavoro», ha spiegato. Non sono però un mistero le ripetute pressioni che avrebbe ricevuto dai vertici del suo partito. Ettore Rosato, che ieri ha immediatamente commentato con parole di encomio le dimissioni, già dal giorno dell’elezione le aveva suggerito di lasciare. Lo stesso Renzi, che si era limitato a telefonate private con Baffi, ha approvato la scelta del passo indietro con poche parole su Twitter.

Non deve essere stata solo la concomitanza di eventi (Baffi era stata eletta lo stesso giorno in cui l’astensione di alcuni senatori renziani dal voto in giunta per le immunità nella vicenda Open Arms aveva evitato a Salvini il processo) a suscitare il mal di pancia dei vertici. Gli ammiccamenti alla Lega da parte dell’ex consigliera Pd Baffi – poi passata a Italia Viva – non erano solo rischiosi a livello locale, ma anche a livello nazionale.

Quanto alla commissione lombarda, con Baffi alla presidenza sarebbe partita con un grave impedimento: indagare sull’operato dei propri sostenitori. Nel frattempo, le opposizioni si riorganizzano. Il Pd ci riprova con Jacopo Scandella, nome condiviso con il M5s anche nella precedente elezione, mentre il consigliere Michele Usuelli di + Europa – Radicali auspica un dialogo tra i partiti della minoranza di centrosinistra e rilancia la propria candidatura. Ma i giochi sono ancora aperti.

di Francesca Del Vecchio

da il Manifesto del 6 giugno 2020

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