Operai multati per blocco stradale, Prato in piazza contro i “decreti Salvini”

Più di mille persone alla “marcia delle libertà” organizzata dal Si Cobas contro i decreti sicurezza, e per chiedere la cancellazione delle multe degli operai immigrati in sciopero sanzionati di decine di migliaia di euro per blocco stradale. Il corteo è arrivato in piazza Duomo nonostante i divieti delle autorità, che lo volevano ridurre a soli 600 metri di percorso.

“Ce l’abbiamo fatta ad arrivare in piazza Duomo. Ma se raccontassimo una storia del genere ai compagni francesi che scioperano da settimane – sorride alla fine un manifestante – la prenderebbero come una notizia falsa”. Invece era vera: doveva essere di soli 600 metri il corteo “La marcia della libertà” contro i decreti sicurezza, e per chiedere la cancellazione delle multe degli operai di Prato che, in un sacrosanto sciopero davanti ai cancelli dell’azienda, sono stati sanzionati di decine di migliaia di euro per blocco stradale. Comprese due studentesse delle superiori che avevano manifestato in solidarietà con loro. L’ennesimo effetto collaterale dei cosiddetti “decreti Salvini”.

Dopo una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, alla manifestazione era stato inizialmente impedito di entrare in centro fino a piazza del Duomo. Da piazza Stazione, dove nel pomeriggio si sono ritrovate circa 1.500 persone, si poteva arrivare solo in piazza San Marco. “Con motivazioni sconcertati e pretestuose si è tentato di giustificare la compressione della libertà di manifestare – ha denunciato il consigliere regionale Tommaso Fattori, presente al corteo – si deve restare fuori dal centro perché di sabato c’è molta gente a passeggio. Insomma l’idea è che va bene manifestare, purché lo si faccia di notte e in strade dove nessuno ti possa vedere. A maggior ragione se a sfilare ci sono anche operai con la pelle scura”.

E di manifestanti immigrati se ne sono visti tanti, visto che lo sciopero alla Tintoria Superlativa, gestita da imprenditori cinesi che di contratti regolari non hanno mai voluto sentir parlare, è partito dalla protesta di operai pakistani e africani, costretti a lavorare sette giorni su sette, con turni anche di 12 ore, per meno di 1.000 euro al mese. Organizzati intorno al sindacato di base Si Cobas, da mesi gli operai cercano di migliorare le loro condizioni di lavoro. Con il risultato di un ritardo dei pagamenti di mesi per chi protesta, e di un’azienda che preferisce pagare multe anche salate piuttosto che accettare i contratti del settore. “Perché comunque vada ci guadagna di più così – ricorda Luca Toscano del Si Cobas – sfruttando i lavoratori rientra tranquillamente delle spese per le multe”.

Alla fine comunque il corteo, aperto dagli striscioni “Liberi dai decreti Salvini, No alle multe” e “Prato sta con gli operai” è riuscito ad arrivare in piazza Duomo, grazie a buona parte dei manifestanti che attraverso via San Jacopo e piazza San Francesco ha raggiunto la meta inizialmente prevista. E Toscano, sistemando lo striscione del Si Cobas su Palazzo Pretorio, ha urlato la sua felicità: “I lavoratori hanno conquistato il diritto di manifestare in modo pacifico per i propri diritti”. “Abbiamo dato un segnale – gli ha fatto eco Edoardo Todaro – perché se si dovesse prendere l’abitudine di multare chi picchetta davanti alle fabbriche in sciopero, la libertà di manifestazione diventerebbe davvero a rischio”. Tutto si è svolto in maniera pacifica, solo quando in piazza erano rimaste poche persone c’è stata un po’ di tensione, con l’intervento della polizia.

Fra i manifestanti molti attivisti di Rifondazione comunista, fra cui il segretario fiorentino Dmitrji Palagi, poi la consigliera comunale Antonella Bundu, e ancora Massimo Torelli di Firenze città aperta e i ragazzi e le ragazze di Potere al Popolo. Ben visibili anche le bandiere dell’ Anpi e dell’Arci, che hanno aderito alla manifestazione, al pari delle “sardine” pratesi, pronte a ricordare: “Siamo in strada per dire che vogliamo più diritti, più dignità sui luoghi di lavoro e più solidarietà, e per chiedere forte e chiaro l’abrogazione dei decreti sicurezza”. Ancora, fra i partecipanti sono state notati alcuni attivisti del M5S e le consigliere comunali del Pd, Monia Faltoni e Matilde Rosati, nonostante che il loro partito abbia preso le distanze dall’iniziativa.

di Riccardo Chiari

da il Manifesto del 19 gennaio 2020

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