Roberto Franceschi ucciso dalla repressione dello Stato
23 gennaio, ore 18,30 @ via Bocconi.
Roberto Franceschi è stato ucciso dalla Polizia 53 anni fa, mentre combatteva per la democrazia nella scuola e per il socialismo. Ministro degli interni era Mariano Rumor, lo stesso che nel 1969 era Presidente del Consiglio quando esplose la bomba in Piazza Fontana. In quegli anni si alternarono al dicastero degli interni personaggi che saranno ricordati per le loro pratiche repressive, come Luigi Gui quando cinquant’anni fa venne ucciso Giannino Zibecchi dai Carabinieri, oppure, Francesco Cossiga che ha diverse vittime sulla coscienza. Sono gli anni delle aggressioni omicide per mano fascista, quest’anno saranno i 50 anni dalla morte di Claudio Varalli e Alberto Brasili.
Memoria Antifascista
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Cari Compagni,
ricordo quel gennaio del 1973 in cui Roberto cadde colpito a morte nei pressi dell’Università Bocconi.
L’indignazione, o meglio la rabbia si sparse in un baleno, non solo a Milano ma in tutta Italia con manifestazioni e scontri in piazza. La misura era colma !
Ne fu testimone l’enorme funerale che attraversò le strade di Milano, partecipato da decine di migliaia di studenti, lavoratori e ampi settori popolari. Ovviamente, non mancò il solito sdegno retorico e di facciata delle istituzioni e dei partiti borghesi, impegnati a promettere “scrupolose indagini” e che mai più sarebbe accaduto nulla di simile. Sappiamo tutti ciò che venne dopo… Senza contare che si veniva già da anni di terrorismo fascista coadiuvato dai servizi segreti italiani e dalla CIA.
Nel 50°anniversario della morte dei compagni Varalli e Zibecchi per mano dei fascisti e carabinieri, sarò per la prima volta dopo cinquant’anni a Milano per gli eventi commemorativi del 17 aprile. Da allora, dopo mezzo secolo, il ricordo di quelle giornate resta indelebile nella mia memoria. Si, posso dire con immutato orgoglio, io c’ero.
Molte volte ho pensato che anch’io avrei potuto pagare con la vita, l’impegno militante quotidiano che caratterizzava la mia giovane esistenza in quegli anni. Ma le motivazioni erano solide e più forti del timore di scontri. A differenza di tanti che c’erano, ma che negli anni successivi hanno rimosso e quasi nascosto il loro passato, rivendico senza indugio la mia militanza antifascista ed antimperialista. Certo, abbiamo anche commesso errori strategici ed ideologici, purtroppo pagati a caro prezzo negli anni a venire. Soprattutto, oggi appare compromesso e residuale, quel filo rosso che ci legava alle generazioni a noi precedenti, quelle della clandestinità antifascista e della lotta partigiana. Sarebbe spettato a noi garantirne la continuità verso le nuove generazioni. Purtroppo, per diversi motivi ciò è avvenuto solo minimamente.
I fascisti al governo, la retorica interventista e guerrafondaia e il consolidamento di una vera e propria “internazionale nera”, sono li a ricordarci ogni giorno che troppe cose non hanno funzionato. Ma questa è tutta un’altra storia.
Ci vediamo a Milano il 17 Aprile
Gloria Eterna ai compagni Varalli e Zibecchi ed ai caduti della Nuova Resistenza !